Donte DiVincenzo, chi è “Big Ragù”: il giocatore NBA che vuole vestire la maglia azzurra dell’Italbasket
Gioca in NBA, viene soprannominato “Big Ragù” per il colore dei capelli (e per le sue provenienze abruzzesi) e si sente italianissimo: “La mia volontà – e anche quella della mia fidanzata – è quella di vestire la maglia azzurra della nazionale. Dobbiamo solo aspettare che arrivino i documenti, ma siamo tutti sulla stessa lunghezza […] L'articolo Donte DiVincenzo, chi è “Big Ragù”: il giocatore NBA che vuole vestire la maglia azzurra dell’Italbasket proviene da Il Fatto Quotidiano.

Gioca in NBA, viene soprannominato “Big Ragù” per il colore dei capelli (e per le sue provenienze abruzzesi) e si sente italianissimo: “La mia volontà – e anche quella della mia fidanzata – è quella di vestire la maglia azzurra della nazionale. Dobbiamo solo aspettare che arrivino i documenti, ma siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda”. Lui è Donte DiVincenzo – cestista italo-americano dei Minnesota Timberwolves – e dopo aver fatto assaggiare a Giannis Antetokounmpo la pasta fatta in casa di sua mamma, ora potrebbe realizzare un altro sogno (quello vero): rappresentare l’Italbasket agli Europei 2025 (che inizieranno il prossimo 27 agosto). “Mio padre e il mio agente si stanno occupando del passaporto, mentre io mi concentro su questo finale di regular season”, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport. Ricordate il dietrofront di Paolo Banchero due anni fa? Dichiaratosi italiano a tutti gli effetti (con tanto di foto con la bandiera il giorno del suo arrivo in NBA), al termine della prima ottima stagione con gli Orlando Magic snobbò il tricolore per giocare con la “sua” nazionale statunitense. Ora, con DiVincenzo la situazione sembrerebbe essere ben diversa. A partire dalla volontà del giocatore.
Dal Winsconsin a Minnesota, passando per la Grande Mela
Prima di entrare al college, Donte DiVincenzo aveva l’obiettivo di diventare un calciatore professionista. Poi, con i Villanova Wildcats il classe 1997 non ha più avuto dubbi: “Voglio giocare a basket”. Guardia tiratrice (il 71% dei suoi tentativi dal campo è dalla linea da tre punti) sin dai tempi dell’adolescenza, oggi DiVincenzo è uno dei punti di riferimento dei Minnesota Timberwolves. Rapido nelle scelte e con un buon impatto difensivo, è con i Milwaukee Bucks che Big Ragù inizia ufficialmente la sua avventura NBA vincendo il primo titolo da professionista della sua carriera. Dopo le brevi parentesi con Sacramento Kings e Golden State Warriors, DiVincenzo vive la sua miglior stagione con i New York Knicks: il coach e i compagni si fidano, lui ripaga con grandi prestazioni (e record infranti) e il Madison Square Garden diventa la sua oasi felice. Nonostante la firma di un contratto quadriennale, però, il classe 1997 al termine della sua prima stagione diventa pedina di scambio nella trade che avrebbe poi portato Karl Anthony Towns dai Minnesota Timberwolves alla Grande Mela. Non stiamo sicuramente parlando di un giocatore con 40 punti di media nelle mani, ma in Europa DiVincenzo può sicuramente fare la differenza. Per caratteristiche e stile di gioco, per l’Italbasket è il giocatore perfetto e, forse, quello che manca per diventare davvero competitivi in campo internazionale.
La cena con Pozzecco, Datome e Fontecchio
A proposito di Italbasket, la scorsa settimana il ct Gianmarco Pozzecco, Simone Fontecchio e il coordinatore delle squadre nazionali Gigi Datome hanno incontrato personalmente a cena DiVincenzo. Big Ragù sembrerebbe aver gradito la serata in compagnia dei suoi futuri colleghi: “È stato molto bello conoscere il coach, mi hanno fatto tutti una bellissima impressione, non abbiamo parlato di pallacanestro, e questo onestamente è stato da un certo punto di vista anche molto piacevole. Credo sia stata una cena molto produttiva e allo stesso tempo mi sono trovato a mio agio con tutti”.
Una questione di tempistiche
Non è la prima volta che DiVincenzo parla di Italia. Lo aveva fatto lo scorso anno “autodichiarandosi” disponibile per partecipare al torneo di qualificazioni per i Giochi Olimpici di Parigi. Solo un’ipotesi sfumata per una questione di tempistiche. Ora, la cittadinanza italiana sembrerebbe essere a un passo. Anche Gianni Petrucci (presidente della Federazione Italiana Pallacanestro) sa che il momento è davvero arrivato: “Il ragazzo vuole giocare per l’Italia. Finita la stagione NBA verrà in Italia per ottenere il passaporto“, ha spiegato a La Repubblica. Solo questione di settimane e poi Big Ragù potrà far assaggiare la pasta della mamma a tutto lo spogliatoio azzurro.
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