Belle, brave, eternamente giovani: se il peso della perfezione ricade sempre sulle donne
Nel corso della sua ultima intervista a Domenica In, Elodie ha rilasciato dichiarazioni che non solo hanno scosso l’opinione pubblica, finalmente attivata di fronte al podio tutto maschile di Sanremo 2025, ma hanno anche messo in luce una questione tanto urgente quanto trascurata nel mondo dello spettacolo: le aspettative di genere. La cantante ha denunciato […] The post Belle, brave, eternamente giovani: se il peso della perfezione ricade sempre sulle donne appeared first on The Wom.


Nel corso della sua ultima intervista a Domenica In, Elodie ha rilasciato dichiarazioni che non solo hanno scosso l’opinione pubblica, finalmente attivata di fronte al podio tutto maschile di Sanremo 2025, ma hanno anche messo in luce una questione tanto urgente quanto trascurata nel mondo dello spettacolo: le aspettative di genere. La cantante ha denunciato il peso enorme della bellezza e della perfezione che viene richiesto alle donne nel settore musicale, un fardello che gli uomini non devono portare.
Il mondo della musica, come gran parte degli ambienti professionali, è permeato da pregiudizi di genere che influenzano fortemente le opportunità e la carriera delle donne.
Ma nel campo dell’intrattenimento, la pressione sulle donne è moltiplicata dal dover essere sempre impeccabili, in perfetta forma e, soprattutto, bellissime
Le artiste non solo sono valutate per voce, presenza e personalità, ma anche – e forse soprattutto – per il loro aspetto fisico, come se l’arte dovesse essere condita da una bellezza esteriore che risponda a precisi canoni estetici. Ogni mossa, ogni scelta, ogni sguardo, ogni abito indossato da cantanti e conduttrici sul palco del Teatro Ariston è infatti stato scrutato con occhi minuziosi, come se fosse necessario che anche la loro immagine fosse all’altezza del ruolo e dello spazio ottenuto. Il messaggio sottinteso è che le donne potranno essere pure artiste, ma sono prima di tutto oggetti estetici, chiamate a soddisfare aspettative che vanno oltre le proprie capacità artistiche.
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Il peso della perfezione e la disparità di genere
È una pretesa che non tocca i colleghi uomini. Un qualsiasi cantante o attore, anche se con un aspetto trasandato, difficilmente viene giudicato per la sua estetica, bensì viene valutato – come è giusto che sia – per la sua musica o capacità attoriali.
Insomma, in un’industria dove la visibilità e l’appeal sono fattori decisivi, la pressione estetica non viene esercitata in misura uguale su tutti i generi
Anzi. Gli uomini spesso vengono invitati a trasgredire questa regola non scritta, mostrandosi critici rispetto al sistema, anche attraverso il loro aspetto, rendendo evidente che non appartengono a quel mondo e che non rispetteranno alcuna norma. Perchè se sei un cantautore ti basta il tuo carisma. È un po’ quello che ha voluto comunicarci Lucio Corsi nelle sue performance sul palco dell’Ariston, con i suoi outfit e il suo make-up. E siamo molto grate che ci sia qualcuno che finalmente decida di porsi criticamente rispetto al mondo patinato delle star, ma esercitare il dissenso in questo modo pare essere comunque un privilegio riservato agli uomini. In realtà, questo fenomeno è tutto meno che nuovo.
Da secoli e ovunque, le donne che fanno parte del mondo dello spettacolo sono sottoposte a una sorta di esame di bellezza che non si limita alla musica o alla recitazione, ma che scandaglia anche ogni angolo della loro vita privata. Cosa mangiano, quali prodotti usano, hanno fatto dei ritocchini?
Eterne, perfette e senza sbavature sia sui palchi che nel quotidiano. E chi non si conforma a questi standard rischia l’oblio, l’emarginazione, o una carriera ridotta a una comparsa
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La bellezza come misura di valore
Il fenomeno della bellezza come misura del valore delle donne è stato ampiamente esplorato nel libro Il mito della bellezza di Naomi Wolf. Secondo Wolf, la bellezza è una trappola sociale che distoglie le donne dai loro veri obiettivi e talenti, le allontana dalla vita pubblica e le trasforma in merce per il mercato.
La bellezza, come “prodotto”, diventa una prigione in cui le donne sono costrette a restare, mantenendo un ideale estetico che non lascia spazio alla diversità o all’autenticità
Il concetto di “bellezza” imposto dalla società e dall’industria dell’intrattenimento è un concetto limitante ed escludente, oltre che principale ostacolo alla realizzazione di altre aspirazioni. Aspirazioni dunque, per esclusione, considerate maschili. A noi rimane cercare di prendere un buon voto negli scrutini estetici, consapevoli che – molto spesso – rispettare quel canone è l’unico modo per restare nell’industria e, quindi, lavorare. Oggi, le voci di protesta sono fondamentali per smuovere la situazione, fastidiosamente derubricata a “capriccio vittimistico” ancora da troppi. Ma se diventa un’istanza corale e collettiva sarà sempre più difficile da sminuire, e arriverà forte e chiara al grande pubblico. Talento, passione e creatività dovrebbero essere gli unici criteri che determinano il successo di un’artista. Elodie lo ha detto, e ora lo ribadiamo tutte insieme: non abbiamo più voglia di pensare solo agli outfit, vogliamo finalmente cantare a voce piena e vogliamo poterlo fare anche spettinate, indossando un jeans e con il cerone bianco in faccia, se ci gira.
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