Temperature record nella prima parte del 2025: così rispettare gli Accordi di Parigi è sempre più difficile

Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e preoccupanti. Lo testimoniano anche i recenti dati forniti dall’osservatorio europeo Copernicus sui cambiamenti climatici, secondo cui il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello […]

Mar 7, 2025 - 12:34
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Temperature record nella prima parte del 2025: così rispettare gli Accordi di Parigi è sempre più difficile

Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e preoccupanti. Lo testimoniano anche i recenti dati forniti dall’osservatorio europeo Copernicus sui cambiamenti climatici, secondo cui il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale. 

Gli scienziati del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (Ecmwf) hanno monitorato i principali indicatori climatici e documentato record di temperatura giornalieri, mensili e annuali senza precedenti relativi all’anno appena trascorso. 

«Ogni anno dell’ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati. Siamo ormai sull’orlo per superare il livello di 1,5°C definito nell’Accordo di Parigi e la media degli ultimi due anni è già al di sopra di questo livello. Queste alte temperature globali, unite ai livelli record di vapore acqueo atmosferico nel 2024, hanno comportato ondate di calore e forti precipitazioni senza precedenti, causando sofferenza a milioni di persone», ha spiegato Samantha Burgess, vicedirettrice del Servizio cambiamento climatico. 

È bene ricordare che questi fenomeni non sono frutto del caso: il cambiamento climatico indotto dall’uomo rimane il principale responsabile delle temperature estreme della superficie dell’aria e del mare.

Colonnine a confronto
I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Nel 2024 la temperatura media globale di 15,1°C è stata di 0,72°C superiore alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e di 0,12°C superiore al 2023, il precedente anno più caldo registrato. Ciò equivale a 1,60°C al di sopra di una stima della temperatura del periodo tra il 1850 e il 1900, designata come livello preindustriale. 

La temperatura media mensile globale ha superato di 1,5°C i livelli preindustriali per undici mesi all’anno. 

Andando ancora più indietro, tutti i mesi dal luglio 2023, ad eccezione del luglio 2024, hanno superato il livello di 1,5°C. Il 22 luglio 2024 è stato raggiunto un nuovo record di temperatura media globale giornaliera, pari a 17,16°C. 

La prima metà dell’anno è stata particolarmente calda: ogni mese ha registrato temperature globali più elevate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ciò ha contribuito a una striscia di tredici mesi di temperature mensili da record, che si è conclusa a giugno. Da luglio in poi, le anomalie della temperatura globale sono rimaste significativamente al di sopra della media. L’agosto 2024 è stato caldo come l’agosto 2023, e gli altri mesi da luglio a dicembre si sono classificati come i secondi più caldi della storia dopo quelli del 2023. 

Nel 2024, la temperatura superficiale marina media annuale (Sst) sull’oceano extrapolare ha raggiunto un massimo storico di 20,87°C, pari a 0,51°C al di sopra della media tra il 1991 e il 2020.

Proprio le alte temperature superficiali marine sono state uno dei fattori più significativi alla base della prevalenza di alte temperature globali nel 2023 e 2024. 

Il 2024, inoltre, è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa, con una temperatura media di 10,69°C, superiore di 1,47°C alla media del periodo di riferimento tra il 1991 e il 2020. 

Durante lo scorso anno sono stati osservati in tutto il mondo eventi meteorologici estremi, che vanno da forti tempeste e inondazioni a ondate di calore, siccità e incendi. Fenomeni che hanno messo in ginocchio intere popolazioni, dando una chiara dimostrazione del cambiamento climatico in corso. 

Tra le cause principali, le elevate temperature della superficie del mare, che ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, come i cicloni tropicali, e la quantità totale di vapore acqueo nell’atmosfera che ha raggiunto un livello record nel 2024, circa il 5% in più rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. 

