Caso Orlandi-Gregori, la testimonianza del barista sotto casa di Mirella: “Qui venne Enrico De Pedis e anche Accetti frequentava il locale. Lei quel giorno aveva la maglietta del’amica”

Dopo otto mesi, Giuseppe Calì, cameriere nel bar della famiglia di Sonia De Vito, amica di Mirella Gregori, è stato nuovamente ascoltato dalla commissione d'inchiesta sulla scomparsa di Mirella e Emanuela Orlandi L'articolo Caso Orlandi-Gregori, la testimonianza del barista sotto casa di Mirella: “Qui venne Enrico De Pedis e anche Accetti frequentava il locale. Lei quel giorno aveva la maglietta del’amica” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 7, 2025 - 12:34
 0
Caso Orlandi-Gregori, la testimonianza del barista sotto casa di Mirella: “Qui venne Enrico De Pedis e anche Accetti frequentava il locale. Lei quel giorno aveva la maglietta del’amica”

Dopo otto mesi Giuseppe Calì ieri è stato nuovamente ascoltato dalla commissione bicamerale d’inchiesta che indaga sui casi di scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. L’uomo che ha un ruolo chiave nella prima vicenda ha ribadito quanto ha già dichiarato nella sua prima audizione, aggiungendo dettagli importanti. Calì ai tempi delle misteriose sparizioni lavorava come cameriere nel bar della famiglia di Sonia De Vito, la migliore amica di Mirella, all’epoca 15enne. Il locale in questione si trovava in via Nomentana a Roma, a pochi passi dalla casa in cui Mirella abitava con la sua famiglia: i genitori e la sorella Maria Antonietta.

Al bar di Sonia
Giuseppe Calì è quasi certamente l’ultima persona ad aver visto in vita Mirella Gregori, la ragazza di via Nomentana scomparsa da Roma il 7 maggio del 1983. Di Mirella si persero le tracce quel sabato pomeriggio dopo che un suo amico delle medie, tale Alessandro, citofonò a casa per chiederle di vedersi davanti al monumento del bersagliere a Porta Pia. O almeno questo è ciò che lei disse a sua madre, prima di chiudersi per sempre alle spalle la porta di casa. Prima di svanire nel nulla, Mirella si fermò al bar sotto casa per confidarsi con la sua amica Sonia a cui disse che aveva ricevuto un invito dai suoi amici per andare a suonare la chitarra in Villa Torlonia. Doveva essere un breve incontro, ma Mirella a casa non è mai più tornata. Ieri Calì ha aggiunto durante la sua audizione che “Sonia e Mirella dovevano uscire insieme quel pomeriggio per andare con qualcuno”, impressione ricavata anche dal fatto, ha detto, che “Mirella era uscita dal bagno truccata, voleva essere carina”. Mirella e Sonia si sarebbero quindi accordate per uscire insieme, ma sopravvenne il padre di Sonia che le ordinò di non lasciare il bar. A quel punto, sempre stando alle parole di Calì, Mirella se ne sarebbe andata contrariata. (fonte: Il Messaggero).

Marco Fassoni Accetti
Nel corso dell’intervento è stata mostrata al barista una foto. “Sì, me lo ricordo, era un cliente del bar”, ha spiegato davanti ai commissari della bicamerale, dopo aver studiato la foto. Nell’immagine, era raffigurato il volto del fotografo romano Marco Fassoni Accetti, già condannato a un anno di carcere per omicidio preterintenzionale del piccolo Josè Garramon, figlio di un diplomatico uruguaiano a Roma, che l’uomo investì e uccise il 20 dicembre 1983. Accetti si è autoaccusato negli anni di aver avuto un ruolo nella scomparsa di Mirella Gregori, il cui rapimento secondo lui era legato a quello di Emanuela Orlandi. Accetti disse anche inoltre di essere stato lui l’anonimo telefonista ribattezzato “Amerikano” e aggiunse che i rapimenti della Orlandi e della Gregori erano parte di una lotta intestina all’interno del Vaticano per influenzare la politica anticomunista di papa Giovanni Paolo II. Tuttavia le sue dichiarazioni non hanno mai trovato riscontri né portato a una svolta nelle indagini sulle due scomparse e Accetti non è mai stato considerato attendibile dagli inquirenti.

Lo scambio di una maglietta
“Mi ricordo che la sera stessa del giorno in cui Mirella è sparita, quando avevo chiesto informazioni a Sonia, lei mi aveva risposto: Le ho pure prestato la maglietta”, ha dichiarato ieri il barista alla commissione. Un gesto comune tra le adolescenti, quello dello scambio di vestiti, forse sarà stata Mirella a chiedere a Sonia di prestarle quella maglietta. Poi l’attenzione si è concentrata sull’orario in cui Mirella era andata via, dopo che, nella sua audizione, Fabio De Rosa, all’epoca fidanzato e oggi marito di Sonia, aveva fatto riferimento ad orari diversi. “Lui è arrivato al bar sulla Nomentana, più o meno alle tre, tre e qualcosa e Mirella era appena andata via, penso non si siano incontrati”, ha spiegato Calì. Nella prima audizione aveva spiegato che era stato il padre di Sonia a dirle di restare al bar. Ieri l’ex barista davanti ai deputati e senatori ha confermato che il giorno della scomparsa Mirella uscendo dal bar “andò a destra”, in direzione di Porta Pia e del monumento al Bersagliere e non a sinistra come aveva riferito a caldo Sonia, a cui Mirella aveva detto che sarebbe andata a Villa Torlonia.

Enrico de Pedis
Sui clienti abituali del bar della famiglia di Sonia, Calì ha detto: “A quell’ora di notte veniva chiunque. Ricorda che alcuni poliziotti suggerirono di procurarsi il porto d’armi al padre di Sonia, per ragioni di sicurezza. Io ho preferito non prenderlo”, aveva spiegato in commissione nella prima audizione. Ieri ha aggiunto che spesso al bar c’era anche Enrico De Pedis, detto Renatino, leader della fazione testaccina Banda della Magliana e più volte tirato in ballo come possibile sequestratore di Emanuela Orlandi dal magistrato Giancarlo Capaldo che ha diretto la seconda inchiesta sulla Vatican Girl . “Non sapevo chi fosse, ma lo avevo notato perché si vestiva molto bene e aveva una bella macchina. Non sapevo di chi si trattasse”, ha ammesso ieri Calì. Altri particolari? “Mi diede una bella mancia”.

L'articolo Caso Orlandi-Gregori, la testimonianza del barista sotto casa di Mirella: “Qui venne Enrico De Pedis e anche Accetti frequentava il locale. Lei quel giorno aveva la maglietta del’amica” proviene da Il Fatto Quotidiano.