Via al golden power su Unicredit-Bpm Orcel prova a convincere il governo
Andrea Orcel cerca di ricucire con il mondo politico dopo le incomprensioni degli ultimi tempi. Ieri il numero uno di Unicredit ha avuto a Roma una serie di incontri istituzionali, a Palazzo Chigi, alla Banca d’Italia e alla Consob. L’obiettivo era tastare il polso della politica e dei regolatori nei confronti delle iniziative finanziarie che […] L'articolo Via al golden power su Unicredit-Bpm Orcel prova a convincere il governo proviene da Iusletter.

Andrea Orcel cerca di ricucire con il mondo politico dopo le incomprensioni degli ultimi tempi. Ieri il numero uno di Unicredit ha avuto a Roma una serie di incontri istituzionali, a Palazzo Chigi, alla Banca d’Italia e alla Consob. L’obiettivo era tastare il polso della politica e dei regolatori nei confronti delle iniziative finanziarie che ha in corso, in particolare l’Ops lanciata il 26 novembre scorso sul Banco Bpm, e poi la scalata alla tedesca Commerzbank fino alla più recente incursione nel capitale di Generali.
A Palazzo Chigi Orcel è stato ricevuto da Gaetano Caputi, capo di gabinetto della premier Giorgia Meloni, proprio nel giorno in cui il gruppo di coordinamento del comitato golden power ha aperto il dossier Unicredit-Banco Bpm, operazione notificata lo scorso 4 febbraio. Gli uffici hanno 45 giorni (estendibili di altri 30) di tempo per esprimere un parere sulle questioni di sicurezza nazionale. Una pratica che verrà istruita anche attraverso gli uffici del Mef, competenti per le questioni bancarie, dove Orcel non è riuscito a farsi ricevere. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva preannunciato per primo, il 26 novembre, un intervento attraverso i poteri del golden power per un’operazione, l’Ops sul Banco Bpm, che andava a confliggere con la preventivata fusione tra Mps e lo stesso Banco per la formazione di un terzo polo bancario nazionale. Sicuramente, dicono fonti vicine al governo, ci sarà un via libera condizionato, ma tutto sta a vedere con quali prescrizioni e su quali tematiche.
Orcel è anche andato in visita dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che non è mai intervenuto nel merito delle recenti operazioni di aggregazione proposte dal sistema bancario italiano. La Bce, d’intesa con Bankitalia, ha però un ruolo primario visto che deve autorizzare l’Ops sul Banco, ma anche la salita dei francesi del Crédit Agricole fino al 20% del capitale della banca milanese, operazione annunciata ma non ancorarealizzata. Gli uomini di Panetta sono molto attenti alle possibili ricadute sul credito per le imprese, grandi e medio piccole, di un’eventuale aggregazione tra la seconda e la terza banca italiana.
Il tema delle filiali in eccedenza, nel caso di fusione, potrebbe essere uno dei temi che Orcel dovrà affrontare a breve con Roberto Rustichelli, presidente dell’autorità antitrust, dopo il rinvio dell’incontro di ieri. Dagli uffici dell’Agcm dovranno arrivare indicazioni in materia di concorrenza prima della partenza dell’offerta sul mercato.Infine nel giro delle istituzioni non poteva mancare la Consob e il suo presidente Paolo Savona, che ha il delicato compito di dare l’imprimatur al prospetto informativo già depositato, oltre a vigilare sull’informativa fornita al mercato.Sullo sfondo c’è poi la partita Generali dove Unicredit, in virtù del 5,2% rastrellato sul mercato e del 9,9% potenziale per cui non servono altre autorizzazioni, potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore di Mediobanca o della compagine che ruota intorno a Francesco Gaetano Caltagirone.
Con l’imprenditore romano Orcel ha già avuto un contatto nelle settimane scorse, dopo quello con Philippe Donnet, il ceo di Generali. Entro fine marzo dovranno essere presentate le liste per l’assemblea di Trieste, che verrà anticipata a fine aprile: è lì si scopriranno le carte. Oltre alla lista di maggioranza di Mediobanca dovrebbe infatti essere depositata una seconda lista di maggioranza o di minoranza lunga presentata proprio da Caltagirone, che sta arrotondando il suo pacchetto azionario fino a portarlo a ridosso del 10%. La lista dovrebbe essere sostenuta anche dalla Delfin della famiglia Del Vecchio, già in possesso del 10% e anch’esso in arrotondamento nei prossimi giorni.
Insomma la carne al fuoco non manca visto l’attivismo del banchiere, romano di nascita, sullo scacchiere italiano e internazionale. Già in varie occasioni, infatti, Orcel ha preso decisioni slegate completamente dalla politica. E per questo motivo viene visto con diffidenza nei palazzi romani.
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