Eurovision 2025, le pagelle delle canzoni della seconda semifinale

Le pagelle, con voto e recensione, delle canzoni della seconda semifinale dell'Eurovision 2025, che saranno presentate il 15 maggio. L'articolo Eurovision 2025, le pagelle delle canzoni della seconda semifinale proviene da imusicfun.

Apr 6, 2025 - 18:11
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Eurovision 2025, le pagelle delle canzoni della seconda semifinale

Le pagelle, con voto e recensione, delle canzoni della seconda semifinale dell’Eurovision 2025, che saranno presentate il 15 maggio. (Qui le pagelle delle canzoni in gara nella prima semifinale).

Eurovision 2025, le pagelle delle canzoni della seconda semifinale

1. Australia: Go-Jo – Milkshake Man 

Il carillon iniziale dà il via a un uptempo con la cassa in 4 divertente e riconoscibile, anche se non eccessivamente ispirato o innovativo. Idea divertente che si esplicita in un ritornello travolgente, ma che manca di qualche elemento. Più che sufficiente, ma l’Australia potrebbe davvero fare di meglio, visto che il podio manca ormai da un decennio.

Voto: 6,5

2. Montenegro: Nina Žižić – Dobrodošli

Pezzo troppo classico, con un intro di pianoforte che non promette niente di buono. Una ballata cantata in lingua balcanica melensa e poco empatica, in cui nemmeno l’utilizzo della ritmica e dei fiati nella seconda parte aiuta a rendere accettabile il risultato, che si attesta su una pericolosa mediocrità. Si potrebbe e si dovrebbe puntare più in alto.

Voto: 4

3. Ireland: EMMY – Laika Party

Una storia trita e ritrita approda sul palco di Basilea nell’interpretazione di una reginetta del pop che nel modo di cantare sembra ferma agli anni ’90 e primi 2000. Canzone divertente e che rende giustizia alla protagonista di una vicenda che ha cambiato la storia del mondo. Il cambio di tonalità sul finale è l’ennesimo artificio creativo che fa pensare ai brani che echeggiavano in radio… 30 anni fa. Però l’effetto vintage (stile Vengaboys, Aqua e B*Witched) e il messaggio positivo salvano il risultato.

Voto: 6

4. Latvia: Tautumeitas – Bur Man Laimi

Il vocalizzo iniziale (che ricorda un mal di pancia generale) ha un potere ipnotico, ma la taumaturgia evocata non si esplicita mai. La canzone è confusa, sicuramente ben interpretata, ma non fa altro che far rimpiangere certe proposte lettoni del passato. Il finale con una ritmica più sostenuta non fa altro che aumentare l’attesa verso un finale che non aggiunge o toglie niente. Proposta dimenticabile. L’approdo in finale dello scorso anno è sembrato un regalo, un modo per spingere il paese a osare, ma questa non è la direzione giusta.

Voto: 4

5. Armenia: PARG – SURVIVOR 

Un pezzo dal chiaro sapore rock elettronico. Un incalzare che trova la sua miglior esposizione in un inciso che trasuda consapevolezza e che musicalmente cresce fino a placarsi in un mood in cui risuonano certi strumenti folk, che trovano la loro miglior dimensione nel bridge. Una bella prova, che testimonia la volontà del paese di sperimentare.

Voto: 7

6. Austria: JJ – Wasted Love

Una prova convincente da parte di un artista con una voce potente e molto versatile. Una forma di pop in cui convivono tradizione e sperimentazione. Un brano che piace al pubblico eurovisivo e che se supportato da uno staging adeguato può puntare in alto, molto in alto. Il finale così energico e dance potrebbe distrarre, ma è un lancio verso un explicit in cui la voce dell’artista cresciuto a Dubai è assoluta protagonista. Unico piccolo neo è legato alla vittoria di Nemo dello scorso anno. Due voci simili con canzoni non troppo distanti possono vincere consecutivamente?

Voto: 8

7. Greece: Klavdia – Asteromáta

La prima parte del brano è supportata esclusivamente dalla voce dell’artista, che si prende la scena. Il pezzo però prosegue su un mood classico e nemmeno l’utilizzo di strumenti folk (che richiamano la tradizione ellenica) risolleva una canzone troppo classica e che non si contraddistingue per particolari guizzi creativi. Finale fin troppo prevedibile.

Voto: 5

8. Lithuania: Katarsis – Tavo Akys

Nella prima parte la voce del frontman dialoga con una chitarra ritmica e con una sezione percussiva interessante. Il brano prosegue su un mood classico indie rock anni ’90, in cui si riconosce un’attitudine tradizionale e una volontà legata alla sperimentazione sonora e vocale. L’inciso arriva dopo oltre un minuto, ma non incide, neanche nel suo outro, con una serie di vocalizzi accompagnati dal suono della chitarra elettrica. Un bell’esperimento, ma che riesce solo a metà.

Voto: 6,5

9. Malta: Miriana Conte – SERVING

Un pezzo divertente, con un incipit che profuma di festa tradizionale. La costruzione armonica è classica e la produzione è squisitamente pop, con un inciso che denota una certa volontà di ispirarsi agli anni ’90 e primi 2000. L’interpretazione è convincente, così come la canzone, che dimostra la volontà di Malta di puntare a un buon piazzamento che, Destiny 2021 a parte, manca da un po’.

