“Il Papa deve morire”, il libro di Gavazzeni sull’attentato a Wojtyla: “Esposto in Procura, omessi elementi essenziali”
La pista del terrorismo armeno dietro l’attentato a Karol Wojtyła. Questo è quanto emerge da oltre 400 documenti dei servizi segreti, ministeri, Digos, questure, prefetture, provenienti dall’Archivio Centrale di Stato, nel libro “Il Papa deve morire”, scritto da Ezio Gavazzeni ed edito da Paper First, che riscrive la storia dell’attentato a Giovanni Paolo II, compiuto […] L'articolo “Il Papa deve morire”, il libro di Gavazzeni sull’attentato a Wojtyla: “Esposto in Procura, omessi elementi essenziali” proviene da Il Fatto Quotidiano.

La pista del terrorismo armeno dietro l’attentato a Karol Wojtyła. Questo è quanto emerge da oltre 400 documenti dei servizi segreti, ministeri, Digos, questure, prefetture, provenienti dall’Archivio Centrale di Stato, nel libro “Il Papa deve morire”, scritto da Ezio Gavazzeni ed edito da Paper First, che riscrive la storia dell’attentato a Giovanni Paolo II, compiuto da Mehmet Ali Ağca nel maggio del 1981.
Da questa ricostruzione emerge come l’Esercito Segreto per la Liberazione dell’Armenia (ASALA) minacciasse di morte il papa polacco dal 1977 al 1983. Il motivo? L’operazione coperta chiamata Operazione Safe Haven, gestita da Vaticano, governo italiano e Usa (Henry Kissinger), con lo scopo di espatriare gli armeni dall’allora Urss e portarli a Roma, in 16 pensioni “convenzionate”, per poi farli arrivare negli Stati Uniti. Lo Stato italiano nel 1980 iniziò pure una trattativa con il terrorismo armeno, a Beirut, che si concluse nel 1983 con la firma di Oscar Luigi Scalfaro, per fermare gli attacchi sul territorio italiano in cambio dello stop al flusso di emigrazione dei profughi armeni attraverso il nostro Paese. Flusso che, a quanto risulta dagli stessi proprietari di quelle pensioni, effettivamente si interruppe.
Eppure, racconta nel libro l’autore, quando nel 1983 il pm Ilario Martella si apprestava a concludere le indagini sull’attentato a Giovanni Paolo II, con la cosiddetta “Pista Bulgara”, i servizi segreti gli mentirono sulle precedenti minacce di morte al pontefice. Il magistrato infatti, come dichiara nell’intervista presente in questo libro, non era a conoscenza del coinvolgimento del terrorismo armeno, né tantomeno di una trattativa con lo Stato italiano. Per questo motivo, come ha chiarito nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati, lo stesso Gavazzeni ha deciso di presentare un esposto in Procura, per riaprire l’indagine, considerata “l’omissione dagli apparati di elementi essenziali” per fare luce sul caso. “Credo che la Procura possa con questi documenti inediti chiarire chi fossero i mandanti e cosa c’era intorno all’attentato al Papa”, ha auspicato Gavazzeni. Allo stesso tempo, è stata la deputata M5s Stefania Ascari – che ha partecipato all’iniziativa insieme a Marco Lillo, giornalista d’inchiesta e vicedirettore del Fatto Quotidiano, e all’ex magistrato Guido Salvini – a preannunciare la presentazione di un’interrogazione parlamentare in merito.
IL PAPA DEVE MORIRE di Ezio Gavazzeni
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