La Danimarca vieterà gli smartphone nelle scuole

Martin ha gli occhi fissi sul telefonino. Le dita si muovono veloci sullo schermo. Il freddo di Copenaghen non lo ferma. Un altro video su Tiktok e poi deve entrare a scuola. La campanella stride per tutto l’edificio e i ragazzi cominciano ad affollare i banchi. Martin non dispera; ci sarà ancora del tempo per crogiolarsi sui social network. Del resto, il professore è in ritardo. Ma qualcosa sta per cambiare. La Danimarca ha annunciato un’importante novità. Il Paese scandinavo vieterà l’utilizzo degli smartphone negli edifici scolastici. Tutti gli alunni tra i sette e i sedici anni non potranno più portare i cellulari nelle aule. La raccomandazione arriva dalla commissione danese per il benessere, un organo governativo istituito nel 2023 per indagare le cause del disagio tra i giovani. In realtà l’allarme è stato lanciato già anni fa. Adesso, però, Copenaghen si è convinta a trasformarlo in legge. “Bisogna rivendicare la scuola come luogo educativo, dove c’è spazio per la riflessione”, ha dichiarato Mattias Tesfaye, ministro per l’infanzia e l’istruzione. Che ha concluso in modo perentorio: “L’aula non deve diventare l’estensione della cameretta degli adolescenti”. Anche se saranno previste alcune eccezioni, la Danimarca sembra fare sul serio. L’esecutivo vorrebbe spingersi oltre. Impedire agli under 13 di possedere un proprio smartphone. Un modo per non lasciare i bambini in balia della Rete, dove hanno difficoltà a discernere le informazioni utili dai contenuti dannosi. L’iniziativa danese è sicuramente la più radicale finora proposta. Ma apre a scenari interessanti. Soprattutto perché a metterla in atto è un Paese che ha fatto della felicità la pietra angolare della sua politica. Nonostante la pioggia e il freddo, diremmo noi mediterranei. Può esistere la gaiezza senza il sole? Si può ancora sorridere sapendo di dover pagare le tasse tra le più alte d’Europa? Eppure, da queste parti, il benessere emotivo diventa una filosofia di governo. L’ elemento imprescindibile da cui far scaturire la prosperità economica. E l’istruzione svolge da sempre un ruolo chiave. Il diritto allo studio è una degli architravi della società scandinava. E chi decide di andare all’università ha diritto a percepire uno stipendio mensile. Così vietare gli smartphone fin dall’infanzia ha l’obiettivo di “restituire il tempo alle attività ricreative, agli amici e alla famiglia, senza trascurare il gioco e la lettura”. I pericoli della tecnologia continuano a far discutere in tutto il mondo. L’esigenza è tutelare gli individui più fragili che si approcciano al mondo di Internet, in primis gli adolescenti.Approcci differenti Adolescenti trascorrono il tempo sullo smartphone, sacrificando le interazioni con gli altri (Samsung) Tuttavia, molte delle iniziative intraprese rimangono lettera morta. O tutt’al più confinate a livello locale. Un esempio in questo senso è il Regno Unito. Diverse sono gli istituti scolastici che hanno messo al bando i cellulari. Ma quello che manca è una disciplina a livello nazionale. E l’Italia? Pochi giorni fa è stato reso noto un nuovo studio dell’Università Bicocca di Milano. Le conclusioni sono inappellabili. Secondo i ricercatori, l’utilizzo “intensivo e precoce degli smartphone non favorisce l’apprendimento, anzi, riduce le performance di una parte consistente della popolazione studentesca”. La ricerca è stata apprezzata anche dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Che si è detto convinto di voler mettere un argine ai device elettronici “nelle scuole del primo ciclo”. Il caso dell'EstoniaMa nel Vecchio continente c’è anche chi esplora altri sentieri. E tra i Paesi più all’avanguardia figura l’Estonia. La Repubblica baltica ha deciso di far entrare l’Intelligenza artificiale nelle aule, garantendone il libero accesso a tutti gli studenti. L’obiettivo è molto semplice. “Bisogna imparare a usarla”, come ha affermato il presidente estone Alar Karis. Che ha tenuto a ribadire un punto fondamentale: “I dati degli alunni saranno protetti, seguendo la normativa europea”. Per ora l’iniziativa riguarderà gli over 16. Ma in futuro potrebbe essere estesa anche ai più giovani. Va ricordato che l’Estonia da anni punta sull’istruzione come arma di emancipazione sociale. E la forte innovazione che sta vivendo il Paese sembra dar ragione a questo tipo di politiche. Al di là dell’efficacia o meno dei diversi approcci, una cosa è certa. Nell’avvenire bisognerà fare sempre di più i conti con la tecnologia. Assumere maggiore consapevolezza di tali strumenti rimane necessario. Difendendo gli utenti più fragili che si apprestano a muovere i primi passi nel mare magnum della Rete.

