Everest: la via lungo l’Icefall è aperta, i tentativi possono iniziare

Dopo un mese di lavoro pericoloso e tecnico, gli Icefall Doctors hanno attrezzato la seraccata del Khumbu. I clienti e gli Sherpa di decine di agenzie, possono iniziare a salire. Verrà superata la soglia dei 1000 arrivi in vetta in un anno? L'articolo Everest: la via lungo l’Icefall è aperta, i tentativi possono iniziare proviene da Montagna.TV.

Apr 12, 2025 - 15:06
 0
Everest: la via lungo l’Icefall è aperta, i tentativi possono iniziare

“Siamo felici di annunciare che i nostri leggendari Icefall Doctors hanno finito di attrezzate l’Icefall del Khumbu”. Con queste parole, il 10 aprile, un comunicato stampa del Sagarmatha Pollution Control Committee, l’ente che si occupa della pulizia e della gestione tecnica della via normale nepalese ha annunciato che le spedizioni dirette agli 8848 metri dell’Everest possono iniziare a portare tende e rifornimenti verso il campo-base avanzato. 

Rendere percorribile la seraccata, quest’anno, è stato più complicato e faticoso che in passato, e ha richiesto un mese esatto di lavoro agli otto Icefall Doctors guidati dall’esperto Ang Sarki Sherpa. Insieme a lui, hanno piazzato corde e scale affrontando crepacci, seracchi e il costante pericolo di scariche cadute dall’alto Dawa Jangbu Sherpa (leader della seconda squadra), Dawa Nuru Sherpa, Nima Tenzi Sherpa, Dawa Chhiri Sherpa, Lakpa Sona Sherpa, Mingma Gyalzen Sherpa e Thendu Sherpa.

Ha diretto l’operazione a distanza Tshering Sherpa, Chief Executive Officer del SPCC. Gli Icefall Doctors continueranno a lavorare per mantenere aperto l’itinerario fino al termine della stagione, tra gli ultimi giorni di maggio e i primi di giugno. Il Sagarmatha Pollution Control Committee ha smentito che, come avevano riferito alcuni siti d’informazione nepalesi, una valanga abbia danneggiato scale e corde sul percorso. 

L’ultimo giorno di lavoro, il 9 aprile, gli Icefall Doctors hanno lavorato non-stop per 18 ore, nonostante la bufera, per completare il percorso. Soltanto in quella giornata sono stati fissati 2.200 metri di corde. A causa delle condizioni della seraccata, sempre più ripida e “aperta”, la via di quest’anno passa a est del percorso normalmente seguito, ai piedi della parete del Nuptse. Un percorso che dovrebbe ridurre il rischio delle valanghe che cadono, sul lato opposto, dalla base della cresta Ovest dell’Everest. 

Né lo SPCC né le agenzie nepalesi e straniere, invece, hanno preso in considerazione seriamente l’itinerario alternativo, in buona parte su roccia, tracciato due anni fa dalla guida alpina francese Marc Batard, che secondo l’autore potrebbe ridurre drasticamente gli incidenti dovuti a crolli, valanghe e cadute nei crepacci.   

In questi giorni, centinaia di aspiranti alla vetta si stanno dirigendo verso i 5364 metri del campo-base. Secondo Dawa Steven Sherpa dell’agenzia Asian Trekking, gli alpinisti quest’anno dovrebbero essere “tra i 400 e i 500”, assistiti da un numero ancora superiore di Sherpa. La 8K Expeditions annuncia di avere oltre 50 clienti, Seven Summit Treks (la più importante) circa 100. 
Sul versante nepalese, tra le altre, sono giù presenti anche i team di Snowy Horizon, Pioneer, Seven Summits Climbs, Cha Tours, Himalayan Guides, Peak Promotion, Himalayan Ascent, Asian Trekkers e della Elite Expeditions di Nirmal Purja. La neozelandese Adventure Consultants ha annunciato di avere tre tonnellate e mezza di bagagli. Le tre spedizioni dell’Esercito indiano includono complessivamente 47 alpinisti.
Da qualche anno, gli alpinisti arrivano più tardi che in passato al campo-base, e compiono la loro acclimatazione su facili “seimila” del Khumbu come il Mera Peak, l’IslandPeak/Imja Tse e il Lobuche Peak.    

Verrà superato il tetto dei 1000 arrivi sulla cima in un anno? Alan Arnette, titolare del blog più informato sulle spedizioni all’Everest, prevede “una stagione affollata, anche se probabilmente non si arriverà alle 871 persone sulla cima del 2019 e alle 861 del 2024. Numeri che però contano più volte gli Sherpa che salgono due o tre volte a stagione. La maggioranza degli aspiranti agli 8848 metri della vetta, come negli anni scorsi, arriva dalla Cina e dall’India. I 26 morti registrati sul versante nepalese dell’Everest nelle ultime due stagioni dovrebbero invitare tutti alla prudenza”, conclude Arnette.


Dal punto di vista economico e normativo, diventerà effettivo solamente a settembre l’aumento da 11.000 a 15.000 dollari a testa del permesso per la stagione primaverile (dopo il monsone si paga la metà, ma non ci va nessuno). Sono già in vigore, invece, le regole del Sagarmatha Pollution Control Committee che impongono a ogni alpinista di riportare a valle almeno 8 chili di immondizia dai campi alti, di usare sacchetti per le feci.
Le agenzie devono separare la spazzatura (plastica, carta, lattine, bottiglie di vetro). Al campo 2, oltre l’Icefall, è vietato installare i gabinetti sopra ai crepacci per non dover riportare a valle le feci. Nello stesso punto non sarà più possibile lasciare del materiale per le spedizioni dell’anno successivo. All’arrivo del monsone, il sito del campo dev’essere vuoto e pulito. 

In questi giorni, sulle morene e sul ghiaccio del campo base, Sherpa, guide occidentali e clienti compiono le loro puja, le cerimonie per chiedere agli dei protezione contro le insidie della montagna. Ci auguriamo anche noi che tutto vada bene. Namastè. 

L'articolo Everest: la via lungo l’Icefall è aperta, i tentativi possono iniziare proviene da Montagna.TV.