Età pensionabile in aumento dal 2027: il Governo studia il rinvio
Pensioni: il governo valuta un rinvio dell'aumento per l'età pensionabile dal 2027, con un intervento mirato ad evitare il rischio di nuovi esodati.

In vista dell’incremento del requisito anagrafico per la pensione, il governo italiano starebbe preparando un mini-intervento per fermare l’aumento di tre mesi per l’età pensionabile, previsto per il 1° gennaio 2027 a causa dell’aumento della speranza di vita.
In base ad anticipazioni di stampa, il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon avrebbe confermato una temporanea sterilizzazione del meccanismo degli scatti, finanziandola con circa 200 milioni di euro, sufficienti per rimandare lo scatto ma soltanto per un anno. Si tratterebbe più che altro di un rinvio, così da scongiurare che si creino nuovi esodati.
Il provvedimento che dovrebbe ospitarlo potrebbe prendere la forma di un Decreto Primo Maggio, includendovi anche altre misure volte a incrementare i salari in fase di rinnovo contratti.
Pensioni a 67 anni e tre mesi: rischio esodati nel 2027
Secondo i nuovi numeri ISTAT (rilasciati il 31 marzo 2025 in relazione agli indicatori demografici per il 2024), dal 2027 l’età per la pensione di vecchiaia aumenta di tre mesi, arrivando a 67 anni e 3 mesi. L’adeguamento è dovuto all’incremento delle speranze di vita: quasi 5 mesi in più rispetto al 2023, dai quali “scalare” i 2 mesi in meno registrati negli anni Covid.
Con la ripresa della progressione, l‘età pensionabile arriverà a 67 anni e 6 mesi nel 2029 e a 67 anni e 9 mesi nel 2031.
L’aumento ormai certo dell’età pensionabile a partire dal 2027 ha sollevato molte preoccupazioni tra i sindacati nelle ultime settimane. Le aziende che stanno negoziando accordi di prepensionamento per il personale si trovano infatti a dover fare i conti con requisiti previdenziali ancora incerti.
Secondo la Cgil, senza un intervento normativo si potrebbero creare nel 2026 44.000 nuovi esodati, ossia lavoratori che potrebbero trovarsi senza pensione né stipendio, a causa di “scivoli” aziendali firmati tra il 2020 e il 2024.
Soluzioni di Governo al vaglio
Il governo, consapevole del rischio (replicando la bufera generatasi con la Riforma Fornero nel 2012), intende evitare questa situazione, soprattutto in vista delle elezioni politiche del 2027. L’Esecutivo Meloni sta però considerando la sospensione dei tre mesi solo per il 2027, con la possibilità di rimandare l’aumento a partire dal 2028.
La Cgil stima che la cifra di 200 milioni sarebbe sufficiente per evitare il problema degli esodati, ma se l’analisi si estende a tutta la platea dei pensionati (300mila trattamenti di vecchiaia e 200mila anticipati) i costi salirebbero ad oltre un miliardo l’anno.
In attesa di capire se ci sarà veramente un nuovo decreto Primo Maggio anche nel 2025 e se davvero conterrà misure pensionistiche oltre a quelle legate al mondo del lavoro, il tema dell’età pensionabile resta al centro del dibattito politico ed economico, con il governo chiamato a compiere scelte decisive. Del resto il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, da mesi ha espresso la volontà di un intervento normativo di stampo “politico”, quanto meno per rimandare un meccanismo che di fatto richiede una riforma delle pensioni vera e propria.