Mar 4, 2025 - 22:55
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La Danimarca vieterà gli smartphone nelle scuole


Martin ha gli occhi fissi sul telefonino. Le dita si muovono veloci sullo schermo. Il freddo di Copenaghen non lo ferma. Un altro video su Tiktok e poi deve entrare a scuola. La campanella stride per tutto l’edificio e i ragazzi cominciano ad affollare i banchi. Martin non dispera; ci sarà ancora del tempo per crogiolarsi sui social network. Del resto, il professore è in ritardo. Ma qualcosa sta per cambiare.

La Danimarca ha annunciato un’importante novità. Il Paese scandinavo vieterà l’utilizzo degli smartphone negli edifici scolastici. Tutti gli alunni tra i sette e i sedici anni non potranno più portare i cellulari nelle aule. La raccomandazione arriva dalla commissione danese per il benessere, un organo governativo istituito nel 2023 per indagare le cause del disagio tra i giovani. In realtà l’allarme è stato lanciato già anni fa. Adesso, però, Copenaghen si è convinta a trasformarlo in legge. “Bisogna rivendicare la scuola come luogo educativo, dove c’è spazio per la riflessione”, ha dichiarato Mattias Tesfaye, ministro per l’infanzia e l’istruzione. Che ha concluso in modo perentorio: “L’aula non deve diventare l’estensione della cameretta degli adolescenti”. Anche se saranno previste alcune eccezioni, la Danimarca sembra fare sul serio. L’esecutivo vorrebbe spingersi oltre. Impedire agli under 13 di possedere un proprio smartphone. Un modo per non lasciare i bambini in balia della Rete, dove hanno difficoltà a discernere le informazioni utili dai contenuti dannosi.

L’iniziativa danese è sicuramente la più radicale finora proposta. Ma apre a scenari interessanti. Soprattutto perché a metterla in atto è un Paese che ha fatto della felicità la pietra angolare della sua politica. Nonostante la pioggia e il freddo, diremmo noi mediterranei. Può esistere la gaiezza senza il sole? Si può ancora sorridere sapendo di dover pagare le tasse tra le più alte d’Europa? Eppure, da queste parti, il benessere emotivo diventa una filosofia di governo. L’ elemento imprescindibile da cui far scaturire la prosperità economica. E l’istruzione svolge da sempre un ruolo chiave. Il diritto allo studio è una degli architravi della società scandinava. E chi decide di andare all’università ha diritto a percepire uno stipendio mensile. Così vietare gli smartphone fin dall’infanzia ha l’obiettivo di “restituire il tempo alle attività ricreative, agli amici e alla famiglia, senza trascurare il gioco e la lettura”. I pericoli della tecnologia continuano a far discutere in tutto il mondo. L’esigenza è tutelare gli individui più fragili che si approcciano al mondo di Internet, in primis gli adolescenti.

Approcci differenti

Ipnotizzati Adolescenti trascorrono il tempo sullo smartphone, sacrificando le interazioni con gli altri (Samsung)

Tuttavia, molte delle iniziative intraprese rimangono lettera morta. O tutt’al più confinate a livello locale. Un esempio in questo senso è il Regno Unito. Diverse sono gli istituti scolastici che hanno messo al bando i cellulari. Ma quello che manca è una disciplina a livello nazionale. E l’Italia? Pochi giorni fa è stato reso noto un nuovo studio dell’Università Bicocca di Milano. Le conclusioni sono inappellabili. Secondo i ricercatori, l’utilizzo “intensivo e precoce degli smartphone non favorisce l’apprendimento, anzi, riduce le performance di una parte consistente della popolazione studentesca”. La ricerca è stata apprezzata anche dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Che si è detto convinto di voler mettere un argine ai device elettronici “nelle scuole del primo ciclo”.

Il caso dell'Estonia

Ma nel Vecchio continente c’è anche chi esplora altri sentieri. E tra i Paesi più all’avanguardia figura l’Estonia. La Repubblica baltica ha deciso di far entrare l’Intelligenza artificiale nelle aule, garantendone il libero accesso a tutti gli studenti. L’obiettivo è molto semplice. “Bisogna imparare a usarla”, come ha affermato il presidente estone Alar Karis. Che ha tenuto a ribadire un punto fondamentale: “I dati degli alunni saranno protetti, seguendo la normativa europea”. Per ora l’iniziativa riguarderà gli over 16. Ma in futuro potrebbe essere estesa anche ai più giovani. Va ricordato che l’Estonia da anni punta sull’istruzione come arma di emancipazione sociale. E la forte innovazione che sta vivendo il Paese sembra dar ragione a questo tipo di politiche. Al di là dell’efficacia o meno dei diversi approcci, una cosa è certa. Nell’avvenire bisognerà fare sempre di più i conti con la tecnologia. Assumere maggiore consapevolezza di tali strumenti rimane necessario. Difendendo gli utenti più fragili che si apprestano a muovere i primi passi nel mare magnum della Rete.