“Ho comprato questo vestito per 12 mila euro. Secondo voi ho fatto una pazzia?”: il video dell’influencer fa infuriare il web. Ecco cosa c’è dietro il mito (e il prezzo) di Alaïa

Un abito beige, audace, quasi scultoreo. Tagli profondi lungo il busto, un corpetto senza spalline che sfida la gravità, una gonna corta che si allunga in uno strascico. Il prezzo? 12.000 euro. La firma? Quella di un mito della moda, Azzedine Alaïa. A sfoggiarlo (e a scatenare un putiferio) su TikTok è l’influencer Tamara Kalinic. Nel video, diventato virale, Tamara mostra il capo, lo indossa, si guarda allo specchio. “Anche se non sembra, rimane al suo posto”, assicura, alludendo alla stabilità di una creazione che, a prima vista, sembra più un esercizio di equilibrismo che un vestito. Poi, la domanda diretta ai suoi milioni di follower: “Secondo voi ho fatto una follia o no?”.

La risposta del popolo di TikTok non si è fatta attendere, ed è stata tutt’altro che unanime. Se da un lato c’è chi apprezza l’audacia e difende la libertà di spesa (“Ognuno spende i suoi soldi come vuole“), dall’altro i commenti critici e ironici si sprecano. “Spendere 12mila euro per un abito che lascia intravedere quasi tutto il corpo è una follia“, scrive un utente. Un altro, più caustico: “Quell’abito sembra la lampada che ho comprato in un negozio dell’usato, ma almeno io ho speso sette euro”. Il sentimento prevalente, a leggere i commenti, è uno misto di stupore e disapprovazione per una cifra percepita come esorbitante, soprattutto per un abito così “minimalista” nella quantità di tessuto.

Ma chi era Azzedine Alaïa? E perché un suo abito può costare così tanto? Per comprendere il valore (non solo economico) di una creazione Alaïa, bisogna fare un passo indietro nella storia della moda. Azzedine Alaïa (1935-2017) non è stato un semplice stilista, ma un vero e proprio “couturier scultore”, un maestro del taglio e della forma capace di esaltare il corpo femminile come pochi altri. Tunisino di nascita, parigino d’adozione, Alaïa era famoso per il suo approccio anticonformista: rifiutava i calendari imposti dalla Fashion Week, presentando le sue collezioni solo quando le riteneva perfette, spesso a distanza di anni l’una dall’altra.

Lavorava direttamente sul manichino, drappeggiando i tessuti, scolpendo le silhouette con una precisione millimetrica. Le sue creazioni – iconici gli abiti fascianti in maglia stretch, le gonne a spirale, i corpetti strutturati – celebravano una femminilità potente, consapevole, mai volgare. Amato dalle top model degli anni ’80 e ’90 (Naomi Campbell, Linda Evangelista, Christy Turlington erano sue muse e amiche) e da donne di grande personalità, Alaïa ha creato uno stile senza tempo, le cui quotazioni nel mercato del vintage continuano a salire. Un abito Alaïa, dunque, non è un semplice capo d’abbigliamento, ma un pezzo da collezione, frutto di un lavoro artigianale meticoloso, di una ricerca sui materiali e sulla costruzione che sfiora l’ossessione. Il prezzo “folle” percepito dal pubblico di TikTok si spiega con questa esclusività, con la rarità delle sue creazioni originali oggi disponibili sul mercato e con l’eredità di un designer che ha segnato indelebilmente la storia della moda.

L'articolo “Ho comprato questo vestito per 12 mila euro. Secondo voi ho fatto una pazzia?”: il video dell’influencer fa infuriare il web. Ecco cosa c’è dietro il mito (e il prezzo) di Alaïa proviene da Il Fatto Quotidiano.