Asset allocation: ecco perchè è ora di passare dalla liquidità ai bond short duration
I titoli obbligazionari che sovraperformano le azioni negli Stati Uniti e le azioni che sovraperformano i titoli obbligazionari in Europa sono il trade box vincente che la maggior parte degli investitori non si sarebbe aspettata (o non avrebbe avuto come strategia) all’inizio dell’anno. Tuttavia, la convinzione che le politiche di Trump sarebbero state positive per... Leggi tutto

I titoli obbligazionari che sovraperformano le azioni negli Stati Uniti e le azioni che sovraperformano i titoli obbligazionari in Europa sono il trade box vincente che la maggior parte degli investitori non si sarebbe aspettata (o non avrebbe avuto come strategia) all’inizio dell’anno. Tuttavia, la convinzione che le politiche di Trump sarebbero state positive per la crescita degli Stati Uniti e, quindi, per le azioni, è stata stroncata dalle preoccupazioni che l’imminente guerra commerciale sarà negativa per la crescita – nel resto del mondo e negli Stati Uniti.
In questo contesto, ecco di seguito la view di Chris Iggo, Chief Investment Officer di Axa IM Core.
Le incertezze sui dazi preoccupano sempre più le aziende
Come faranno fronte all’aumento dei prezzi dei beni importati? Saranno in grado di trasferirli ai consumatori? Che impatto potrebbe avere sulla produzione e sulle catene di approvvigionamento? E i flussi di reddito delle aziende saranno colpiti? Tutto ciò non è di buon auspicio né per le assunzioni né per gli investimenti.
I consumatori, d’altro canto non credono al mantra di Washington secondo cui saranno le aziende straniere a pagare i dazi (cioè le tasse). Il sondaggio sul sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan, pubblicato il 14 marzo, ha mostrato che le aspettative di inflazione a un anno negli Stati Uniti sono salite al 4,9%, il valore più alto dalla metà dell’ondata di inflazione pandemica. Le aspettative di inflazione a cinque-dieci anni sono salite al 3,9%, il valore più alto dal 1991.
Uno dei motivi per cui i Democratici hanno perso nel 2024 è stato l’aumento dell’inflazione sotto Biden: se l’inflazione rimanesse alta, potrebbe danneggiare anche la popolarità di Trump. Anche se l’attuale Presidente afferma di non guardare il mercato azionario, questo rimane un fattore chiave per l’opinione pubblica, soprattutto quando mancano solo 20 mesi alle elezioni di metà mandato. Se i mercati fossero in crescita, probabilmente ne prenderebbe il merito.
Tendiamo a concentrarci sui livelli di prezzo degli indici azionari. Ma da un punto di vista macroeconomico, l’impatto dei cambiamenti nelle valutazioni azionarie sulla ricchezza ha un ruolo cruciale, dato che le partecipazioni finanziarie costituiscono una parte considerevole della ricchezza complessiva delle famiglie: se il valore dei portafogli continuerà a scendere, si concretizzeranno grossi problemi per i consumatori.
Come ci si aspetterebbe, esiste una correlazione molto stretta tra il valore di mercato dell’S&P 500 e la ricchezza personale degli individui. Nei primi anni ’90, dopo il crollo delle dot.com, si sono verificati grandi cali della ricchezza finanziaria delle famiglie (guidati dal mercato azionario). Ciò è avvenuto di nuovo durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009 e nel 2022-2023, quando la Fed ha inasprito la politica monetaria. Il più recente drawdown della ricchezza è stato causato dalla Fed – i casi precedenti avevano portato la Fed ad allentare la politica monetaria in modo aggressivo, dato che il colpo alla ricchezza finanziaria era sia il risultato sia la causa della recessione.
Mercati in bilico: tra pressioni sui tassi, volatilità azionaria e fuga di capitali
Il recente calo del mercato azionario rimane, per ora, gestibile, con la ricchezza delle famiglie ancora in crescita negli ultimi sei mesi. Tuttavia, persistono timori sui titoli statunitensi – tra cui valutazioni elevate, rallentamento degli utili e timori legati al debito. Un calo più marcato potrebbe erodere significativamente la ricchezza delle famiglie, spingendo l’economia verso una recessione e costringendo la Fed a un allentamento monetario superiore a quanto attualmente previsto. La reazione da parte di Washington è incerta, ma è probabile che aumenti la pressione sulla Fed. Storicamente, i cali dei mercati azionari incidono sui comportamenti di spesa e investimento di famiglie e imprese, aggravando le fasi recessive. La Fed si trova quindi in un equilibrio delicato: politiche monetarie restrittive possono destabilizzare i mercati, ma correzioni troppo profonde costringono spesso a un’inversione di rotta. L’ultima grande correzione non ha causato una recessione, grazie al cuscinetto di risparmi accumulati durante la pandemia. Un calo simile oggi potrebbe però avere effetti più severi.
Gli investimenti esteri rappresentano un ulteriore fattore di rischio
A fine 2024, gli investitori stranieri detenevano una quota significativa dei titoli azionari statunitensi e dei fondi comuni. Un calo della fiducia estera – potenzialmente aggravato da timori legati a possibili ulteriori dazi futuri o tensioni politiche – potrebbe accelerare la rotazione fuori dagli asset statunitensi. Se la fiducia nelle prospettive di utili dovesse continuare a scendere, un’ulteriore contrazione dei mercati potrebbe incidere negativamente sulla ricchezza delle famiglie.
Spiraglio di ottimismo
Trump potrebbe non attuare pienamente le misure protezionistiche annunciate, la fiducia dei consumatori potrebbe stabilizzarsi e la Fed potrebbe avere margini per tagliare i tassi più del previsto, qualora l’inflazione restasse sotto controllo – ciò che alcuni definirebbero un “Trump put”. Resta comunque un forte grado di incertezza. Gli investitori sono cauti e la prossima stagione degli utili sarà cruciale: le aziende dovranno affrontare l’ambiguità legata alle politiche commerciali e la crescente concorrenza nel settore dell’intelligenza artificiale. Le previsioni sugli utili dell’S&P 500 stanno già subendo revisioni al ribasso.
In un mondo attraversato da cambiamenti profondi, è prudente considerare anche gli scenari peggiori. Un indebolimento del dollaro, un aumento dei premi per il rischio di credito, un rafforzamento dell’oro e flussi di capitale verso valute rifugio come il franco svizzero o lo yen sono scenari plausibili. La Svizzera, con la sua neutralità, bassa inflazione e valuta solida, continua ad attrarre capitali globali – soprattutto nei momenti di turbolenza dei mercati.