Istituto Marchigiano di tutela vini: 16 denominazioni per promuovere l'eccellenza marchigiana
L'Istituto Marchigiano di tutela vini rappresenta l'89% dell'imbottigliato regionale, promuovendo 16 denominazioni di origine.

Moroni
"L’ultimo periodo? Diciamo che non ci ha fatto annoiare". Oltre 500 aziende associate, 16 denominazioni di origine di cui 4 Docg: l’Istituto Marchigiano di tutela vini rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e incide per il 45% sull’intera superficie vitata regionale (oltre 7.500 ettari tra le province di Ancona, Macerata, Fermo e Pesaro-Urbino). Dal 1999 supporta tutti i produttori e garantisce l’autenticità delle produzioni. Il Consorzio tutela ‘I magnifici 16’ e racconta la storia di un territorio: è un patrimonio vitivinicolo che appartiene alle Marche, all’Italia e non solo, quello che IMT tutela, supporta e narra. Un ruolo strategico e straordinario che promuove la qualità del prodotto tipico e l’unicità delle singole denominazioni, oltre a custodire l’identità territoriale dei vini che nascono e maturano tra le colline ondulate della regione e accanto alle brezze marine dell’Adriatico. Il successo si fa strada anche attraverso il lifestyle delle Marche, quello stile di vita autentico ed operoso che caratterizza coloro che nascono in queste terre e sono veri ambasciatori dell’essere marchigiani.
Michele Bernetti, presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini, ci racconti meglio la vostra attività.
"L’istituto non è altro che un consorzio e si occupa di tutela e di promozione dei vini Doc. Sono tra l’altro attività obbligatorie all’interno della denominazione di origine. Quindi ci occupiamo da una parte della tutela del marchio, della denominazione e delle regole che vengono coordinate e gestite dai produttori stessi; dall’altra mettiamo in campo anche azioni di promozione con un’attività collettiva da parte di varie aziende per promuovere il territorio".
Cosa differenzia l’IMT?
"La particolarità principale è sicuramente quella di raccogliere 16 denominazioni: spesso queste tipologie di consorzi sono individuali".
Come mai?
"Questa è un po’ l’eredità che viene dalle associazione di promozione degli anni Ottanta e Novanta. E, nel ‘99, 19 produttori hanno deciso di dare vita e soprattutto una risposta all’esigenza dell’obbligatorietà dei consorzi".
Il consorzio rappresenta un valore aggiunto per le realtà del territorio?
"Ha permesso in certe situazioni di beneficiare di alcuni risparmi per quello che riguarda la parte organizzativa e amministrativa, ma anche di avere un peso rappresentativo importante perché rappresenta una grossa fetta della produzione marchigiana. Ci fu una visione lungimirante".
Oggi che momento affrontano vini marchigiani?
"Se seguiamo la produzione italiana, siamo allineati: è un momento di grandi interrogativi e di cambiamenti".
Quali sono i motivi?
"Innanzitutto stiamo riscontrando un calo dei consumi di vino. Poi ci sono difficoltà sui mercati internazionali, non da ultimo con il discorso dei dazi americani. Ma riscontriamo anche alcune problematiche interne all’area di produzione, basta vedere il caso Moncaro. Insomma: diciamo che nell’ultimo periodo non ci siamo annoiati (sorride, ndr)".
Il Vinitaly, anche a fronte di tutti questi ragionamenti, cosa rappresenta?
"È un’occasione di promozione fondamentale: sono presenti circa 70 nostre aziende, tra quelle che si trovano all’interno dell’area collettiva dedicata alle Marche, organizzata da IMT e dal Consorzio vini Piceni assieme alla Regione".
Come si articola l’area?
"Qui viene data visibilità a tutte le aziende che chiedono uno spazio non dedicato unicamente a se stessi. In più c’è la parte con l’enoteca per tutte aziende socie e quella dedicata a degustazioni, eventi, manifestazioni".
Ci sono anche stand singoli alla kermesse?
"Sì, le aziende hanno anche il proprio stand. C’è una presenza numerosa anche perché molte realtà sono passate dall’area collettiva negli ultimi anni fino a rafforzarsi e oggi sono in grado di andare avanti con le proprie gambe".
Qualche altra curiosità?
"All’interno dell’area collettiva ci saranno diversi momenti con degustazioni guidate in compagnia anche di giornalisti in cui si assaggeranno a rotazione i vini dei produttori presenti. Ci saranno anche convegni: sicuramente rappresenta un momento di grandissimo confronto".