Eleonora Giorgi: “Al mio funerale suonate i Pink Floyd”. La cerimonia funebre per l’attrice si terrà il 5 marzo nella Chiesa degli Artisti a Roma

L'attrice aveva già bene in mente come si sarebbe dovuto svolgere il funerale L'articolo Eleonora Giorgi: “Al mio funerale suonate i Pink Floyd”. La cerimonia funebre per l’attrice si terrà il 5 marzo nella Chiesa degli Artisti a Roma proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 3, 2025 - 16:26
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Eleonora Giorgi: “Al mio funerale suonate i Pink Floyd”. La cerimonia funebre per l’attrice si terrà il 5 marzo nella Chiesa degli Artisti a Roma

Il funerale di Eleonora Giorgi, morta per il tumore al pancreas a 71 anni, si terrà mercoledì 5 marzo alle ore 16 nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma. A celebrare la funzione sarà il Vescovo Staglianò. Ma l’attrice aveva già pensato a tutto e aveva disposto alcuni dettagli interessanti. La Giorgi in una intervista a Vanity Fair, infatti, aveva dichiarato che aveva lasciato l’organizzazione a una carissima amica. Ma la musica era fondamentale. “Mi piacerebbe A Whiter Shade of Pale (dei Procol Harum,, ndr) e Wish You Were Here (dei Pink Floyd, ndr). Voglio una in entrata e l’altra in uscita”, aveva dichiarato.

La famiglia intanto è raccolta in queste ore all’interno della clinica Paideia dove da oltre un mese l’attrice era ricoverata e si stava sottoponendo alla terapia del dolore. Nessun familiare è uscito dalla clinica, sono riuniti ancora nella camera dell’attrice e per ora – come riferito dallo staff della struttura sanitaria – i parenti non vogliono parlare con i giornalisti che da questa mattina sostano davanti all’ingresso.

Nell’ultimo mese di ricovero in una clinica romana, per sottoporsi alla terapia del dolore, Giorgi aveva rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera, lo scorso 19 febbraio in cui raccontava di essersi “ritrovata da sola in casa, di notte a urlare, in preda ai dolori” e dunque la decisione del suo oncologo di ricoverarla. “Non c’è nulla di male a dire che non riesco a fare più di dieci passi. Sto facendo la terapia del dolore, morfina e cortisone. Ho un’ampolla al collo e l’ossigeno: mi tengono in vita non perché ci sia futuro, ma perché tutto succeda il più tardi possibile. Ogni giorno è un regalo”, confessava. “Ho detto ai miei figli che non volevo accanimenti terapeutici: Paolo mi ha fissato sconvolto. Senza di loro forse avrei rinunciato”. Ha lottato e sperato fino all’ultimo Eleonora Giorgi: “Sono alle prese con un naufragio e cerco di gestirlo – diceva -. Ma in fondo spero ancora in un miracolo“.

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