Il Colle nel mirino di Mosca, nuovo attacco a Mattarella: Tajani convoca l’ambasciatore
Maria Zakharova: dal presidente italiano solo menzogne e fake news. Il riferimento è alle frasi del Capo dello Stato sulla Russia e il nucleare

Roma, 14 marzo 2025 – Rispondere a muso duro con una posizione ufficiale o non rispondere alla provocazione di Mosca per non fare il gioco di Putin? Il governo valuta le due strade con attenzione, resta in silenzio per ore dopo il nuovo affondo di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, in realtà una diplomatica di primo piano, contro Sergio Mattarella, malgrado l’opposizione (eccetto M5s) reclami una presa di posizione che si fa aspettare fino a sera: la convocazione dell’ambasciatore russo in Italia per chiedere conto delle tre intemerate in un mese.
L’ultima ieri mattina. Zakharova, sollecitata da un giornalista del sito International Reporters sul tema, bolla come “menzogne, fake, disinformazione”, le parole pronunciate dal presidente italiano ad Hiroshima l’8 marzo scorso: “La Russia si è fatta promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare”. Con “le minacce all’Ucraina”, aveva aggiunto, Mosca ha agito “instillando l’inaccettabile idea che ordigni nucleari possano divenire strumento ordinario nella gestione dei conflitti, come se non conducessero inevitabilmente alla distruzione totale”. La portavoce ha usato parole forse meno dure di quelle adoperate il 14 febbraio, e soprattutto il 17 febbraio, quando aveva accusato Mattarella di invenzioni “blasfeme” per aver accostato il comportamento della Russia a quello del Terzo Reich.
Stavolta però c’è un motivo in più che convince il Colle, Palazzo Chigi e la Farnesina di dover rispondere con il massimo della durezza. Le affermazioni del titolare della Farnesina, Antonio Tajani – in Canada per il G7 dei ministri degli Esteri – sono da questo punto di vista chiare ed inequivocabili: “Condanna severa contro l’ennesimo attacco verbale nei confronti del presidente della Repubblica. Uomo di pace e simbolo di unità nazionale ed europea. Per questo ho chiesto al segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, di convocare l’ambasciatore della Federazione russa a Roma. Al capo dello Stato la mia più sincera solidarietà”.
Non è un caso che l’intemerata di Zakharova non sia arrivata subito dopo il discorso di Mattarella in Giappone, ma all’indomani del voto all’Europarlamento che ha messo in piena luce le divisioni nel governo italiano. Del resto, anche ieri la Lega come nelle due occasioni precedenti, ha affidato il compito di solidarizzare con Mattarella a una figura di non primissimo piano: il vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Paolo Formentini. Il quale, peraltro, si è tenuto quasi equidistante chiedendo a tutti, quindi anche a Mattarella di “abbassare i toni” per “arrivare alla pace”. Di contro, diverse voci del centrodestra supportano la posizione dura dell’esecutivo, dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, fino a Maurizio Lupi.
Alle divisioni del governo si sommano quelle tra l’Italia e l’asse anglofrancese sull’eventuale missione europea di peacekeeping che Macron continua a sostenere e che la Russia considera una provocazione. La premier non ha ancora deciso se domani parteciperà alla videocall della coalizione dei volonterosi convocata da Londra, ma se ci sarà lo farà per dire che i militari italiani non vanno senza un mandato Onu. Senza dubbio Mattarella è stato sin dall’inizio della guerra in Ucraina tra i più fermi nel contrastare l’invasione russa. È davvero probabile che il martellamento di Mosca risponda a un calcolo che va oltre la semplice replica. Per questo stavolta la risposta non poteva e non doveva mancare.