Amarcord, Sarah Toscano: testo e significato della canzone di Sanremo 2025 (video)
Testo e significato di 'Amarcord' di Sarah Toscano, la canzone di Sanremo 2025 sul ricordo di un amore che ormai appartiene al passato

Si intitola “Amarcord” il brano con cui Sarah Toscano, la giovane promessa del panorama pop italiano, gareggerà alla 75ª edizione del Festival di Sanremo. Il pezzo è scritto da Sarah Toscano insieme a Federica Abbate e Jacopo Ettorre, e prodotto dal pluripremiato team ITACA fondato da Merk & Kremont.
Durante la serata delle cover di venerdì 14 febbraio a Sanremo 2025, Sarah Toscano duetterà con il duo di producer e dj Ofenbach (Dorian Lauduique e César De Rummel) con “Overdrive”, singolo della band francese feat. Norma Jane Martine, che usa il sample della hit dance anni ‘80 “Cambodia” di Kim Wilde e che in Italia ha conquistato la certificazione Oro con oltre 398,3 milioni di stream solo su Spotify. La scelta del duetto con gli Ofenbach, duo da oltre 4,7 miliardi di stream globali, dimostra la forte attitudine internazionale di Sarah Toscano, che si distingue per lo stile fresco e coinvolgente, facendosi voce di un’intera generazione. La partecipazione al Festival di Sanremo segna, infatti, una tappa cruciale nel percorso artistico da lei intrapreso nell’ultimo anno dopo la vittoria ad Amici23.
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Il testo di Amarcord di Sarah Toscano
Leggi il testo di Amarcord di Sarah Toscano.
La sera ride, ma suona drammatica
Sembra la zona più buia di un luna park
Con te era più romantica
La ruota panoramica
Mi piaceva anche avere paura
C’è un vento che mi porterà
Mi scioglierà le trecce
Di una vie en rose come Édith Piaf
Non mi rimane niente
C’ero io, c’eri tu
Una lacrima mi scende
Anche se ti scorderò
In un club il sabato
È tutto così amarcord,
Comico e tragico
Cosa eri tu, non lo so
Ma un po’ mi avevi illusa
Sai però
Forse in un film io con te
Non mi c’immagino
Sembra così démodé, però era magico
Cosa sei tu, un déjà vu
Mi sono solo illusa
Amarcord
Una lama mi accarezza la consapevolezza
Che indietro non ci ritornerò
E mi faccio tenerezza
Un velo di tristezza è l’unico vestito che ho
C’è un vento che mi porterà
Mi scioglierà le trecce
Di una vie en rose come Édith Piaf
Non mi rimane niente
C’ero io, c’eri tu
Una lacrima mi scende
Anche se ti scorderò in un club il sabato
È tutto così amarcord, comico e tragico
Cosa eri tu, non lo so
Ma un po’ mi avevi illusa
Sai però
Forse in un film io con te
Non mi c’immagino
Sembra così démodé, però era magico
Cosa sei tu, un déjà vu
Mi sono solo illusa
Amarcord
E ancora quel ricordo stupendo
Non è volato via con il vento
Ma dopo tutto mi arrendo
Una lacrima mi scende giù
Anche se ti scorderò
È tutto così amarcord
Cosa eri tu, non lo so
Ma un po’ mi avevi illusa
Illusa, illusa
Anche se ti scorderò in un club il sabato
È tutto così amarcord, comico e tragico
Cosa eri tu, non lo so
Ma un po’ mi avevi illusa
Sai però
Forse in un film io con te
Non mi c’immagino
Sembra così démodé, però era magico
Cosa sei tu, un déjà vu
Mi sono solo illusa
Amarcord
Il significato della canzone Amarcord di Sarah Toscano
“Amarcord” di Sarah Toscano racconta il ricordo di un amore che ormai appartiene al passato, un sentimento che ha lasciato una traccia indelebile tra illusioni e nostalgia.
La canzone si apre con un’atmosfera notturna carica di malinconia: “La sera ride, ma suona drammatica / sembra la zona più buia di un luna park”. È una scena contrastante, dove la notte che dovrebbe essere spensierata ha invece un’aria triste, quasi teatrale. Il ricordo di lui è ancora forte, tanto che anche la paura vissuta insieme sembrava affascinante: “Con te era più romantica la ruota panoramica / mi piaceva anche avere paura”.
Ma ora quel legame è finito e la protagonista si ritrova a fare i conti con il vuoto lasciato dall’assenza. Il vento diventa simbolo di cambiamento, qualcosa di inarrestabile che porta via le tracce di ciò che era: “C’è un vento che mi porterà, mi scioglierà le trecce”. Il riferimento a Édith Piaf e alla “vie en rose” rafforza il contrasto tra l’illusione di un amore perfetto e la realtà della perdita: “Di una vie en rose come Édith Piaf / non mi rimane niente”.
Il ritornello introduce la vera chiave del brano: “È tutto così amarcord, comico e tragico”. Il passato si ripresenta con la dolcezza e l’amarezza dei ricordi, un film vissuto ma ormai lontano. Lei si rende conto di essersi illusa: “Cosa eri tu, non lo so / ma un po’ mi avevi illusa”, come se quel legame fosse stato solo un’idea, un sogno destinato a svanire.
Nonostante il dolore, il ricordo rimane vivido, non si cancella con il tempo: “E ancora quel ricordo stupendo / non è volato via con il vento”. Tuttavia, alla fine prevale la consapevolezza che non si può tornare indietro: “Una lama mi accarezza la consapevolezza / che indietro non ci ritornerò”.
Alla fine, l’amore vissuto diventa un déjà vu, qualcosa che si ripresenta nella mente ma che non ha più un posto nella realtà: “Cosa sei tu, un déjà vu / mi sono solo illusa”. “Amarcord” è quindi il racconto di un amore che è stato speciale, magico persino, ma che ormai esiste solo come un ricordo che riaffiora nella memoria.