F1 News – Bin Sulayem nuovamente nell’occhio del ciclone
F1 News – Nella giornata di giovedì 10 aprile, sono arrivate le dimissioni con effetto immediato del vicepresidente della FIA Robert Reid. Nel comunicato si legge che la decisione è dovuta a un “crollo degli standard della governance” e a “decisioni critiche prese senza il giusto processo”. I suoi commenti fanno eco alle critiche mosse dal presidente di Motorsport UK David Richards, il quale, in una lettera aperta che “la governance e l’organizzazione costituzionale della FIA stanno diventando sempre più […] The post F1 News – Bin Sulayem nuovamente nell’occhio del ciclone appeared first on F1 News - Notizie Formula 1, Auto e Motorsport.

F1 News – Nella giornata di giovedì 10 aprile, sono arrivate le dimissioni con effetto immediato del vicepresidente della FIA Robert Reid. Nel comunicato si legge che la decisione è dovuta a un “crollo degli standard della governance” e a “decisioni critiche prese senza il giusto processo”. I suoi commenti fanno eco alle critiche mosse dal presidente di Motorsport UK David Richards, il quale, in una lettera aperta che “la governance e l’organizzazione costituzionale della FIA stanno diventando sempre più opache e concentrano il potere nelle mani del solo presidente”.
Sia Reid che Richards sono stati recentemente esclusi dalla partecipazione a una riunione del Consiglio Mondiale dell’Automobile a causa del loro rifiuto di firmare un accordo di non divulgazione come parte di un protocollo più severo imposto dal presidente. Richards ha definito la decisione come un “ordine di imbavagliamento”.
Proprio per questo motivo, aumentano in modo esponenziale le critiche nei confronti del presidente della Federazione e sulla sua linea d’azione, mentre la stessa FIA continua a perdere pezzi. Le critiche alla gestione di Ben Sulayem non sono nuove. L’amministratore delegato Natalie Robyn ha lasciato il suo ruolo l’anno scorso dopo soli 18 mesi per problemi di governance simili, dopo le dimissioni del direttore tecnico delle monoposto Tim Goss, del direttore sportivo Steve Nielsen e di Deborah Mayer, presidente della Commissione Donne nel Motorsport della FIA.
Sebbene Ben Sulayem non si sia sottratto alle polemiche su una serie di questioni, il punto focale dell’opposizione al suo regno deriva dal suo apparente passaggio a un modello di quello che i critici hanno definito uno stile di leadership più autoritario. Un esercito di dirigenti, funzionari e steward sono stati rimossi, o per meglio dire epurati, dalle loro posizioni in seguito all’intervento del presidente, tra cui lo steward di lunga data Tim Mayer, mentre Ben Sulayem è sembrato inflessibile anche su altre questioni, tra cui le parolacce e l’uso di gioielli da parte dei piloti, ed è accusato di aver bloccato la parte di governance del nuovo Patto della Concordia.
Le critiche sono cresciute dopo l’Assemblea Generale della FIA tenutasi in Ruanda l’anno scorso, dove sono stati votati degli statuti modificati che hanno di fatto limitato il grado di responsabilità dei vertici della FIA, dando a Ben Sulayem e al presidente del Senato della FIA Carmelo Sanz De Barros il potere di decidere se intraprendere ulteriori azioni in merito a qualsiasi reclamo di natura etica, compresi quelli che riguardano loro stessi.
Non va dimenticato come Ben Sulayem fosse stato al centro di un’indagine per un presunto intervento volto a cancellare una penalità inflitta a Fernando Alonso nel Gran Premio d’Arabia Saudita del 2023 e il tentativo di cercare una scappatoia per non autorizzare il nuovo circuito di Las Vegas. Dopo un’indagine del comitato etico della FIA, l’emiratino è stato scagionato da qualsiasi illecito. Il responsabile dell’indagine, Paolo Bassari, è stato poi licenziato in seguito a divergenze con il presidente e, secondo quanto riportato, l’italiano avrebbe pagato il prezzo per essersi opposto alle richieste di Ben Sulayem.
Reid ha dichiarato che la decisione della FIA di assumere internamente la promozione del Campionato del mondo di rallycross “senza l’approvazione del Senato o del Consiglio mondiale”, aggirando la consueta struttura di governance dell’organismo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha portato alle sue dimissioni. Le dimissioni del vicepresidente Reid – l’uomo che si è candidato al fianco di Ben Sulayem per le presidenziali del 2021 sono di gran lunga l’uscita di scena di più alto profilo, forse paragonabile alle dimissioni di un vicepresidente degli Stati Uniti per le azioni del presidente in carica.
La tempistica non è casuale: Ben Sulayem è in corsa per la rielezione alla fine dell’anno e al momento non è stato individuato un chiaro candidato all’opposizione. Ma il fatto che sia Richards che Reid si siano espressi pubblicamente contro Ben Sulayem a tal punto da far pensare che si stiano affilando i coltelli e si stiano facendo passi avanti per contrastare Ben Sulayem alla ricerca di un secondo mandato. Chiunque si candidi contro l’attuale presidente avrà comunque una grande sfida da affrontare. Il nuovo presidente sarà votato dall’Assemblea generale della FIA, la stessa organizzazione che ha votato il 75% a favore della modifica dello statuto di responsabilità che ha suscitato tanto clamore. Ma solo il tempo ci dirà se la protesta che sta iniziando a crescere negli ambienti interni della FIA porterà a una sommossa vera e propria contro il presidente.
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