Il piano Ue di riarmo e le guerricciole fra Stati
I leader Ue benedicono il piano di riamo di von der Leyen, ma chiedono di più. Estratto dal Mattinale Europeo

I leader Ue benedicono il piano di riamo di von der Leyen, ma chiedono di più. Estratto dal Mattinale Europeo
I leader dell’Unione europea ieri hanno dato la loro benedizione politica al piano di riarmo presentato da Ursula von der Leyen per accelerare il rafforzamento della difesa. Al Consiglio europeo straordinario di ieri è stato registrato un consenso tra i ventisette capi di stato e di governo sul piano di riarmo da 800 miliardi. La presidente della Commissione formalizzerà le prime proposte il 20 marzo. Ma alcuni paesi vogliono fare molto di più. Il cancelliere uscente, Olaf Scholz, ha confermato che la Germania chiede una riforma del Patto di stabilità per permettere un aumento strutturale e pluriennale della spesa per la difesa. Altri, come Spagna e Francia (ma anche alcuni nordici e la Polonia), vorrebbero uno strumento di debito comune dell’Ue per fornire sussidi ai governi per comprare armi, andando oltre i 150 miliardi di euro di prestiti promessi da von der Leyen. Sarà la discussione dei prossimi mesi. Le conclusioni del Consiglio europeo prevedono altre misure per finanziare la difesa. Antonio Costa ha definito il piano “ReArm Europe” come “un primo pacchetto” e ha chiesto alla Commissione di presentare “tutte le opzioni”. Per Costa, non ci devono essere “tabù”.
POLONIA E DANIMARCA PRONTI A DISCUTERE SULL’OMBRELLO NUCLEARE FRANCESE
Il primo ministro polacco, Donald Tusk, e la premier danese, Mette Frederiksen, sono stati i primi leader a dirsi disponibili a discutere dell’offerta di Emmanuel Macron di estendere la deterrenza nucleare francese ad altri paesi europei. “È qualcosa che vale la pena considerare”, ha detto Tusk, prima del Consiglio europeo di ieri. “Non è qualcosa su cui stiamo lavorando, ma non starò qui e dire no alle idee degli altri. Ora tutto deve essere sul tavolo”, ha detto Frederiksen. Macron ha offerto di estendere la protezione della deterrenza ai paesi che lo vorranno nel suo discorso ai francesi mercoledì. E’ stato il futuro cancelliere tedesco, Friedrich Merz, a rilanciare il dibattito affermando di voler discutere con Macron e Keir Starmer “se la condivisione nucleare, o almeno la sicurezza nucleare del Regno Unito e della Francia, potesse applicarsi anche a noi”. Il cancelliere uscente, Olaf Scholz, è meno entusiasta. “Siamo alleati nella Nato”, ha risposto ieri Scholz ai giornalisti.
ORBAN SI SMARCA
Per la prima volta dall’inizio della guerra di aggressione della Russia, il Consiglio europeo non è stato in grado di adottare conclusioni sull’Ucraina. Viktor Orban è andato fino in fondo nella sua minaccia di veto, opponendosi alla bozza che era stata preparata dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. “L’Ungheria è isolata ed è sola”, ha detto Costa. “Noi siamo uniti E non sarà certo l’Ungheria a dividerci”. Secondo Costa, “un paese isolato non crea divisione”. L’Ue andrà avanti a 26: sono i leader che hanno sottoscritto una dichiarazione allegata alle conclusioni sulla difesa adottate ieri. Il testo fissa i principi degli europei per eventuali negoziati di pace: nessun negoziato sull’Ucraina senza l’Ucraina; nessun negoziato sulla sicurezza europea senza l’Europa; una tregua solo come parte di un processo che porti a un ampio accordo di pace; garanzie di sicurezza robuste e credibili; il rispetto dell’indipendenza, sovranità e integrità territoriale. L’Ue sostiene il principio della “pace attraverso la forza” e intende continuare a fornire sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all’Ucraina, mantenendo la pressione sulla Russia con ulteriori sanzioni.
LE GARANZIA DI SICUREZZA OFFERTE DALL’UE
“L’Ue e i suoi stati membri sono pronti a contribuire ulteriormente alle garanzie di sicurezza” dell’Ucraina, dice la dichiarazione dei 26 sull’Ucraina. Il testo include l’impegno a “esplorare il possibile uso di strumenti di politica di sicurezza e difesa comuni”. Gli strumenti sono molti, ma la dichiarazione segnala la volontà dell’Ue di non restare fuori dai giochi, nel momento in cui si sta formando una coalizione dei volenterosi europei per inviare soldati e aerei in Ucraina. Tuttavia, la principale garanzia di sicurezza rimane l’esercito ucraino. “Un’Ucraina capace di difendersi in modo efficace è una parte integrale di qualsiasi futura garanzia di sicurezza”, dice la dichiarazione dei 26. L’Ue continuerà ad addestrare le forze armate ucraine e a sviluppare la sua industria della difesa.
COSA PENSA ZELENSKY DEI CONTINGENTI EUROPEI IN UCRAINA
Nel suo discorso durante il Consiglio europeo, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha spiegato che i contingenti europei inviati in Ucraina nell’ambito delle garanzie di sicurezza in caso di accordo di pace. “Accolgo con favore gli sforzi dei miei colleghi europei, e non si tratta solo dell’Ue, ma dell’Europa in senso lato, per aumentare la spesa per la difesa nazionale e modernizzare gli eserciti nazionali”, ha detto Zelensky. “Tutti in Europa ne hanno bisogno. Quando concorderemo sul formato delle Forze armate d’Europa, questo formato si baserà sulla forza degli eserciti nazionali e sull’esperienza dei contingenti partner schierati in Ucraina, che è ciò su cui stiamo lavorando ora”, ha aggiunto Zelensky. Dopo un incontro con Emmanuel Macron, il presidente ucraino ha confermato che la prima riunione dei capi di Stato maggiore dei paesi pronti a partecipare alla coalizione dei volenterosi si terrà l’11 marzo a Parigi.
(Estratto dal Mattinale Europeo)