Brasile, uomo incontattato emerge dalla foresta: è caccia aperta degli accaparratori di terra?

Che ci sia una forte pressione da parte degli accaparratori di terra e dall’estrazione di prodotti della foresta dietro alla apparizione di un giovane del “Popolo incontattato di Mamoriá Grande”? Qui, nella parte meridionale dello Stato brasiliano di Amazonas, dove le comunità locali raccolgono noci brasiliane e altri frutti della foresta, nei giorni scorsi sarebbe...

Feb 18, 2025 - 14:46
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Brasile, uomo incontattato emerge dalla foresta: è caccia aperta degli accaparratori di terra?

Che ci sia una forte pressione da parte degli accaparratori di terra e dall’estrazione di prodotti della foresta dietro alla apparizione di un giovane del “Popolo incontattato di Mamoriá Grande”? Qui, nella parte meridionale dello Stato brasiliano di Amazonas, dove le comunità locali raccolgono noci brasiliane e altri frutti della foresta, nei giorni scorsi sarebbe comparso uno degli incontattati in un insediamento.

L’indigeno è poi rientrato nella giungla il giorno seguente, ma gli esperti vedono questo episodio come un segnale chiaro dell’intensificarsi delle minacce nella regione, causate da accaparramenti di terra e dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse forestali.

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Nonostante il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni (FUNAI) abbia introdotto lo scorso dicembre un’Ordinanza di Protezione Territoriale temporanea, l’area non è ancora stata ufficialmente demarcata e la comunità indigena locale segnala da decenni la presenza del gruppo, ma alcuni esponenti politici si stanno opponendo alla protezione, mettendo a rischio la sopravvivenza del popolo incontattato.

L’intera regione è sotto assedio: la caccia e la pesca illegali, insieme alle continue invasioni per l’accaparramento delle terre, minacciano l’equilibrio dell’ecosistema e la vita degli indigeni.

Zé Bajaga Apurinã, Coordinatore della FOCIMP (Federação das Organizações e Comunidades Indígenas do Médio Purus), denuncia l’urgenza di un intervento risolutivo:

Chiediamo da anni la protezione effettiva di questo territorio. L’ordinanza temporanea non basta: serve la demarcazione ufficiale. Queste comunità non hanno un altro luogo dove vivere. Gli invasori entrano, depredano le risorse, abbattano alberi, cacciano e pescano senza sosta. Stanno soffocando, sotto minaccia costante. Bisogna agire subito: delimitare il territorio e istituire un cordone sanitario.

A confermare la gravità della situazione è il Procuratore generale Daniel Luis Dalberto, esperto in diritti dei popoli incontattati, che dopo un sopralluogo ha dichiarato di aver visto personalmente i pericoli che questi popoli stanno affrontando:

Il rischio di genocidio o di totale sterminio è elevatissimo.

Anche Carlos Travassos, ex responsabile dell’Unità per i popoli incontattati del FUNAI, sottolinea l’urgenza di proteggere legalmente la zona, afflitta da speculazioni e invasioni:

Alcune aree non godono di alcuna tutela legale e sono vittime dell’accaparramento di terre. L’Ordinanza di Protezione Territoriale è fondamentale, perché questa regione rappresenta il margine più avanzato dell’‘arco della deforestazione’, la zona dell’Amazzonia più colpita dal disboscamento.

L’organizzazione Survival International, da tempo impegnata a denunciare la fragilità della situazione, ribadisce la necessità di azioni rapide e concrete.

Questo episodio è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. La tutela di questo territorio e di tutti quelli abitati da popoli incontattati deve essere una priorità assoluta. Il governo ha impiegato anni solo per emettere una misura temporanea, ma la presenza di questa comunità è documentata da decenni. Ora l’accaparramento è fuori controllo. Non c’è più tempo da perdere, conclude Caroline Pearce, Direttrice generale dell’organizzazione.

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