La Germania e la lezione sulla grande coalizione | L’analisi di Paolo Pombeni

Il risultato delle elezioni tedesche – scrive Paolo Pombeni sul Messaggero – rilancia il tema della “grande coalizione” come strumento per governare fasi complicate della politica. Il ragionamento che dovrebbe stare alla base di questo genere di imprese si articola su due elementi: Un momento critico richiedente un largo consenso per il governo perché comporta […] L'articolo La Germania e la lezione sulla grande coalizione | L’analisi di Paolo Pombeni proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Mar 3, 2025 - 08:08
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La Germania e la lezione sulla grande coalizione | L’analisi di Paolo Pombeni

Il risultato delle elezioni tedesche – scrive Paolo Pombeni sul Messaggero – rilancia il tema della “grande coalizione” come strumento per governare fasi complicate della politica.

Il ragionamento che dovrebbe stare alla base di questo genere di imprese si articola su due elementi:

Un momento critico richiedente un largo consenso per il governo perché comporta inevitabilmente scelte non facili da far accettare alla popolazione; la presenza di una minaccia alla tenuta del sistema costituzionale sia dall’estrema destra che dall’estrema sinistra, minaccia che impone ai partiti fedeli all’impianto esistente di coalizzarsi per contenerla.

Come si suol dire, metterla giù in astratto fa sembrare tutto abbastanza semplice e razionale, quando si scende nel concreto delle situazioni le cose diventano più sfumate.

Per rendere un qualche omaggio alla verità storica si può ricordare che già la prima “Grosse Koalition” nella Repubblica Federale Tedesca – varata nel novembre 1965 con il leader della Cdu Kiesinger come cancelliere e quello della Spd Willy Brandt come vice, sull’onda di una piccola recessione economica – fu tutt’altro che una scelta pacifica.

Le successive “grandi coalizioni” dell’era Merkel (i suoi governi I, III e IV) hanno avuto più la caratteristica di alleanze per fronteggiare le sfide degli anni 2000 sotto la guida di una leader di ferro che non di rappresentare convergenze progettuali di lungo corso.

Ora cosa ci può suggerire il ripercorrere questa storia?

Il primo dato è che in nessuno dei casi che abbiamo ricordato c’era veramente un tornante storico che poneva questioni radicali come avviene oggi per il convergere di vari fattori di mutamento.

Oggi, inoltre, la convergenza di forze di ispirazione diversa è resa molto difficile dalla autentica mania della radicalizzazione.

Ormai tanta politica è vissuta come un revival delle lotte di religione, con la verità che deve stare tutta da una parte e chi si oppone è un eretico, un apostata, un figlio del demonio.

Tuttavia in tempi di grandi trasformazioni, anzi di transizioni storiche, la risorsa della politica è nella costruzione di larghe aggregazioni, di convergenze, perché non si possono affrontare le difficoltà senza larghi consensi.

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