Voto: 7

10. Georgia: Mariam Shengelia – Freedom

Un pezzo prevedibile, con una costruzione che all’inizio ricorda certi musical e che prima del finale vira verso una sorta di breve improvvisazione jazz. Una vocalità importante, ma che non trova il giusto equilibrio in un pezzo che manca di una reale identità restando sospeso in diversi clichè che non portano a niente. Canzone poco incisiva e con un messaggio troppo abusato. I più attenti fan eurovisivi fanno anche notare una certa somiglianza con il brano proposto dalla Bosnia nel 2008, ovvero Pokušaj di Laka.

Voto: 4,5

11. Denmark: Sissal – Hallucination 

Un incipit tipicamente dance, in cui la voce dialoga con un ipnotico synth, che cresce di intensità man mano che il brano prosegue. L’inciso arriva dopo 45 secondi, ma non è così forte. Pezzo interessante, ma con una produzione che, nonostante cresca di intensità dopo la metà, avrebbe potuto essere più peculiare, creando un mood meno prevedibile.

Voto: 5

12. Czechia: ADONXS – Kiss Kiss Goodbye

Un pezzo dal chiaro sapore cinematografico, con una voce potente al servizio di una produzione che strizza l’occhio alla colonna sonora di certe pellicole d’azione. I cori si affiancano al cantante creando un affetto amplificato, in cui si porta in alto un messaggio d’amore. Il breve special è spiazzante, con la cassa in 4 e l’effetto remix che si impossessa del brano per qualche secondo, prima del finale dal forte impatto emotivo.

Voto: 7

13. Luxembourg: Laura Thorn – La Poupée Monte Le Son

Dopo l’ottimo piazzamento dello scorso anno, il Lussemburgo porta in gara un brano in francese divertente e convincente, con un inciso in cui il “nanana” la fa da padrone. Un modo per strizzare l’occhio a certi brani vintage, ma con suoni contemporanei e un’interpretazione moderna. La scelta della lingua d’oltralpe potrebbe, però, risultare un limite, vista la quantità di canzoni che strizzano l’occhio all’idioma parlato dal Re Sole.

Voto: 6,5

14. Israel: Yuval Raphael – New Day Will Rise

Un pezzo emozionale dal chiaro sapore eurovisivo, ma che rispetto alle ultime proposte del paese è un passo indietro. La scelta di cantare in più lingue è furba e sicuramente piacerà, così come le tematiche affrontate nel brano. Yuval Raphael canta bene, ma la sua voce non basta. La canzone risulta tutto sommato piatta, con un unico guizzo con un cambio di tonalità verso il finale, che riesce ad attirare l’attenzione.

Voto: 6,5

15. Serbia: Princ – Mila 

La lingua serba crea uno strano effetto di straniamento, ma la canzone è fin troppo classica e non porta in nessuna direzione specifica, almeno nel primo minuto. Poi l’introduzione di alcuni strumenti tradizionali sembra portare la canzone in un’altra dimensione, ma è un effetto che dura poco, troppo poco. Una proposta annacquata, in cui si avvertono diverse sfumature e reference, ma che non si può incasellare in nulla di preciso. Un esercizio di stile inutile, in cui si può salvare solo la voce di Princ.

Voto: 4,5

16. Finland: Erika Vikman – ICH KOMME

Erika è un personaggio e lo dimostra anche sul palco eurovisivo, in cui porta una proposta divertente e convincente. Il paese nordico, dopo l’illeggibile parentesi dello scorso anno, punta ancora una volta in alto e il brano ha un appeal eurovisivo forte. Musicalmente non è niente di che, ma il mix, tra synth anni ’80 e ’90, movenze sensuali e un coro che amplifica il “messaggio” del ritornello, è travolgente e farà presa. Un plauso per l’accelerato finale, pensato per una perfetta resa live.

Voto: 7,5

United Kingdom: Remember Monday – What The Hell Just Happened?

Un pezzo che si apre con un chiaro sapore nostalgico, che poco c’entra con la musica che oggi gira nelle radio inglesi. Il primo inciso ha potenziale, grazie all’utilizzo dei fiati, che amplificano il messaggio, ma poi la canzone prosegue su un incomprensibile accozzaglia di reference musicali, che non fanno altro che confondere l’ascoltatore. Il risultato è un brano dimenticabile e senza nessuna possibilità di ambire a una classifica degna della storia musicale (non eurovisiva…) del paese.

Voto: 4

France: Louane – maman

Il paese transalpino ha tutte le carte in regola per puntare a una vittoria che manca da quasi mezzo secolo. Dopo il secondo posto del 2021 e il quarto di Slimane a Malmö, ora tocca a Louane proporre una canzone dal sapore tradizionale, ma allo stesso tempo contemporanea. Una ballad che si poggia su una produzione classica in cui spicca il coinvolgente suono degli archi e una voce moderna, ricca di sfumature. Non è certo la migliore canzone di Louane (anche a causa di un testo emozionale, ma elementare), ma il paese ha scelto di puntare su un brano che a Basilea potrà davvero recitare un ruolo da protagonista.

Voto: 8

Germany: Abor & Tynna – Baller

Dopo la convincente proposta di due anni fa (non premiata da giurie e televoto, ma comunque interessante) e il buon piazzamento del 2024, la Germania punta… all’ultimo posto. Un brano che non evoca niente, ma proprio niente. Una canzone che non si capisce a quale pubblico può essere rivolta e che si muove tra inutili clichè danzerecci e reference confuse. Un brano evitabile. Nient’altro da dire.

Voto: 3

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