TENEBRAE: Loss | Recensione disco

I TENEBRAE pubblicano il nuovo disco full-length dal titolo Loss per Nadir Music (2025). Ecco la recensione su Blog della Musica LOSS è il quarto album per i veterani del gothic rock/metal italiano Tenebrae. La band ci propone un concentrato di atmosfere decadenti e malinconiche ma non per questo poco grintose. Azzeccatissima la batteria incalzante […] L'articolo TENEBRAE: Loss | Recensione disco proviene da Blog della Musica.

Mar 10, 2025 - 20:09
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TENEBRAE: Loss | Recensione disco

I TENEBRAE pubblicano il nuovo disco full-length dal titolo Loss per Nadir Music (2025). Ecco la recensione su Blog della Musica

LOSS è il quarto album per i veterani del gothic rock/metal italiano Tenebrae.

La band ci propone un concentrato di atmosfere decadenti e malinconiche ma non per questo poco grintose. Azzeccatissima la batteria incalzante di Marco “CJ” Campagnoni che forse è l’elemento più metal di tutto l’album. Questo musicista è in grado di dare davvero una marcia in più in termini di potenza a tutti i brani, ma non dobbiamo sottovalutare un lavoro di chitarra energico ma che sa comunque ritagliarsi ottimi spiragli di quiete, quando serve.

Solitamente ogni brano vive di almeno due anime, una più riflessiva e intima e una più esplosiva.

Molte volte abbiamo pezzi che iniziano abbastanza soft per poi trasformarsi in delle vere cavalcate heavy metal. Su tutte le canzoni colpisce sicuramente la canzone di apertura, “Tetraluce”, un brano che sprigiona un fascino ancestrale e che sembra tagliato su misura per poter fare da sfondo a un film horror.

Ma sicuramente i bei brani non finiscono qui! In tutto il disco sono ottimi gli spunti dettati anche dalle tastiere; senza questo elemento dovremmo parlare di un altro album. Come dicevo, le canzoni molte volte si impennano col passare dei minuti.

E’ il caso della già citata “Tetraluce”, ma anche di altre canzoni davvero riuscite come “Bet And Die” o “Faith”. Le emozioni sono il fulcro di questo album. Parliamo di emozioni profonde che scavano nell’animo oscuro umano e che vengono trasformate in note.

I passaggi di tastiera a volte sono sostituiti da un pianoforte toccante e lugubre. Tutto davvero molto riuscito per questa band, che anche in chiusura piazza un brano molto convincente come “Unreachable Moon”, che mostra forse toni più rilassati del solito ma che sa colpire nuovamente al cuore di chi ascolta, con un finale che potrebbe ricordare i grandi Goblin e il progressive rock in genere.

Acquisto e ascolto super consigliati per l’album LOSS, indubbiamente.

A cura di Lorenzo Palma

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