Gaza, niente accordo per estendere la prima fase del cessate il fuoco. Israele blocca gli aiuti umanitari, Hamas: “Crimine di guerra”
"La mossa di Israele di sospendere gli aiuti è simbolica. Israele ritiene che nelle ultime settimane siano arrivati a Gaza aiuti umanitari sufficienti per 4 mesi", riferiscono i media israeliani. L'articolo Gaza, niente accordo per estendere la prima fase del cessate il fuoco. Israele blocca gli aiuti umanitari, Hamas: “Crimine di guerra” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Sabato 1 febbraio è scaduta la prima fase del cessate io fuoco tra Israele e Hamas, con la seconda ancora da negoziare e il piano per estendere la prima fase fino al Ramadan e alla Pasqua ebraica proposto dall’inviato in Medio Oriente dell’amministrazione Trump, Steve Witkoff, che non ha convinto Hamas. In base al piano, ha fatto sapere Israele, i militari palestinesi dovranno rilasciare metà degli ostaggi il primo giorno e gli altri non appena raggiunto un accordo per un cessate il fuoco duraturo. Ma Hamas insiste perché si passi subito all’attuazione della seconda fase del cessate il fuoco. “L’unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri – ha detto domenica il leader di Hamas Mahmoud Mardawi all’AFP – è completare l’attuazione dell’accordo, iniziando con l’attuazione della seconda fase”.
La risposta arriva a stretto giro in una nota dell’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Israele non permetterà una cessazione delle ostilità senza il rilascio dei nostri ostaggi. Se Hamas continuerà nel suo rifiuto, ci saranno ulteriori conseguenze”. Poi l’annuncio della decisione presa nella notte, in coordinamento con gli Stati Uniti, legata al rifiuto di Hamas di accettare il cosiddetto ‘piano Witkoff”: “Con la fine della fase A dell’accordo sulla liberazione degli ostaggi, e in seguito al rifiuto di Hamas di accettare il piano Witkoff per continuare i colloqui – che Israele ha accettato – il premier Netanyahu ha deciso che, a partire da questa mattina, cesserà l’ingresso di merci e forniture nella Striscia di Gaza”.
Per Hamas, “la decisione di Netanyahu sta ancora una volta confermando il suo disprezzo per le leggi internazionali: fermare l’ingresso degli aiuti significa la decisione di Israele di far morire di fame i residenti della Striscia di Gaza. Deve essere presa una posizione internazionale dura per fare pressione su Israele affinché fermi tutto questo”. Israele rispedisce al mittente: “La mossa di Israele di sospendere gli aiuti è simbolica. Israele ritiene che nelle ultime settimane siano arrivati a Gaza aiuti umanitari sufficienti per 4 mesi. I magazzini di Hamas sono pieni di beni, dopo che 25.200 camion di aiuti sono entrati nella Striscia durante gli ultimi 42 giorni di cessate il fuoco. Secondo le stime, l’organizzazione dispone di scorte sufficienti per almeno quattro mesi”. E’ quanto riferito dai media israeliani. Hamas ha chiesto ai Paesi mediatori di convincere Israele a revocare una decisione che, dicono, “è un’estorsione a basso costo, un crimine di guerra e un palese attacco all’accordo di cessate il fuoco”. Nella stessa mattinata, almeno una persona è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita in un attacco israeliano con droni su Beit Hanun, una città nel nord della Striscia, secondo i media palestinesi ripresi da Al Jazeera.
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