Via libera all’uccisione “accidentale” di centinaia di specie di uccelli: Trump smantella le protezioni per i pennuti migratori

L’allarme risuona forte tra le associazioni ambientaliste: l’amministrazione Trump ha compiuto un nuovo passo indietro nella tutela dell’ambiente, revocando una norma che imponeva sanzioni alle aziende responsabili dell’uccisione accidentale di uccelli migratori. Una decisione che rischia di avere conseguenze devastanti per centinaia di specie già minacciate dal cambiamento climatico e dalla distruzione degli habitat. Cosa...

Mar 14, 2025 - 13:04
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Via libera all’uccisione “accidentale” di centinaia di specie di uccelli: Trump smantella le protezioni per i pennuti migratori

L’allarme risuona forte tra le associazioni ambientaliste: l’amministrazione Trump ha compiuto un nuovo passo indietro nella tutela dell’ambiente, revocando una norma che imponeva sanzioni alle aziende responsabili dell’uccisione accidentale di uccelli migratori. Una decisione che rischia di avere conseguenze devastanti per centinaia di specie già minacciate dal cambiamento climatico e dalla distruzione degli habitat.

Cosa è successo?

Il Dipartimento degli Interni ha sospeso un parere legale che riteneva le aziende responsabili dell’uccisione accidentale di uccelli migratori. Questo significa che le compagnie petrolifere, minerarie, edili e altre industrie non saranno più soggette a multe per la morte di uccelli causata dalle loro attività, a meno che non ne venga dimostrata l’intenzionalità.

La mossa modifica l’interpretazione del Migratory Bird Treaty Act (MBTA), una legge del 1918 che proibisce la “cattura” non autorizzata di centinaia di specie di uccelli. Il termine “cattura”, in termini normativi, include cacciare, uccidere, catturare, vendere o comunque ferire gli animali.

La decisione è stata accolta con favore dall’industria petrolifera e del gas, che da tempo sosteneva che il governo puniva ingiustamente le aziende per incidenti non intenzionali. Scott Lauermann, portavoce dell’American Petroleum Institute, ha dichiarato che il settore è “impegnato nella protezione degli uccelli migratori” e non vede l’ora di “promuovere politiche di buon senso che proteggano la fauna selvatica e supportino il predominio energetico americano”.

Ma gli ambientalisti non ci stanno. Tara Zuardo, avvocato presso il Center for Biological Diversity, ha espresso forte preoccupazione: “Questo avrà ripercussioni su un numero significativo di uccelli migratori e stiamo già assistendo al crollo delle popolazioni di alcune specie. È una cosa seria”.

La revoca di questa norma non è solo un colpo alla protezione degli uccelli migratori, ma anche un pericoloso precedente per la deregolamentazione ambientale. I critici temono che questa mossa possa incoraggiare un allentamento di altre leggi ambientali, indebolendo ulteriormente le tutele per la fauna selvatica in un momento in cui la pressione sugli ecosistemi è sempre più forte.

La storia si ripete

Non è la prima volta che l’amministrazione Trump cerca di indebolire il Migratory Bird Treaty Act. Durante il suo primo mandato, l’Interno aveva già limitato l’azione penale a coloro che uccidevano intenzionalmente gli uccelli, ma un giudice federale aveva annullato quella decisione nel 2020. L’amministrazione Biden aveva poi ripristinato l’interpretazione tradizionale della legge, ma ora Trump è tornato alla carica.

Il Migratory Bird Treaty Act: una legge storica

Promulgato nel 1918, il Migratory Bird Treaty Act è una delle leggi ambientali più longeve degli Stati Uniti. Il Congresso lo approvò in seguito alla scomparsa di diverse specie di uccelli un tempo comuni, come il piccione migratore, estinto nel 1914.

Nato originariamente per porre fine all’uccisione indiscriminata di uccelli a scopo sportivo o per l’utilizzo delle loro piume nell’industria della moda, il provvedimento è stato applicato nel corso dei decenni per attribuire responsabilità alle compagnie petrolifere in occasione dei più gravi disastri ambientali del Paese, come le maree nere causate dalla Exxon Valdez (1989) e dalla Deepwater Horizon (2010), che provocarono la morte di centinaia di migliaia di volatili.

Non solo petrolio: anche eolico e gatti domestici

Va sottolineato che le attività industriali non rappresentano l’unica minaccia per gli uccelli migratori. Anche le pale delle turbine eoliche possono causare la morte accidentale di volatili, mettendo in luce i compromessi legati alla transizione verso l’energia pulita. Tuttavia, le ricerche indicano che i gatti domestici sono responsabili di un numero di decessi di uccelli nettamente superiore negli Stati Uniti, ogni anno, e che la verniciatura delle pale delle turbine in nero può contribuire a ridurre tali incidenti.

Un futuro incerto attende gli uccelli migratori. La decisione dell’amministrazione Trump giunge in un momento in cui le loro popolazioni stanno già subendo un drastico declino. Secondo diversi studi, il Nord America ha visto una riduzione di quasi il 30% delle popolazioni di uccelli a partire dal 1970, un calo attribuibile alla distruzione degli habitat, ai cambiamenti climatici e all’inquinamento.

Il nuovo rapporto State of the birds rivela un drammatico e continuo declino delle popolazioni di uccelli nordamericani.

229 specie (su 718, quindi un terzo, ndr) hanno urgente bisogno di conservazione. [..] più di un terzo delle specie di uccelli degli Stati Uniti sono di alta o moderata preoccupazione per la conservazione, tra cui 112 specie “tipping point”, cioè che hanno perso più del 50% delle loro popolazioni negli ultimi 50 anni. Ciò include 42 specie in allerta rossa che affrontano popolazioni pericolosamente basse, come il colibrì di Allen, il merlo tricolore e il passero di palude, uccelli che sono a rischio senza un intervento immediato.

La revoca delle protezioni garantite dal Migratory Bird Treaty Act infligge un ulteriore colpo a questi animali, che svolgono un ruolo essenziale negli ecosistemi. Gli ambientalisti temono che tale mossa possa condurre all’estinzione alcune specie, mentre le lobby industriali celebrano una vittoria che potrebbe avere conseguenze estremamente gravi per l’ambiente.

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