Come cambia la bolletta tra microimprese e grandi aziende
La Cgia di Mestre lancia un allarme sui costi energetici in capo ai piccoli consumatori, intesi sia come microimprese sia come persone in povertà energetica. Nel primo caso l’ufficio studi dell’associazione precisa che si tratta di aziende con meno di dieci dipendenti e un fatturato sotto i 2 milioni di euro l’anno. Aggregando queste realtà, […] The post Come cambia la bolletta tra microimprese e grandi aziende first appeared on QualEnergia.it.

La Cgia di Mestre lancia un allarme sui costi energetici in capo ai piccoli consumatori, intesi sia come microimprese sia come persone in povertà energetica.
Nel primo caso l’ufficio studi dell’associazione precisa che si tratta di aziende con meno di dieci dipendenti e un fatturato sotto i 2 milioni di euro l’anno. Aggregando queste realtà, però, si arriva al 95% sul totale di attività economiche presenti in Italia.
Questo campione d’analisi, rileva la Cgia, nel primo semestre del 2024 ha pagato l’energia elettrica il 164,7% in più rispetto alle grandi imprese, ciò quelle con almeno 50 mln € di ricavi e oltre 250 dipendenti.
Nello specifico, “se per artigiani, piccoli commercianti e piccolissime imprese con consumi inferiori ai 20 MWh l’anno il costo ha raggiunto, al netto dell’Iva, i 348,3 €/MWh, le grandi aziende, con consumi che oscillano tra i 70.000 e i 150.000 MWh/anno, hanno pagato 131,6 euro al MWh”.
La genesi di questa disparità è individuata dagli analisti nel Decreto 21 dicembre 2017 sulle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica, seppur con un effetto ridotto “dalle misure messe in campo dal Governo Draghi”.
Un confronto penalizzante anche se si paragonano le bollette italiane per le microimprese con le analoghe aziende europee: 348,3 €/MWh contro 294 di media Ue (+5,8 rispetto alla Germania, +38% sulla Francia e + 43,2% sulla Spagna).
“La disparità di prezzo che viene applicata tra le micro e le grandi imprese non è una distorsione solo italiana”, precisa la Cgia. “Anche nel resto d’Europa le differenze di costo premiano i grandi a discapito dei piccoli. Detto ciò, va segnalato che rispetto ai nostri principali concorrenti, da noi il peso economico/occupazionale delle micro imprese è talmente elevato da non avere eguali nel resto d’Europa”.
Ad alzare l’asticella delle bollette per le microimprese italiane rispetto a quelle europee è la componente “tasse e oneri”, che da noi incide sul costo al MWh per il 18,4%, mentre la media Ue è di 9,6%.
Preoccupa, dunque, quello che potrebbe essere l’effetto sul comparto se si considera l’andamento dei costi energetici: in ribasso tra 2023 e 2024 (-13,8% gas e -14,6% elettricità secondo la Cgia), ma in risalita dagli ultimi mesi dello scorso anno a febbraio 2025, con il gas a 54 €/MWh a febbraio (+93% su febbraio 2024) e l’elettricità a 152 €/MWh (+73% su febbraio 2024).
Se le piccolissime aziende soffrono, lo scenario delle persone in povertà energetica non è semplice, arrivate a 5,3 milioni di individui nel 2023.
A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, segnala l’ufficio studi, con il 19,1% delle famiglie (quasi 349.000 persone) in povertà energetica. Seguono Basilicata (17,8%) Molise (17,6%), Puglia (17,4%) e Sicilia (14,2%). Le regioni meno interessate da questo fenomeno sono invece Lazio (5,8%), Friuli Venezia Giulia (5,6%), Umbria e Marche (4,9% entrambe).
“Va sottolineato che i nuclei più a rischio povertà energetica, soprattutto nel Sud, sono quelli che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento”.
I dati di Confindustria e Istat
I dati Cgia non si discostano da quelli dell’ultima nota congiunturale Confindustria.
“Prosegue senza sosta l’aumento del prezzo del gas in Europa”, scrive l’associazione, con 53 €/MWh a febbraio al Ttf rispetti ai 49 di gennaio e ai 26 di febbraio 2024. “Imprese e famiglie pagheranno di più anche per l’elettricità, visto che il prezzo in Italia rimane legato strettamente al gas”: Pun a 155 €/MWh a febbraio dai 143 di gennaio e 88 di un anno fa.
I rialzi energetici, tra l’altro, hanno un effetto diretto sull’inflazione, come conferma l’Istat nelle sue “Statistiche Flash” di febbraio.
Lo scorso mese, “secondo stime preliminari, l’inflazione accelera leggermente, portandosi all’1,7% (stesso livello di ottobre 2023) dall’1,5% di gennaio. Tale evoluzione risente principalmente della dinamica dei prezzi degli energetici, tornata positiva (+0,6% da -0,7% di gennaio) e, in particolare, di quella della componente regolamentata (+31,5% da +27,5%)”, cioè elettricità e gas.
Le critiche Cna al decreto bollette
Alle aziende, soprattutto quelle di ridotte dimensioni, è infine interessata la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, Cna.
Da questa associazione arriva un ulteriore grido d’allarme sui costi energetici delle aziende, commentando il recente decreto Bollette del Governo, che “esclude la platea delle micro imprese”.
“In attesa di conoscere il testo del provvedimento – scrive la Cna – il contributo straordinario attraverso il taglio degli oneri generali di sistema riguarda esclusivamente le imprese con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kWh. Si tratta di un intervento che esclude gran parte delle micro e piccole imprese che operano nei servizi alla persona e alla comunità”, ad esempio, “parrucchieri, autoriparatori o lavanderie”.
- La nota dell’ufficio studi Cgia Mestre (pdf)
- La nota congiunturale di Confindustria (pdf)
- Le Statistiche Flash Istat (pdf)