La sinistra va alla guerra contro l’Europa sulla difesa?
Che cosa dicono e che cosa non dicono i leader di sinistra in Italia sul piano europeo di riarmo. Il corsivo di Cundari tratto dalla sua newsletter La Linea.

Che cosa dicono e che cosa non dicono i leader di sinistra in Italia sul piano europeo di riarmo. Il corsivo di Cundari tratto dalla sua newsletter La Linea
Dinanzi al piano da 800 miliardi per il riarmo dell’Europa annunciato da Ursula von der Leyen, mentre persino il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, apre alla storica decisione di allentare il freno all’indebitamento, in Italia l’intero fronte delle opposizioni (con la sola eccezione di Carlo Calenda) attacca il progetto con parole durissime, compresa la leader del Pd Elly Schlein, che pure il 15 marzo dovrebbe essere in piazza a difesa dell’Europa.
A difesa di un’Europa che però non deve essere in grado di difendersi, par di capire, anche se in verità la posizione di Schlein, ma anche di Matteo Renzi, è come sempre più articolata, e chiede una vera difesa comune, si capisce, anziché il riarmo dei singoli stati europei. Ma come nota su Linkiesta Mario Lavia, anche per il tono perentorio con cui è espressa, appare di fatto un modo furbesco per accodarsi agli attacchi di Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.
Ricapitolando dunque le posizioni della sinistra italiana sulla situazione mondiale, le cose starebbero così: c’è il fascismo in America, che si sta accordando con il regime di Vladimir Putin a spese dell’Ucraina e ha già più volte minacciato di abbandonare la Nato, lasciando tutti noi europei a fare i conti da soli con l’imperialismo russo; ma guai ad aumentare le spese militari o pensare di fare alcunché di concreto per organizzare una difesa minimamente credibile. Casualmente, è la stessa posizione di Matteo Salvini e di tutta l’estrema destra europea che in questi anni è stata generosamente finanziata da Mosca. Ma soprattutto, a onta dei loro continui richiami al buon senso, è una posizione perfettamente autocontraddittoria.
Angelo Bonelli, che Enrico Letta ha l’incancellabile responsabilità di avere riportato in parlamento assieme a Nicola Fratoianni, grida che il piano di Ursula von der Leyen è «pura follia» e utilizza contro Calenda il tipico argomento dei troll del web: «Metta l’elmetto e vada a fare la guerra».
Ma anche un bambino, o almeno un bambino in buona fede, capisce bene che la sola speranza di evitare la guerra, e non finire anche noi nelle trincee o sotto le bombe, sta proprio nella tenuta dell’Ucraina e nella capacità dell’Europa di approntare alla svelta difese adeguate. Altrimenti, se Kyiv non fosse più in grado di resistere e l’intera Europa non ci andasse nemmeno vicino, non avendone né i mezzi né l’intenzione, per quale motivo al mondo Putin dovrebbe fermarsi? Dopo avere investito larga parte delle risorse del suo paese nello sforzo bellico, avere affrontato enormi perdite umane ed economiche, sanzioni e isolamento internazionale per tre anni, per quale ragione dovrebbe smettere proprio adesso, nel momento in cui l’intera Europa gli si spalanca davanti, praticamente indifesa? Per bontà d’animo, perché glielo chiederemmo con gentilezza, perché non potrebbe resistere agli argomenti della grande iniziativa diplomatica sviluppata da Elly Schlein, Giuseppe Conte e Massimo Cacciari?
(Estratto da La Linea)