Grazie ma no grazie, Willie Peyote: testo e significato della canzone di Sanremo 2025 (video)
Testo e significato di 'Grazie ma no grazie' di Willie Peyote, la canzone di Sanremo 2025 è un mix perfetto tra critica sociale e sarcasmo tagliente (con la citazione dei Jalisse)

Willie Peyote è tra i big in gara della 75° edizione del Festival di Sanremo con “Grazie ma no grazie”. Torna sul palco dell’Ariston a 4 anni di distanza dalla sua prima fortunata partecipazione nel 2021 con “Mai dire mai (la locura)”, singolo che gli ha regalato il Premio della Critica Mia Martini e il disco di Platino e la sesta posizione nella classifica finale su 26 artisti quell’anno in gara.
Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno, nasce a Torino nel 1985 da padre torinese di Barriera e madre biellese ed è considerato una delle figure più interessanti e innovative della scena Indie italiana contemporanea.
Il suo nome d’arte unisce Wile E. Coyote con il peyote, pianta allucinogena proveniente dall’ America settentrionale. Willie è un riferimento al suo vero nome, Guglielmo.
CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DI “GRAZIE MA NO GRAZIE” DI WILLIE PEYOTE.
Il testo di Grazie ma no grazie di Willie Peyote
Leggi il testo di Grazie ma no grazie di Willie Peyote
Ma che storia triste, avevo aspettative basse
E sai già come finisce visto da dove si parte
Tu vorresti che la gente ti capisse, la ami come se lei ricambiasse
E c’hai provato anche più volte dei Jalisse ma l’insistenza non è mai così di classe
Certi discorsi vanno presi con le pinze oppure provocano risate grasse
E te la aspetti ma ogni volta ti stupisce, guarda le loro facce come se non bastasse
Grazie ma no grazie
Tanto fanno finta ma lo sanno
Più è profondo e meno paga, quasi sempre meglio stare in superficie: Salvagente
Le risposte che ti danno sembran fatte con lo stampo
Quindi metterò le mani avanti, due passi indietro ogni passo avanti
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze
Grazie ma no grazie
Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse
Grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe
Grazie ma no grazie
Grazie ma no o o o
Davvero grazie ma
C’è chi non sa più come scrivere, non sa come parlare
Non sa a quali parole deve mettere ad esempio l’asterisco al plurale
C’è chi non sa più come ridere, non sa come scherzare
E vuole la tradizione se la confusione qua è generale
“Eh oggi va così chissà domani”
Domani domani do-do-domani magari riesco a capire gli esseri umani
Chi bacia sulla bocca i propri figli e c’è chi bacia sulla bocca i propri cani
E quanto va di moda il vittimismo di chi attacca ma dice che si difende
C’è chi dice non si può più dire niente, poi invece parla sempre, almeno sii coerente
Almeno per stavolta che c’è chi ancora ti da corda
E c’è chi ha perso la memoria e vorrebbe che tornasse come se non bastasse
Grazie ma no grazie
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze
Grazie ma no grazie
Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse
Grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe
Grazie ma no grazie
Grazie ma no o o o
Davvero, grazie ma no
Storia triste, aspettative basse
C’è chi sparisce finché si calmano le acque (ma che storia triste)
C’è chi annuisce tra le frasi fatte vince chi stupisce sempre a mani basse
Grazie ma no grazie
Grazie ma no o o o
Davvero, grazie ma no grazie
Il significato della canzone Grazie ma no grazie di Willie Peyote
“Grazie ma no grazie” di Willie Peyote è una canzone che trasuda ironia e amarezza, un mix perfetto tra critica sociale e sarcasmo tagliente. Il titolo stesso è già un manifesto: un rifiuto netto a tutte quelle frasi fatte e opinioni stereotipate che vengono ripetute senza pensare.
Il brano è un viaggio tra le contraddizioni della società, dove le persone sembrano sempre avere una risposta pronta, anche quando è vuota o superficiale. Willie ci mette subito in guardia: “Ma che storia triste, avevo aspettative basse”, quasi a dire che il mondo è così prevedibile che non c’è nemmeno da stupirsi.
Uno dei bersagli principali è l’ipocrisia della comunicazione. Quante volte si sente dire “Oggi non si può più dire niente”? Eppure, chi lo dice è spesso lo stesso che continua a parlare senza sosta. “C’è chi dice non si può più dire niente, poi invece parla sempre, almeno sii coerente”, sottolinea Willie, puntando il dito contro chi si atteggia a vittima della censura, ma ha comunque tutto lo spazio per esprimersi.
La superficialità è un altro tema forte. Viviamo in un’epoca in cui approfondire non paga, anzi, è quasi controproducente. “Più è profondo e meno paga, quasi sempre meglio stare in superficie: salvagente”. Meglio restare a galla, senza scendere nei dettagli, senza complicarsi la vita con riflessioni troppo serie.
E poi c’è la classica retorica da bar, quella delle frasi fatte su lavoro, tasse e manifestazioni. “Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze”, dice Willie, citando il solito commento sprezzante rivolto a chi protesta. Oppure: “Questa gente non fa un cazzo, li mantengo tutti io con le mie tasse”, un altro grande classico di chi si lamenta senza capire davvero il contesto.
Infine, il ritornello è la chiave di tutto: “Grazie ma no grazie”. Un modo elegante e sarcastico per dire che tutta questa retorica, tutta questa superficialità, semplicemente non gli interessa. È come se Willie Peyote guardasse il mondo e, con un sorriso amaro, scuotesse la testa: “No, grazie, io passo”.