Fuochi d’artificio, la miniserie di Rai 1 sulla Resistenza: trama, cast, quante puntate sono e quando finisce
Tutto sulla mini serie della Rai per gli ottanta anni della Liberazione, ecco quando vanno in onda le prossime puntate

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“Fuochi d’artificio” è la nuova miniserie Rai che celebra l’80° anniversario della Liberazione con una storia intensa, poetica e sorprendentemente attuale.
In un periodo in cui la memoria rischia spesso di essere dimenticata o ridotta a una celebrazione formale, la Rai ha deciso di fare un passo in più. E lo fa con una miniserie che riesce a parlare di Resistenza senza retorica, con gli occhi limpidi e inquieti dell’adolescenza.
Fuochi d’artificio, in onda su Rai 1 in tre prime serate – 15, 22 e 25 aprile 2025 – è una piccola grande storia che arriva dritta al cuore. Non solo perché ambientata in un 1944 che sembra lontanissimo, ma perché quei ragazzi, Marta, Davide, Sara e Marco, sembrano voler parlare proprio a noi.
La serie, tratta dal romanzo omonimo di Andrea Bouchard, è ambientata tra le Alpi piemontesi, un luogo che in sé è già racconto. Siamo alla fine della guerra, almeno si spera. I protagonisti sono quattro amici, giovanissimi, ma con una lucidità che spesso manca agli adulti. Capiscono che, proprio per la loro età, possono passare inosservati. Nessuno sospetta di loro. E così decidono di fare qualcosa che sembra più grande di loro: unirsi alla lotta partigiana. Ma lo fanno a modo loro, con l’inventiva e l’incoscienza tipiche dell’età. Si inventano un’identità, Sandokan, un ribelle leggendario e invisibile, che comincia a creare non pochi problemi ai nazisti e ai fascisti che ancora opprimono la valle.
Quello che colpisce subito, però, è il tono della narrazione. Susanna Nicchiarelli, che qui dirige con mano sicura e scrive con Marianna Cappi, evita toni epici o retorici. La guerra è raccontata dal basso, dalla quotidianità, da ciò che si perde e da ciò che, sorprendentemente, si riesce ancora a sognare. La regia si muove tra i silenzi delle montagne, le corse nei boschi, le paure che stringono la gola e quei rari momenti di spensieratezza che solo l’adolescenza può regalare, anche in mezzo all’orrore.
Il cast è ricchissimo e ben calibrato. Ai giovani protagonisti – Anna Losano, Luca Charles Brucini, Carlotta Dosi e Lorenzo Enrico – si affiancano nomi solidi del cinema e della televisione italiana: Carla Signoris, Bebo Storti, Alessandro Tedeschi, Paolo Briguglia, Barbara Ronchi e Francesco Centorame. Una coralità ben diretta, dove nessuno è mai fuori posto, e ogni personaggio riesce ad avere un suo spessore, anche nei piccoli ruoli.
Fuochi d’artificio non è solo un omaggio alla Resistenza. È anche, senza ombra di dubbio, una riflessione su cosa significhi avere coraggio oggi, su come si possa scegliere di non restare a guardare. E questa, forse, è la sua forza più grande: non pretende di dare lezioni, ma racconta una storia. E lo fa così bene che, alla fine, ci si ritrova coinvolti, commossi, e anche un po’ più consapevoli.
In un periodo storico dove le parole “eroe” e “memoria” rischiano di diventare vuote, questa serie dimostra che si può ancora raccontare la libertà in modo vero, semplice, eppure potente. E non è poco.
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