Di cosa parla ‘Quando sarai piccola’ di Simone Cristicchi a Sanremo 2025
"Non è stato facile per me ieri cantare questa canzone. Ho fatto fatica" le parole di Simone Cristicchi dopo l'esordio a Sanremo 2025

Simone Cristicchi è tra i 5 cantanti “premiati” dalla Sala Stampa durante la prima serata del Festival di Sanremo grazie al brano “Quando sarai piccola“. Il voto lo ha fatto balzare nella top 5 del gradimento. In conferenza stampa il cantante ha dichiarato:
Non è stato facile per me ieri cantare questa canzone. Ho fatto fatica. Questo brano esiste da 5 anni, lo so a memoria. Però raccontando qualcosa di vero, di vivo ed autentico, però raccontando qualcosa di vero, vivo e autentico è stato difficile mantenere la concentrazione per poterlo eseguire. Mi sono rivisto, ho detto: “Ok, sono riuscito in questa impresa incredibile. Sarebbe stato brutto rovinare tutto, invece è un brano che è arrivato
Come rivelato dallo stesso cantautore (che ha scritto il pezzo insieme alla compagna Amara) l’ha scritta partendo da una storia personale, la malattia della madre, Luciana, che nel 2012 a 63 anni è stata colpita duramente da un’emorragia cerebrale.
Il significato della canzone Quando sarai piccola di Simone Cristicchi a Sanremo 2025
“Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi è una toccante dedica alla madre, che affronta con delicatezza il tema dell’invecchiamento e della perdita della memoria, a causa di una malattia come l’Alzheimer.
La canzone è un viaggio emotivo nel rapporto madre-figlio, dove i ruoli si ribaltano: il figlio diventa il punto di riferimento, il custode dei ricordi e delle abitudini della madre. “Ti aiuterò a capire chi sei, ti starò vicino come non ho fatto mai“, dice il protagonista, consapevole che dovrà prendersi cura di lei proprio come lei aveva fatto quando lui era bambino.
Nel testo, c’è un costante tentativo di ancorare la madre alla sua identità, ai suoi affetti e alla sua storia: “Giocheremo a ricordare quanti figli hai, che sei nata il 20 marzo del ’46“. Anche l’amore per il padre viene riaffermato: “Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito, ti dirò di mio padre ovvero tuo marito“.
Il figlio diventa una guida nel quotidiano: “Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa“, consapevole che la madre potrebbe perdersi nel labirinto della sua mente confusa. La ripetizione del suo nome (“Te lo ripeterò mille volte perché tanto te lo scorderai“) è il simbolo di un legame che lui vuole mantenere vivo, nonostante la malattia.
C’è anche una dolce ironia nel contrasto tra passato e presente: ora è lui a preparare da mangiare per lei, “io che so fare il caffè a malapena”. Ma dietro questa tenerezza si nasconde la tristezza di vedere la madre cambiare: “C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare”.
Il pezzo si chiude con una promessa di protezione assoluta: “Ti stringerò talmente forte che non avrai paura nemmeno della morte“, come a volerle garantire che non sarà mai sola. Infine, il figlio si congeda con parole dolci e rassicuranti: “Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte. Adesso è tardi, fai la brava… buonanotte“, evocando il gesto che la madre faceva per lui quando era bambino.
Cristicchi racconta con grande sensibilità il dolore di chi assiste all’invecchiamento di una persona amata, trasformandolo in un atto d’amore profondo, fatto di cura, ricordi e dolce accettazione del tempo che passa.