Il 2024 nella filiera del printing: intervista a Michele Bianchi
Come di consueto i presidenti delle principali realtà associative di settore ci aiutano a tracciare un quadro dell’anno appena concluso e a rivolgere lo sguardo alle aspettative rispetto ai mesi che ci attendono per quanto riguarda l’andamento della filiera del printing e del converting. Come è andato il 2024, che si è da poco concluso, […] L'articolo Il 2024 nella filiera del printing: intervista a Michele Bianchi proviene da Stampamedia.

Come di consueto i presidenti delle principali realtà associative di settore ci aiutano a tracciare un quadro dell’anno appena concluso e a rivolgere lo sguardo alle aspettative rispetto ai mesi che ci attendono per quanto riguarda l’andamento della filiera del printing e del converting.
Come è andato il 2024, che si è da poco concluso, per la filiera del printing?
Quando parliamo di filiera del printing, nell’ambito di Federazione Carta e Grafica, è importante ricordarne il “perimetro”. Intendiamo infatti l’aggregato di quattro settori: quello delle macchine per la grafica e la cartotecnica, quello cartario, e quello grafico e cartotecnico trasformatore, rappresentati rispettivamente da Acimga, Assocarta e Assografici. Un segmento importante dell’economia italiana, che nel 2023 ha contribuito a generare l’1,3% del PIL con un fatturato di 27,2 miliardi di euro, in significativo calo per il rientro del fenomeno inflattivo del 2022.
Nel 2024 prevediamo ancora un leggero calo del fatturato complessivo. Crescerà infatti ancora il giro d’affari delle macchine per la grafica e la cartotecnica – a +1,7% nei primi 9 mesi dell’anno – e tornerà in positivo almeno di 1 punto percentuale il settore cartario. Saranno però ancora in “recupero” del fenomeno inflattivo – con prezzi e giro d’affari in calo – sia il comparto grafico sia quello cartotecnico trasformatore – entrambi stimati in diminuzione di circa il 5% nei primi nove mesi del 2024.
L’andamento è comunque in generale miglioramento dopo il primo trimestre e i fenomeni di sofferenza di inizio anno che hanno riguardato maggiormente la domanda interna, mentre si è stabilizzato l’export. Stimiamo infatti il saldo della bilancia commerciale nel 2024 in crescita di oltre il 2% (oltre 3,7 miliardi di euro del 2023). Inoltre, nel corso del 2024, è da segnalare la ripartenza della produzione di tutti i comparti rappresentati, incluso quello grafico e quello cartotecnico, anche se in calo in termini di giro d’affari.
Come Federazione siete intervenuti con attività istituzionali anche nell’ambito di Regolamenti UE e DL governativi, quali sono i stati i temi più urgenti affrontati lo scorso anno?
L’attività istituzionale della Federazione, a livello UE, è stata molto intensa sul fronte del PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio, pubblicato proprio nei giorni scorsi. È stato un lavoro di collaborazione con le nostre associazioni europee e di interlocuzione con le istituzioni UE da un lato, e dall’altro di attività con Governo e parlamentari italiani affinché venisse riconosciuto e valorizzato il nostro primato in termini di sviluppo dell’economia circolare. Alla fine “il riciclo” ha trovato il suo giusto riconoscimento. Gli imballaggi e i prodotti monouso a base carta sono stati esentati dagli obiettivi di riuso ed esclusi da restrizioni ingiustificate alla salvaguardia dell’impatto sull’ambiente.
Rilevante è anche l’azione in corso per difendere il recepimento italiano della direttiva SUP (Single Use Plastic), che prevede che i manufatti mono uso contenenti meno del 10% di plastica non ricadano nel campo di applicazione della legge. Altrettanto importante è che si sia ottenuto il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della nuova normativa EUDR (EU Deforestation Directive), la legge che obbliga una tracciabilità spinta sulla fornitura dei materiali cellulosici, date le significative lacune pratico esecutive della legge stessa. Intensa, sul fronte interno, è la continua attività mirata a introdurre nuove regole che possano favorire il superamento del gap competitivo che le nostre aziende si portano dietro sul fronte dell’approvvigionamento energetico e dei suoi costi se paragonati ad altri paesi Europei.
Mi pare molto evidente anche l’attività dell’Osservatorio Carta penna e digitale, che la Federazione ha contribuito a fare nascere e a sostenere…
Verissimo. La Federazione sta insistendo, anche attraverso questo strumento di advocacy, sul tema del valore della lettura su carta e della scrittura a mano, o, meglio, sulla necessità di trovare un giusto equilibrio nel continuo processo di digitalizzazione. Questo spesso procede incurante degli effetti che l’eccesso di digitale sta avendo sulle abitudini e anche sulla salute psicofisica delle persone, in particolare delle nuove generazioni. Un’azione che sta incominciando a produrre effetti concreti, quello è l’obiettivo finale, anche in un’inversione dell’azione del Governo. Il ministro dell’Istruzione ha annunciato l’abbandono del digitale e il ritorno al diario fisico nelle scuole elementari e medie; è stato approvato un piano triennale per la lettura che prevede di privilegiare quella su carta. Si è costituito un intergruppo parlamentare a presidio di queste tematiche.
