Il femminicidio diventa reato punito con l'ergastolo

In una giornata densa di significato, alla vigilia dell’8 marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio nel codice penale. Il provvedimento, annunciato in conferenza stampa a Palazzo Chigi dalla ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, segna una svolta storica nella legislazione italiana in materia di violenza di genere.“Il femminicidio diventa un nuovo reato autonomo ed è punibile con l’ergastolo”, ha dichiarato Roccella, sottolineando l’importanza di questa innovazione non solo dal punto di vista giuridico, ma anche culturale. Fino ad oggi, il termine “femminicidio” non aveva una collocazione specifica all’interno del codice penale italiano, ma con questa riforma il legislatore ha inteso evidenziarne la peculiarità e la gravità sociale.Secondo la bozza del ddl, “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna, o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà, o comunque l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo”. Inoltre, nei casi di maltrattamenti in famiglia, se il reato è motivato da odio o discriminazione di genere, la pena sarà aumentata da un terzo alla metà.L’urgenza di questa riforma è testimoniata dai numeri allarmanti. Secondo il rapporto di UN Women Italy, nel 2024 ogni dieci minuti una donna è stata uccisa dal proprio partner o da un familiare. Solo in Italia, i femminicidi compiuti nell’ultimo anno sono stati 114. A livello globale, una donna su otto tra i 15 e i 50 anni ha dichiarato di aver subito violenza sessuale o psicologica da parte del partner. Inoltre, il 18,8% delle donne italiane è stato vittima di violenze sessuali, mentre il 15% ha subito molestie sul lavoro.Il provvedimento include anche disposizioni volte a rafforzare la tutela delle vittime. Una delle novità principali riguarda l’obbligo per il pubblico ministero di procedere personalmente all’audizione della persona offesa nei casi di codice rosso, senza possibilità di delegare alla polizia giudiziaria. Questa misura punta a garantire maggiore attenzione e tempestività negli interventi.Inoltre, il ddl prevede l’introduzione di oneri formativi obbligatori per i magistrati, che dovranno partecipare a corsi specializzati sulla violenza di genere, indipendentemente dalla loro appartenenza a gruppi o sezioni specializzate. L’obiettivo è fornire ai giudici strumenti più efficaci per riconoscere e affrontare in modo adeguato i segnali di pericolo prima che si verifichi l’irreparabile.Un ulteriore aspetto di rilievo riguarda la comunicazione immediata alla vittima della scarcerazione del condannato per reati di femminicidio, maltrattamenti, molestie sessuali, lesioni personali e stalking. Secondo quanto riportato nella bozza, il giudice avrà l’obbligo di informare tempestivamente la persona offesa, qualora questa ne abbia fatto richiesta, per garantirle la possibilità di adottare le necessarie misure di protezione.Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito l’approvazione del ddl un “risultato epocale”, sottolineando come il riconoscimento del femminicidio come fattispecie autonoma rappresenti un importante passo avanti nella lotta alla violenza sulle donne.Il disegno di legge, che ora dovrà affrontare l’iter parlamentare, ha suscitato ampio dibattito tra giuristi e associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle donne. L’auspicio è che la sua approvazione definitiva possa avvenire in tempi brevi, affinché le nuove misure possano contribuire a ridurre il tragico fenomeno dei femminicidi, che ancora oggi, in Italia, mietono una vittima ogni tre giorni. Il Governo punta, inoltre, a un Testo Unico sulla violenza di genere entro la fine della legislatura, per armonizzare e rafforzare la normativa esistente.

Mar 7, 2025 - 23:55
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Il femminicidio diventa reato punito con l'ergastolo


In una giornata densa di significato, alla vigilia dell’8 marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio nel codice penale. Il provvedimento, annunciato in conferenza stampa a Palazzo Chigi dalla ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, segna una svolta storica nella legislazione italiana in materia di violenza di genere.

“Il femminicidio diventa un nuovo reato autonomo ed è punibile con l’ergastolo”, ha dichiarato Roccella, sottolineando l’importanza di questa innovazione non solo dal punto di vista giuridico, ma anche culturale. Fino ad oggi, il termine “femminicidio” non aveva una collocazione specifica all’interno del codice penale italiano, ma con questa riforma il legislatore ha inteso evidenziarne la peculiarità e la gravità sociale.

Secondo la bozza del ddl, “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna, o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà, o comunque l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo”. Inoltre, nei casi di maltrattamenti in famiglia, se il reato è motivato da odio o discriminazione di genere, la pena sarà aumentata da un terzo alla metà.

L’urgenza di questa riforma è testimoniata dai numeri allarmanti. Secondo il rapporto di UN Women Italy, nel 2024 ogni dieci minuti una donna è stata uccisa dal proprio partner o da un familiare. Solo in Italia, i femminicidi compiuti nell’ultimo anno sono stati 114. A livello globale, una donna su otto tra i 15 e i 50 anni ha dichiarato di aver subito violenza sessuale o psicologica da parte del partner. Inoltre, il 18,8% delle donne italiane è stato vittima di violenze sessuali, mentre il 15% ha subito molestie sul lavoro.

Il provvedimento include anche disposizioni volte a rafforzare la tutela delle vittime. Una delle novità principali riguarda l’obbligo per il pubblico ministero di procedere personalmente all’audizione della persona offesa nei casi di codice rosso, senza possibilità di delegare alla polizia giudiziaria. Questa misura punta a garantire maggiore attenzione e tempestività negli interventi.

Inoltre, il ddl prevede l’introduzione di oneri formativi obbligatori per i magistrati, che dovranno partecipare a corsi specializzati sulla violenza di genere, indipendentemente dalla loro appartenenza a gruppi o sezioni specializzate. L’obiettivo è fornire ai giudici strumenti più efficaci per riconoscere e affrontare in modo adeguato i segnali di pericolo prima che si verifichi l’irreparabile.

Un ulteriore aspetto di rilievo riguarda la comunicazione immediata alla vittima della scarcerazione del condannato per reati di femminicidio, maltrattamenti, molestie sessuali, lesioni personali e stalking. Secondo quanto riportato nella bozza, il giudice avrà l’obbligo di informare tempestivamente la persona offesa, qualora questa ne abbia fatto richiesta, per garantirle la possibilità di adottare le necessarie misure di protezione.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito l’approvazione del ddl un “risultato epocale”, sottolineando come il riconoscimento del femminicidio come fattispecie autonoma rappresenti un importante passo avanti nella lotta alla violenza sulle donne.

Il disegno di legge, che ora dovrà affrontare l’iter parlamentare, ha suscitato ampio dibattito tra giuristi e associazioni impegnate nella difesa dei diritti delle donne. L’auspicio è che la sua approvazione definitiva possa avvenire in tempi brevi, affinché le nuove misure possano contribuire a ridurre il tragico fenomeno dei femminicidi, che ancora oggi, in Italia, mietono una vittima ogni tre giorni. Il Governo punta, inoltre, a un Testo Unico sulla violenza di genere entro la fine della legislatura, per armonizzare e rafforzare la normativa esistente.