Borse chiusura 7 marzo: l’effetto Trump continua a zavorrare i listini e l’euro recupera sul dollaro. Btp è ai massimi da luglio

Gli ondeggiamenti della Casa Bianca sui dazi e il lavoro Usa sotto le attese accentuano l'incertezza e la volatilità dei mercati e penalizzano le Borse sia in America, dove hanno vissuto la settimana peggiore dal 2023, che in Europa. Piazza Affari chiude in rosso come tutta Europa malgrado il rimbalzo dei titoli energetici e di Amplifon L'articolo Borse chiusura 7 marzo: l’effetto Trump continua a zavorrare i listini e l’euro recupera sul dollaro. Btp è ai massimi da luglio proviene da FIRSTonline.

Mar 7, 2025 - 18:27
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Borse chiusura 7 marzo: l’effetto Trump continua a zavorrare i listini e l’euro recupera sul dollaro. Btp è ai massimi da luglio
Banconote euro e dollaro
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Sono giornate ad alta volatilità sulle borse mondiali e anche l’ultima seduta della settimana, quella di oggi, non fa eccezione. Il vento dell’incertezza in Europa ha soffiato quasi sempre dalla Casa Bianca, alimentato dalla politica tariffaria del presidente e dallo strappo con il Vecchio Continente e con Kiev. Oggi Donald Trump sorprende ancora minacciando di sanzioni la Russia “fino al cessate il fuoco”. Bloomberg scrive invece che Putin è pronto a concordare una tregua ad alcune condizioni.

In questo contesto, in mezzo a notizie incalzanti, la chiusura in Europa è debole, sigillo di un’ottava in altalena, che ha camminato sulle braci dei dazi e sull’attivismo Ue per il riarmo, ma che ha volato con la notizia di una Germania pronta a mettere mano al debito e a un maxi piano di investimenti. Wall Street è in rosso, mentre soppesa un rapporto sul lavoro in chiaroscuro e attende l’intervento del presidente della Fed Jerome Powell. 

Europa debole, pesano i realizzi a Francoforte e i cali nel lusso

Alla fine degli scambi Piazza Affari perde lo 0,48% (38.592 punti base), sostenuta da Telecom +3,81%, con voci che Vivendi voglia vendere e che i contatti con Poste (+1%) si siano intensificati a questo fine. Sul piatto della bilancia del listino milanese pesano però le prese di beneficio su Leonardo -6,43%, dopo il rally che accompagna il titolo da tempo con l’intensificarsi delle spese per la difesa. Tra i settori  peggiori c’è il lusso che, fuori dal paniere principale, vede il tracollo di Salvatore Ferragamo -15,9%, dopo i risultati resi noti ieri insieme alla guidance e che hanno deluso il mercato.

Le grandi firme sono inoltre in rosso in tutta Europa e infatti Parigi perde lo 0,94. La piazza più bersagliata dalle vendite è stata Francoforte -1,89%, quella che più ha guadagnato nei giorni scorsi a fronte dei mega programmi del cancelliere in pectore Friedrich Merz. Archiviano una seduta praticamente piatta Amsterdam, Madrid e Londra.

L’orso piega Wall Street 

Wall Street dopo le prime ore di scambi ha già visto un avvio in calo, un passaggio in positivo e un nuovo tonfo in rosso. Il Nasdaq cede l’1,11% al momento, dopo essere entrato nei giorni scorsi in zona Orso.

Ieri l’indice della paura della borsa newyorkese si è portato ai massimi da metà dicembre e stasera (18,30 ora italiana) parla il presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Per ora il mercato si aspetta un’altra pausa nei tagli dei tassi d’interesse da parte della banca centrale Usa nella riunione del 18-19 marzo, mentre ieri la Bce ha reciso un altro 0,25%.

Dollaro ancora sotto pressione

Sul mercato dei cambi la situazione resta sfavorevole al dollaro, che arretra anche oggi contro le principali valute dopo l’attesissimo rapporto sul lavoro del mese di febbraio. Da questo emerge che la crescita degli occupati ha accelerato il mese scorso con 151 mila nuovi occupati non agricoli (dall’incremento di 125 mila di gennaio), ma è stata inferiore alle attese di mercato. Complice anche la scure di Musk sui dipendenti del governo federale, che scendono di diecimila unità. La disoccupazione inoltre è salita al 4,1%, dal 4% e dalle stime di una conferma del dato del mese scorso. Tanto è bastato ad aggravare le perdite del biglietto verde. Così l’euro anche oggi è in progresso, per un cambio di 1,087 (+0,76%).

Il bitcoin è in calo a 87.452 dollari, insieme al mondo delle valute digitali, con il mercato evidentemente deluso dai dettagli sulla nuova riserva strategica di criptovalute negli Stati Uniti. Rialza la testa il petrolio, che tratta in progresso con il Brent oltre la soglia dei 70 dollari.

Piazza Affari, gli energetici riprendono forza

In Piazza Affari tra i maggiori rialzi del giorno ci sono Telecom e Amplifon, 2,25%, che rimbalza dopo le recenti perdite.

Riprendono quota anche i titoli energetici: Hera +2,91%, Eni +2,42%, Saipem +2,65%, Enel +2,06%. Nell’industria si fa spazio Interpump +1,98%.

I maggiori ribassi sono per difesa, auto e moda. Con Leonardo retrocede anche Iveco del 3,97%. Nella moda segnano perdite robuste Cucinelli -3,97% e Moncler -2,09%. Le prese di profitto penalizzano Buzzi, -3,2%, che ha volato nei giorni scorsi sulle ali dei progetti di spesa tedeschi.

Le banche hanno faticato a trovare una direzione, la peggiore è Unicredit -2,24%.

Spread stabile e tassi in calo

Dopo l’impennata dei rendimenti visti nei giorni a seguito di progetti di maggior spesa pubblica per la difesa, si placano le vendite sui titoli di Stato della zona euro sul secondario e i tassi si ridimensionano. Lo spread tra Btp decennale e Bund di uguale durata è stabile a 106 punti e i rendimenti arretrano rispettivamente al 3,89% (ieri a metà giornata aveva sfiorato il 4%) e al 2,83%.