Fine vita, la Toscana vota la legge di iniziativa popolare per dare “tempi certi”. Giani: “Le divisioni nel Pd si stanno ricomponendo”

Il consiglio ha bocciato la richiesta di Forza Italia di bloccare subito la proposta: a favore della norma Pd, M5s, Iv. Solo una consigliera dem non si è espressa L'articolo Fine vita, la Toscana vota la legge di iniziativa popolare per dare “tempi certi”. Giani: “Le divisioni nel Pd si stanno ricomponendo” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 10, 2025 - 17:31
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Fine vita, la Toscana vota la legge di iniziativa popolare per dare “tempi certi”. Giani: “Le divisioni nel Pd si stanno ricomponendo”

La Toscana è la prima Regione che può approvare la legge di iniziativa popolare sul fine vita. Mentre il Parlamento ancora non si muove, nonostante la sentenza della Consulta sul caso Cappato che chiedeva di colmare il vuoto normativo, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso una campagna che ha portato sui tavoli dei consigli regionali una proposta per dare “tempi certi” a chi chiede di avere accesso all’aiuto alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito”. Negli ultimi giorni non sono mancate divisioni e minacce di ripensamento tra le fila del Partito democratico, tanto da far temere colpi di scena. Oggi a tranquillizzare è stato lo stesso presidente della Regione Eugenio Giani: “Quelli che potevano essere toni di divisione si stanno ricomponendo, anche attraverso emendamenti e la riscrittura del testo. E’ un testo che vuole essere semplicemente di attuazione sul piano amministrativo di quello che ci dice la sentenza della Corte costituzionale. Quindi non c’entra il dibattito ideologico sull’eutanasia o su forme estreme di radicalizzazione”.

Il dibattito in Aula – Il Consiglio regionale della Toscana, in apertura dei lavori, ha respinto, a maggioranza, una questione pregiudiziale di costituzionalità sollevata dal capogruppo Fi Marco Stella. Stella ha letto in aula il testo della questione pregiudiziale di costituzionalità, sottolineando che legiferare in materia non è competenza regionale. A replicare Enrico Sostegni (Pd), presidente della commissione sanità, che ha chiesto il voto contrario sul documento e spiegato che “la proposta toscana si muove nell’ambito “dell’articolo 117 sulla potestà legislativa concorrente in materia di salute” e “nel rispetto di principi fondamentali. Più che una pregiudiziale – ha osservato – è un pregiudizio, avanzata senza tenere conto di quanto scritto nella proposta di legge”. La votazione ha registrato 25 voti contrari del Pd, M5s e Iv con la consigliera Dem Lucia De Robertis che non ha espresso il voto, e con 11 favorevoli, nel centrodestra, e 4 assenti alla votazione.

“Serve responsabilità” – Solo ieri a fare un appello ai consiglieri toscani era stata Laura Santi, nota per la sua battaglia per il fine vita. Oggi a parlare è stata Filomena Gallo, seregtaria nazionale dell’Associazione Coscioni: “Speriamo che la votazione sulla proposta di legge di nostra iniziativa popolare ‘Liberi subito’ avvenga in un clima di riflessione sulla responsabilità che hanno gli amministratori pubblici. La proposta detta tempi certi di risposta al malato, erogazione di quanto necessario in un circuito protetto, tramite l’azienda sanitaria ospedaliera, disponibilità su base volontaria di medici ma pieno rispetto della volontà della persona malata“. Gallo ha ricordato quanto successo a Gloria, la fiorentina di 70 anni, affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva, morta prima di riuscire ad accedere al suicidio assistito. “Adesso c’è una sanità a macchia di leopardo in tutta Italia – ha aggiunto Gallo -, perché ci sono Regioni che erogano tutto, fanno le verifiche nei tempi adeguate e Regioni no. Pensiamo a Laura Santi, che ha dovuto attendere circa due anni, o a Federico Carboni che ha atteso due anni. Il diritto della persona deve essere rispettato. Attualmente la sentenza della Corte costituzionale è applicata su tutto il territorio italiano ma in modo difforme, stiamo cercando di dare una regola a tutte le Regioni”.

La campagna in tutte le Regioni – Di fronte all’immobilismo della politica, è stata l’Associazione Coscioni a decidere di spostare la battaglia nelle singole realtà regionali. Al momento la proposta di legge è stata: rinviata in commissione in cinque Regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia); depositata in attesa di inizio iter in altre cinque (Valle D’Aosta, Lazio, Campania, Sardegna, Abruzzo). In Calabria, Puglia, Marche, Sicilia sono state depositate proposte simili, mentre in Umbria e Basilicata l’iter si è interrotto con il cambio di legislatura e va ricominciato da capo.

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