Inge Müller, poesia dalle macerie di guerra (Traduzione di Stefanie Golisch)
In questi giorni, Inge Müller (1925-1966), seconda moglie del drammaturgo Heiner Müller, avrebbe compiuto i cento anni. In vita aveva pubblicato soltanto alcuni libri per l’infanzia. Delle sue poesie, per molto tempo, non si seppe nulla. Sembra che nemmeno suo marito se ne fosse mai interessato. Nata nel 1925, Inge Müller, era figlia della guerra. […] L'articolo Inge Müller, poesia dalle macerie di guerra (Traduzione di Stefanie Golisch) proviene da Il Fatto Quotidiano.

In questi giorni, Inge Müller (1925-1966), seconda moglie del drammaturgo Heiner Müller, avrebbe compiuto i cento anni. In vita aveva pubblicato soltanto alcuni libri per l’infanzia. Delle sue poesie, per molto tempo, non si seppe nulla. Sembra che nemmeno suo marito se ne fosse mai interessato.
Nata nel 1925, Inge Müller, era figlia della guerra. E nell’aprile del 1945, pochi giorni prima della capitolazione, diventa vittima di uno degli ultimi bombardamenti a Berlino: insieme a un cane, rimane per tre giorni sepolta sotto le macerie. Un’esperienza traumatica che elabora cercando di trovare le parole giuste per raccontarla. Alla fine, la poesia forse più intensa è anche la più laconica: Sotto le macerie III.
Dopo la guerra, appena ventenne, tenta di tornare alla vita. Si innamora, si sposa tre volte, diventa madre, collabora alle opere del marito, ma il passato, la paura della morte sotto le macerie, pesa troppo. La guerra è finita, ma non è finita. La guerra, per chi l’ha vissuta in prima persona, non finisce mai. All’età di 41 anni, dopo diversi tentativi falliti, riesce a togliersi la vita. E con essa, definitivamente, la paura della morte.
S.G.
Unterm Schutt III
Als ich Wasser holte fiel ein Haus auf mich
Wir haben das Haus getragen
Der vergessene Hund und ich
Fragt mich nicht wie
Ich erinnere mich nicht
Fragt den Hund wie.
*
Sotto le macerie III
Mentre andavo a prendere l’acqua, una casa cadde su di me
Noi abbiamo sorretto la casa
Il cane dimenticato ed io.
Non chiedetemi come
Non mi ricordo più
Chiedete piuttosto al cane.
***
Nach dem Bombenangriff
Ein schöner Morgen! Kein Baum vorm Haus mehr
Und kein Haus steht mehr unter den Bäumen.
*
Dopo il bombardamento
Bella mattina! Più nessun albero davanti alla casa
E più nessuna casa sotto gli alberi.
***
Meine Liebe
Sie war immer ganz
Sie hat mich zerrissen
Sie hat mir Namen gegeben
Ich hab die Namen vergessen.
*
Il mio amore
Sempre integro fu
Mi ha dilaniato
Mi ha dato nomi
Ho dimenticato quei nomi.
***
Rendevous 44
František
Als du kamst war ich weg
Als ich kam warst du geholt,
František! Die Erde rollt.
Solln wir nur das Leben haben
Um die Freunde zu begraben?
Wann wird was wir wolln gewollt?
Als ich kam warst du geholt
Wenn du kommst bin ich weg
Werd dich suchen, František.
*
Rendevous 44
František
Quando tu sei venuto io ero partita
Quando io sono venuta, ti avevano portato via,
František. Il mondo gira.
Possibile che la vita ci è data soltanto
Per seppellire gli amici?
Dove si trova l’origine del nostro volere?
Quando io sono venuta, ti avevano portato via
Quando tu vieni, io non ci sono più
Verrò a cercarti, František.
***
Liebe 45
Sie hatten kein Haus. Sie hatten kein Bett.
Sie liebten sich draußen vorm Tor.
Hinter ihnen, die Stadt starb den Bombentod.
Rot überm Rauch kam der Mond hervor.
*
Amore 45
Non avevano una casa. Non avevano un letto.
Si amavano fuori dalle mura.
Dietro di loro, la città morì sotto le bombe.
Sopra il fumo spuntò rossa la luna.
***
Mond Neumond Deine Sichel
Mäht unsre Zeit wie Gras
Wir stehn aufrecht im Himmel
Auf dünnem Stundenglas.
Der Stern geht seine Wege
Wir suchen unsern Weg
Wenn ich mich niederlege
Geh über mich hinweg.
*
Luna, nuova luna, la tua falce
Miete il nostro tempo come erba
Stiamo dritti nel cielo
Sulla magra clessidra.
La stella va per la sua strada
Noi cerchiamo la nostra.
Quando mi stendo
Passa pure sopra di me.
***
Wenn ich schon sterben muss
Wenn ich schon sterben muss
Will ich noch einmal
Mit euch durch den Wald gehn
Und vorbei am See in Lehnitz oder
Irgendwo; noch einmal möcht ich sehn:
Himmel
Berge
Meer
Arbeiter und Landstreicher
Äcker und Großbauplätze
Städte am Morgen und bei Nacht
Den alten Chinesen, der das ABC lernt und das Schreiben
An der Hand seines Enkels;
Vom Flugzeug aus sehn: die Haut der Welt…
Da werd ich viel zu glücklich sein
Zum Sterben.
*
Se devo morire
Se devo morire
Vorrei, una volta ancora, andare
Insieme a voi nel bosco
E al lago di Lehnitz o da qualsiasi
Altra parte; ancora una volta vorrei vedere
Cielo
Montagna
Mare
Operai e girovaghi
Campi e cantieri
Città di giorno e di notte.
Il vecchio cinese che sta imparando a leggere e scrivere
Da suo nipote;
Vedere dall’aereo: la pelle del mondo…
Sarò troppo felice per morire.
***
Die Nacht sie hat Pantoffel an
Aus Tierhaut und aus Gold
Im Stiefelschritt marschiert der Tag
Der unsre Nacht einholt.
Wenn morgen früh im Dämmerlicht
Der Star vom Dachrand schreit
Bleibt dein Gedicht und mein Gedicht
Wir und die Nacht sind weit.
*
La notte porta delle pantofole
Fatte di pelle d’animale e oro
Il giorno marcia a passo di parata
Cercando di raggiungere la notte.
Quando nella luce dell’alba
Lo storno grida dal tetto
Le tue e le mie poesie rimangono
Noi e la notte, siamo lontani.
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