Il fast fashion di Forever 21 non va più di moda

Attività per un valore compreso tra 100 e 500 milioni di dollari e passività tra 1 e 10 miliardi di dollari. È questo il bilancio della società americana di fast fashion Forever 21 che ha presentato istanza di fallimento per la seconda volta in sei anni. Tutti i dettagli

Mar 17, 2025 - 16:38
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Il fast fashion di Forever 21 non va più di moda

Attività per un valore compreso tra 100 e 500 milioni di dollari e passività tra 1 e 10 miliardi di dollari. È questo il bilancio della società americana di fast fashion Forever 21 che ha presentato istanza di fallimento per la seconda volta in sei anni. Tutti i dettagli

 

Fondata a Los Angeles nel 1984 da immigrati sudcoreani, Forever 21 è stata tra i nomi più noti del settore fast fashion. Nel 2016 gestiva circa 800 negozi in tutto il mondo, di cui 500 negli Stati Uniti. Ieri ha dichiarato bancarotta, come già accaduto nel 2019.

FOREVER 21 DI MANO IN MANO

Dopo la prima istanza di fallimento, non è bastata l’unione di un gruppo di acquirenti a rilanciare la statunitense Forever 21. Sei anni fa, tra litigi e creditori con una scarsa capacità di recupero, Simon Property Group, Brookfield Corp. e Authentic Brands si erano uniti per acquistarla e darle nuova vita attraverso un’impresa chiamata Sparc Group.

Lo scorso gennaio poi il gruppo ha annunciato di volersi unire a JCPenney per formare Catalyst Brands e, al momento della fusione, Catalyst ha dichiarato che stava “esplorando opzioni strategiche” per Forever 21. Oggi, tra gli azionisti di Catalyst Brands figura anche Shein.

LA SECONDA BANCAROTTA

Ieri però il marchio di fast fashion ha comunicato di aver presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11 per la seconda volta. Le cause sarebbero da attribuirsi all’elevata inflazione e alla riduzione del budget per l’abbigliamento da parte degli acquirenti, ma anche all’aumento della concorrenza e degli acquisti online, oltre che alla diminuzione del traffico nei centri commerciali.

Già nel 2019, con la prima bancarotta, Forever 21 aveva chiuso centinaia di negozi. Oggi ne conta più di 540 nel mondo, di cui circa 350 negli Stati Uniti.

Secondo un documento depositato presso il tribunale fallimentare del distretto del Delaware, la società ha stimato le proprie attività tra i 100 e i 500 milioni di dollari, mentre le passività sono comprese tra 1 e 10 miliardi di dollari. Il documento indicava inoltre che i creditori erano compresi tra 10.001 e 25.000.

COSA SUCCEDE ORA

Forever 21 ha dichiarato che farà vendite di liquidazione nei suoi negozi e contemporaneamente condurrà un processo di vendita e commercializzazione supervisionato dal tribunale per alcuni o tutti i suoi beni. In caso di successo della vendita, il marchio ha fatto sapere che potrebbe rinunciare a una completa chiusura delle attività per facilitare una transazione con continuità aziendale.

Inoltre, ha aggiunto che i suoi negozi e il suo sito web negli Stati Uniti rimarranno aperti e continueranno a servire i clienti, mentre i suoi negozi internazionali non subiranno alcuna modifica poiché i punti vendita al di fuori degli Usa sono gestiti da altri licenziatari e non sono inclusi nella dichiarazione di fallimento.

UNA (TERZA) NUOVA VITA?

L’istanza di fallimento, ipotizza Reuters, significa probabilmente la liquidazione dell’azienda, che non è riuscita a trovare un acquirente. Tuttavia, il suo marchio e la sua proprietà intellettuale, ancora detenuti da Authentic Brands, potrebbero continuare a vivere in una forma diversa. Anche se l’amministratore delegato di Authentic Brands Jamie Salter, l’anno scorso, ha definito l’acquisizione di Forever 21 “il più grande errore che ho fatto”.

Lo scorso febbraio, una persona aveva dichiarato a Bloomberg che Authentic Brands intende concedere in licenza Forever 21 ad altri rivenditori e distributori esistenti, indipendentemente dall’esito della potenziale vendita o liquidazione dell’operatore statunitense.