Il Regno Unito nega l’asilo a un’attivista per i diritti umani afghana: «Può tornare nel suo Paese, non corre alcun rischio»

La decisione del ministero degli Interni «è sconvolgente», dice il suo legale. «Uno shock assoluto: non posso tornare in Afghanistan», spiega Mina (nome di fantasia) L'articolo Il Regno Unito nega l’asilo a un’attivista per i diritti umani afghana: «Può tornare nel suo Paese, non corre alcun rischio» proviene da Open.

Apr 5, 2025 - 23:19
 0
Il Regno Unito nega l’asilo a un’attivista per i diritti umani afghana: «Può tornare nel suo Paese, non corre alcun rischio»

afghanistan-donne-richiesta-asilo-regno-unito

«Non corre alcun pericolo, può tornare in Afghanistan». Con questa motivazione, il ministero dell’Interno britannico ha respinto la richiesta di asilo di Mina (nome di fantasia), attivista per i diritti umani nel Paese sotto dittatura dei talebani. «Pensavo che la mia richiesta sarebbe stata accolta – dichiara al Guardian – sono afghana, ho lavorato con i governi occidentali nei vari progetti dedicati alle donne». Ora, ogni giorno Mina teme di essere rispedita in Afghanistan dove da circa quattro anni, dalla presa di Kabul da parte dei talebani, si è verificato un deterioramento senza precedenti dei diritti delle donne. Una repressione pervasiva e istituzionalizzata, al punto che le organizzazioni per i diritti umani spingono affinché l’apartheid di genere venga riconosciuto come crimine nel diritto internazionale. «Il mio rifiuto è stato un vero shock», commenta.

«Un’eliminazione sistematica dei diritti delle donne»

In Afghanistan, Mina ha preso parte a vari progetti di formazione e mentoring dedicati alle donne, e sostenuti anche finanziariamente dai governi occidentali. «Ogni mattina, quando salutavo la mia famiglia per andare al lavoro, pensavo che potesse essere l’ultima volta che li avrei rivisti», racconta. «Alcuni dei miei colleghi sono semplicemente spariti, e i talebani – prosegue – hanno cambiato il ministero degli affari femminili con il quello del vizio e della virtù: una vera e propria eliminazione sistematica dei diritti delle donne». Nel Regno Unito, circa 2mila domande di asilo presentate da donne afghane sono state respinte nel 2024. Un aumento significativo rispetto alle 48 richieste rigettate nello stesso periodo del 2023.

Le motivazioni del rigetto

Sebbene Mina abbia ricordato, durane il colloquio per la domanda d’asilo, i pericoli che ha dovuto affrontare in Afghanistan a causa del suo lavoro, il ministero è stato chiaro: «Non esiste un reale rischio di persecuzione e può contare su una grande rete di supporto grazie alla sua occupazione», si legge. Molti dei colleghi di Mina sono, però, scappati dal Paese, mentre le associazioni di supporto sono state in gran parte smantellate dai talebani. «Quando sono arrivata qui – racconta ancora Mina – mi sono sentita al sicuro, pensavo di avere un’altra occasione. In Afghanistan – prosegue – non ero considerata un essere umano: ho imparato ad andare in bicicletta nel Regno Unito, qualcosa che non mi era permesso fare nel mio Paese. Ero davvero piena di speranza per la mia nuova vita. Ma, ora, hanno premuto il tasto pausa, e spero davvero – conclude – che qualcuno possa rimetterla in play». Per il suo avvocato, la decisione del dipartimento dell’Interno è «sconvolgente». «Una donna che ha rischiato la vita per difendere i diritti delle donne in Afghanistan non può tornare nel suo Paese. Il Regno Unito – conclude – dovrebbe essere orgoglioso di offrirle protezione».

L'articolo Il Regno Unito nega l’asilo a un’attivista per i diritti umani afghana: «Può tornare nel suo Paese, non corre alcun rischio» proviene da Open.