Il discorso di Draghi al Senato è un monito all’Ue: “Trump minaccia la nostra sicurezza”

Il discorso di Mario Draghi al Senato italiano è un bagno di realtà per l’Unione europea, che deve prendere atto di un cambiamento epocale: gli Stati Uniti, nostro storico punti di riferimento politico-economico, con la svolta di Donald Trump, non saranno più il nostro ombrello. Anzi, sotto il profilo puramente commerciale, con la minaccia dei

Mar 18, 2025 - 12:08
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Il discorso di Draghi al Senato è un monito all’Ue: “Trump minaccia la nostra sicurezza”

Il discorso di Mario Draghi al Senato italiano è un bagno di realtà per l’Unione europea, che deve prendere atto di un cambiamento epocale: gli Stati Uniti, nostro storico punti di riferimento politico-economico, con la svolta di Donald Trump, non saranno più il nostro ombrello.

Anzi, sotto il profilo puramente commerciale, con la minaccia dei dazi, gli Usa sono diventati nostri competitor. E l’Ue si trova schiacciata fra due titani: un’America disinteressata e una Russia con mire imperialiste. Da qui la necessità di procedere a un piano di riarmo, a scopo di deterrenza. Ma la strada è tutta in salita.

Perché Mario Draghi ha parlato al Senato

Mario Draghi ha preso la parola nell’aula Koch di Palazzo Madama per un’audizione davanti a tre Commissioni di Camera e Senato (Affari Europei, Bilancio e Attività Produttive) per presentare il suo Rapporto sulla competitività, scritto su impulso della presidente della Commissione europea Ursula der Leyen e già illustrato al Parlamento europeo lo scorso 17 settembre. Il testo è stato aggiornato alla luce degli ultimi sviluppi, ovvero il disimpegno militare degli Usa nei confronti dell’Europa e i dazi di Trump.

Il documento prevede un piano di investimenti annui da 800 miliardi di euro per l’innovazione, la transizione energetica e la difesa.

Putin minaccia per l’Ue

“La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione europea“.
Così ha detto Mario Draghi, presentando il suo rapporto al Parlamento. “Gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile. L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali”.

Trump mette a rischio pace e prosperità

“L’Unione europea ha garantito per decenni ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e, insieme all’alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti della nostra società europea. Questi valori sono oggi posti in discussione”, ha evidenziato il consulente speciale della Commissione europea. “La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner”, ha aggiunto. “I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee“.

Serve una difesa comune europea

“La difesa comune dell’Europa diventa passaggio obbligato per sviluppare le tecnologie in grado di garantire la nostra sicurezza”, ha affermato Mario Draghi. L’ex premier ed ex presidente della Bce ha individuato nel frazionamento degli investimenti nazionali il problema principe che impedisce all’Ue di essere più indipendente dal punto di vista della sicurezza e della difesa. “Occorre definire – ha detto Draghi – una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei” e che “sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale”. Nell’unione sorta nel Vecchio Continente, in sintesi, si procede oggi in ordine sparso e caotico, senza coordinamento. Se l’Ue riuscisse a coordinare i propri investimenti “ne avrebbe certamente un maggior ritorno industriale, nonché un rapporto più equilibrato con l’alleato atlantico anche sul fronte economico”.

Debito comune europeo unica strada

È già dato per scontato che “gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit” e dunque “il ricorso al debito comune è l’unica strada”. Per Draghi, interventi a scapito della spesa sociale e sanitaria sarebbero “la negazione” dell’identità europea.

Il costo dell’energia azzoppa l’Ue

“Costi dell’energia così alti pongono le aziende – europee e italiane in particolare – in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri” e mettono a rischio “la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell’economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita”, ha evidenziato Mario Draghi. Serve dunque una “seria politica di rilancio della competitività europea” che “deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie”. “Nel primo semestre del 2024, l’Italia risultava il secondo Paese europeo con il più alto livello di imposizione e prelievi non recuperabili per i consumatori elettrici non domestici”, ha aggiunto Draghi.

Green deal a rischio

Ma a preoccupare Draghi è anche il gas, sul quale “è necessaria una maggiore trasparenza sui prezzi di acquisto alla fonte. Il beneficio dei più bassi costi operativi delle rinnovabili raggiungeranno pienamente gli utenti finali solo tra molti anni. I cittadini ci stanno dicendo che sono stanchi di aspettare. La stessa decarbonizzazione è a rischio. I prezzi all’ingrosso dell’elettricità dipendono dal mix di generazione ma anche da come si forma il prezzo”.

“Occorre certamente accelerare lo sviluppo di generazione pulita e investire estesamente nella flessibilità e nelle reti. Ma occorre anche disaccoppiare il prezzo dell’energia prodotta dalle rinnovabili e dal nucleare da quello dell’energia di fonte fossile”, ha detto Draghi tracciando la strada.

Urge una deregulation

In Europa ci sono troppi regolamenti e troppo caotici. Urge, dunque, una deregulation che tolga i legacci all’iniziativa imprenditoriale, anche in considerazione del fatto che sul fronte dei servizi e delle nuove tecnologie l’Europa ha mangiato la polvere americana e cinese. “Non si tratta di proporre una deregolamentazione selvaggia, ma solo un po’ meno di confusione”, propone Draghi.

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