In caso di pandemia, non basterà un Dpcm per limitare la libertà. Il nuovo Piano pandemico alle Regioni: cosa cambia su vaccini e restrizioni

Non sarà più possibile disporre restrizioni della libertà personale per mezzo dei Dpcm, come ampiamente accaduto durante i governi Conte. A stabilirlo è il nuovo Piano Nazionale Pandemico. Inviato alla Conferenza Stato-Regioni a cinque anni esatti dal paziente zero di Codogno, mette al bando l’uso dei decreti del presidente del Consiglio con cui sono state emanate molte delle misure per contenere la diffusione del Coronavirus durante la pandemia da Covid-19. «È escluso – si legge nel nuovo piano – l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali. Solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee, straordinarie ed eccezionali».

I vaccini nel piano pandemico

Il nuovo piano riconosce l’uso dei vaccini ma non come unico strumento di contrasto. Questi, infatti «vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili». Inoltre, viene normalizzato il sistema di tracciamento dei contatti nell’evenienza di infezioni respiratorie. «Interrompere le catene di trasmissione di un agente patogeno respiratorio che si sta diffondendo nella comunità può essere complicato», si legge nel piano visionato in anteprima dall’Ansa. «Per questo, in caso di reale e grave rischio per la salute pubblica sarà necessario disporre di misure combinate che includano test, isolamento dei casi, tracciamento dei contatti e la messa in quarantena degli individui esposti». Si precisa che «le misure dovranno essere periodicamente aggiustate in base alle circostanze locali e alle caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell’infezione e ad altri fattori come l’immunità della popolazione, la capacità dei servizi sanitari e la disponibilità di contromisure mediche efficaci come i vaccini e le terapie».

Il commissario straordinario

Inoltre, è prevista in caso di necessità la nomina di un «Commissario straordinario all’emergenza». Ovvero, «un ufficiale nominato dal Governo che agisce in deroga alle disposizioni ordinarie e per un tempo determinato, allo scopo di far fronte a eventi straordinari attraverso poteri esecutivi speciali».
Il piano ribadisce che è necessario «operare in ottemperanza al principio di trasparenza». Per questo, «le informazioni saranno divulgate dalle istituzioni preposte, tanto al personale medico-sanitario quanto ai non addetti ai lavori, in maniera tempestiva e puntuale, attraverso piani comunicativi pubblici e redatti in un linguaggio semplice e chiaro».

L’informazione contro i no vax

Memore dell’antivaccinismo dilagante, il documento evidenzia che «ogni persona deve essere informata sulla base di evidenze scientifiche in merito alle misure adottate, in modo da poter comprendere il significato e il valore delle azioni che ciascuno può compiere per la promozione della propria salute e di quella collettiva. È necessario informare debitamente la popolazione in modo che sia pienamente consapevole delle misure di sanità pubblica e degli atti medici individuali per cui è previsto per legge un consenso informato».

Schillaci: «Tuteliamo i cittadini»

«Le regioni stanno esaminando e a breve avremo il responso», ha affermato compiaciuto il ministro alla Salute Orazio Schillaci. «C’è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini», ha chiarito.

Immagine di copertina: ID 181163663 © Eldar Nurkovic | Dreamstime.com

L'articolo In caso di pandemia, non basterà un Dpcm per limitare la libertà. Il nuovo Piano pandemico alle Regioni: cosa cambia su vaccini e restrizioni proviene da Open.