Quali sono le sfide che dovranno fronteggiare le aziende dei diversi comparti della filiera del printing nel 2025?
Il tema centrale per il 2025 resta quello della competitività delle nostre imprese rispetto ai competitor europei e non solo. Rimanere competitivi nell’attuale scenario geo-politico, dove l’industria deve raggiungere obiettivi green e al contempo tecnologici, è la vera sfida industriale del nostro settore e di tutta la manifattura. Mantenere alto il livello degli investimenti nell’innovazione tecnologica e nella capacità di rispondere ai problemi con soluzioni innovative.
Una sfida che richiede impegno da parte delle imprese, ma che ha bisogno di una vera e propria politica industriale coerente, sia a livello italiano, sia europeo. La difficoltosa congiuntura geo-politica, che influenza mercati di sbocco e acquisti di materie prime e combustibili, richiede investimenti pubblici e privati per mettere in condizioni le imprese di competere a livello internazionale.
Come Federazione, su questo tema abbiamo preso parte alla consultazione del MIMIT sul libro verde “Made in Italy 2030”, con l’obiettivo di valorizzare e sviluppare le filiere industriali italiane. Auspichiamo poi che il piano Industry 5.0 trovi finalmente impulso operativo e spinga le imprese a nuovi investimenti e valorizzi la componente tecnologica, presente anche nella nostra federazione.
Dando uno sguardo alla situazione geopolitica, prevede ci possano essere ripercussioni significative che possono impattare sulla filiera di carta e grafica nel nostro Paese?
L’incertezza nello scenario internazionale, i conflitti in corso, le conseguenze sul fronte materie prime e costo dell’energia: sono tutte dinamiche che impattano sull’export e quindi molto sensibili per i comparti che rappresentiamo, che sono molto propensi all’esportazione. Ma sono fattori che impattano molto anche sulla produzione di carta, che è ad alta intensità energetica: già la nostra industria paga in chiave di competitività il fatto che in Paesi europei come Francia, Spagna e Germania l’energia abbia un costo molto più basso.
Abbiamo il tema degli scarti di lavorazione che in Italia ci vedono costretti a mandarli in discarica o in pochi termovalorizzatori generali, anziché utilizzarli per produrre calore ed energia elettrica a piè di fabbrica, come viene fatto in tutti gli altri paesi europei. Se si aggiungono poi le tensioni sui mercati internazionali abbiamo visto quali siano gli effetti registrati tra il 2022 e il 2023. Non resta quindi che augurarsi la fine dei conflitti in corso e una maggiore prevedibilità e stabilità della situazione geopolitica, ma la storia recente non ci rende particolarmente ottimisti…
Quali sono i progetti più importanti a cui lavorerete nel 2025?
In termini di rapporti istituzionali e di presidio dei processi legislativi che impattano sul nostro settore dovremo certamente continuare a lavorare sul fronte PPWR. Siamo arrivati, come noto, a un testo definitivo pubblicato, anche di nostro gradimento, ma ora vanno seguiti al meglio la produzione di tutti quegli atti delegati alla Commissione, che dovranno poi rendere il Regolamento operativo. C’è poi la “difesa” del recepimento italiano della Direttiva Sup, la revisione della stessa a livello UE, il nuovo regolamento Eudr, che entrerà in vigore a fine anno… Diciamo che sul fronte imballaggi ed economia circolare il lavoro non manca.
Proseguiremo poi la nostra campagna di advocacy sul valore della lettura su carta. Allo studio un’iniziativa di legge per la detrazione dal 730 delle spese in libri e giornali. A livello UE, in ambito farmaceutico, cercheremo di opporci alla proposta di eliminare i foglietti illustrativi nei medicinali…
Ma come Federazione vogliamo continuare anche a sostenere le nostre aziende con progetti trasversali e di filiera: per accompagnarle nella transizione digitale – c’è la nuova sfida dell’Intelligenza Artificiale da capire e gestire – e in quella green, dove continueremo a promuovere e a valorizzare la rendicontazione di sostenibilità da parte delle nostre imprese oltre che a contribuire alla valorizzazione di tutto il parco umano, sempre più prezioso in termini di competenze e adattamento ai tempi che cambiano.
L'articolo Il 2024 nella filiera del printing: intervista a Michele Bianchi proviene da Stampamedia.