La scorciatoia del governo sul ddl Sicurezza: diventa decreto legge per accelerare dopo l’inciampo al Senato

L’iter del ddl Sicurezza va per le lunghe? Il governo lo trasforma in decreto. Nel Consiglio dei ministri di venerdì sarà approvato un decreto legge che assorbirà in larga parte le norme contenute nel contestatissimo provvedimento di stampo securitario, costretto nei giorni scorsi a tornare dal Senato alla Camera – dov’è già stato approvato a […] L'articolo La scorciatoia del governo sul ddl Sicurezza: diventa decreto legge per accelerare dopo l’inciampo al Senato proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 3, 2025 - 18:30
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La scorciatoia del governo sul ddl Sicurezza: diventa decreto legge per accelerare dopo l’inciampo al Senato

L’iter del ddl Sicurezza va per le lunghe? Il governo lo trasforma in decreto. Nel Consiglio dei ministri di venerdì sarà approvato un decreto legge che assorbirà in larga parte le norme contenute nel contestatissimo provvedimento di stampo securitario, costretto nei giorni scorsi a tornare dal Senato alla Camera – dov’è già stato approvato a settembre – per un problema di coperture finanziarie. L’operazione servirà anche a sbloccare uno stallo politico interno alla maggioranza, modificando i due contenuti del testo finiti nel mirino del Quirinale: la possibilità di tenere in carcere le detenute madri di figli piccoli (eliminando l’obbligo di differimento pena) e il divieto ai migranti irregolari di acquistare sim telefoniche. Fratelli d’Italia e soprattutto Forza Italia sarebbero stati disponibili a rivedere questi due punti: sulle detenute madri gli azzurri avevano addirittura presentato un emendamento, poi ritirato. A impuntarsi però era stata la Lega di Matteo Salvini, che del ddl ha fatto una bandiera ideologica (“Non si tocca”, è sempre stata la linea del partito) e voleva evitare a tutti i costi ritardi nell’approvazione.

Ora l’inciampo sulle coperture ha paradossalmente risolto il nodo: il Carroccio accetterà le modifiche nel decreto legge (che entra in vigore subito e dovrà essere approvato dal Parlamento entro novanta giorni) e in cambio avrà l’inserimento nello stesso testo di un’altra norma a cui – insieme a FdI – tiene particolarmente, il cosiddetto “scudo penale” per le forze dell’ordine. Si tratta di una misura per evitare che gli agenti finiscano automaticamente indagati per omicidio o lesioni quando sparano in situazioni di potenziale legittima difesa. Del progetto si era parlato moltissimo a gennaio, sull’onda del caso di Luciano Masini, il carabiniere che a Capodanno sparò a un cittadino egiziano che aveva accoltellato quattro persone, uccidendolo. L’intervento, studiato in questi mesi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sarà realizzato con una modifica al codice di procedura penale: la norma, almeno in teoria, non sarà applicabile solo alle divise (il che l’avrebbe esposta a rischi di incostituzionalità), ma alla generalità dei cittadini. Per gli appartenenti alle forze dell’ordine, invece, verranno escluse sanzioni disciplinari automatiche. Nel ddl approvato alla Camera era già previsto il rimborso delle spese legali ai membri alle forze dell’ordine e delle forze armate che vogliano avvalersi di un professionista di fiducia, fino a diecimila euro per ogni fase del procedimento, per uno stanziamento totale di quasi un milione di euro l’anno.

Il decreto sicurezza “rivisto”, dunque, avrà il via libera pure dei ministri della Lega, anche se il vicesegretario Andrea Crippa fa la voce grossa: “Io credo che debba essere la politica a fare le leggi, poi se dal Colle più alto ci rimandano indietro i testi ne prendiamo atto. Noi però eravamo più d’accordo col testo originale, non col testo edulcorato da Mattarella”, dice a LaPresse. Le opposizioni invece si scarciano contro la scorciatoia presa dal governo: “È vergognoso se il disegno di legge sulla sicurezza, un testo che viola alcune delle regole più elementari di libertà e democrazia del nostro Paese, sul quale avevamo fatto una battaglia per mesi, verrà sostituito nelle prossime ore da un decreto legge. Se dovesse essere così scenderemo in piazza“, annuncia il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia. Alessandra Maiorino e Ada Lopreiato, capigruppo M5s nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia a palazzo Madama, parlano di “colpo di mano” e promettono che “searriverà un decreto, le barricate fatte fino a oggi potranno solo essere più dure”. Per Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra la scelta del governo è “un vero e proprio golpe”, mentre Riccardo Magi di +Europa denuncia “l’ennesima mortificazione della democrazia parlamentare, passando sopra il lavoro delle due Camere fatto in due lunghissimi anni”.

Anche la Cgil protesta contro il blitz annunciando una manifestazione per venerdì alle 17:30 di fronte al Pantheon: “Dopo mesi di mobilitazione da parte di movimenti, associazioni e forze sindacali e sociali, il governo ha scelto la strada più grave: stralciare il disegno di legge in discussione in Parlamento e sostituirlo con un decreto legge, sottraendosi al confronto parlamentare e calpestando il lavoro fatto dalle istituzioni democratiche. Un atto gravissimo, inaccettabile sul piano istituzionale e democratico“, comunica il sindacato. “La decretazione d’urgenza utilizzata in assenza di reali motivazioni rappresenta un precedente inquietante, che conferma la deriva autoritaria dell’attuale maggioranza. Lo abbiamo detto con chiarezza in queste settimane e lo ribadiamo oggi: non faremo nessun passo indietro nella difesa dei diritti, della libertà e lo faremo praticando la democrazia”, prosegue la nota. “Il cosiddetto ddl Sicurezza”, conclude, “non risponde ai bisogni delle cittadine e dei cittadini, ma reprime la libertà di espressione, penalizza il dissenso e limita la possibilità di far sentire la propria voce. Colpisce chi manifesta, chi sciopera, chi lotta per un futuro migliore. E introduce pericolosi meccanismi di sorveglianza e controllo, evocando scenari che pensavamo appartenere al passato. Sarebbe un grave strappo alla democrazia, per questo domani torneremo in piazza”.

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