Anomalie
Anche il 2025 non è iniziato sotto i migliori auspici. Il gennaio appena trascorso, infatti, è stato il più caldo di sempre. Durante il primo mese del nuovo anno le temperature hanno raggiunto livelli elevati e anomali per il mese invernale, con una temperatura media in superficie di 13,23°C, ossia 0,79°C sopra la media del mese nel periodo di riferimento tra il 1991 e il 2020.

Nel dettaglio, gennaio 2025 è stato di 1,75°C al di sopra del livello medio delle temperature nel periodo preindustriale. Lo stesso valore è stato registrato in diciotto degli ultimi diciannove mesi. Battuto anche il 2024, superato di 0,1°C. 

Numeri allarmanti, quelli forniti dal servizio meteo dell’Ue, tenendo conto dei gravi fenomeni legati al cambiamento climatico ai quali ormai ci stiamo quasi abituando, come prolungate siccità o drammatiche alluvioni. Questi dati preoccupano gli esperti. Si pensava infatti che questo gennaio sarebbe stato almeno leggermente più freddo rispetto al precedente. 

Ciò a causa dell’allontanamento di un fenomeno meteorologico naturale nel Pacifico noto come El Niño e della nascita de La Niña. Nel corso del 2024 El Niño aveva causato l’aumento delle temperature in diverse aree del mondo contribuendo quindi ai record dello scorso anno. La Niña è invece un fenomeno che porta freddo e, visto il suo sviluppo, ci si aspettava che i suoi effetti avrebbero portato le temperature di questo gennaio sotto i picchi dello scorso anno.

«Non stiamo assistendo all’effetto di raffreddamento, o almeno di freno temporaneo, sulle temperature globali che ci aspettavamo di vedere. È questo che ci sorprende un po’», ha ammesso Julien Nicolas, climatologo del Copernicus. Secondo l’esperto, Copernicus sta addirittura vedendo segni di «un rallentamento o un arresto dell’evoluzione verso le condizioni di La Niña», che potrebbero scomparire completamente entro marzo. 

Le temperature globali sono fortemente influenzate da quelle dei mari e degli oceani, considerando che le acque coprono più del 70% del globo e rappresentano i principali regolatori del clima. In effetti gennaio 2025 è stato il secondo mese più caldo per la superficie degli oceani, dopo il record assoluto stabilito l’anno precedente, nello stesso periodo. 

Il mondo, dunque, si è riscaldato fino a raggiungere un altro record mensile di calore a gennaio, nonostante gli Stati Uniti siano stati colpiti in modo anormale dal freddo. 

«Gennaio 2025 è un altro mese sorprendente, che continua le temperature record osservate negli ultimi due anni, nonostante lo sviluppo delle condizioni di La Niña nel Pacifico tropicale e il loro temporaneo effetto di raffreddamento sulle temperature globali», ha detto Samantha Burgess nel bollettino mensile di Copernicus. 

In Europa
La temperatura media sul territorio europeo nel mese di gennaio 2025 è stata di 1,80 °C, 2,51 °C in più rispetto alla media di gennaio del periodo 1991-2020, la seconda più calda dopo gennaio 2020, che è stata di 2,64 °C in più rispetto alla media.

Le temperature europee sono state maggiormente al di sopra della media del periodo 1991-2020 nell’Europa meridionale e orientale, compresa la Russia occidentale. Al contrario, sono state inferiori alla media in Islanda, Regno Unito e Irlanda, Francia settentrionale e nella penisola finno-scandinava settentrionale. 

Nel mondo
Fuori dall’Europa, le temperature sono state più elevate della media nel nord-est e nel nord-ovest del Canada, in Alaska e in Siberia, ma anche nel Sud America meridionale, in Africa e in gran parte dell’Australia e dell’Antartide. 

Le temperature sono state notevolmente inferiori alla media invece negli Stati Uniti e nelle regioni più orientali della Russia, Chukotka e Kamchatka, così come nella penisola arabica e nel continente sud- orientale asiatico.

Acque bollenti
Come detto, un parametro fondamentale è dato proprio dalla temperatura media della superficie del mare, che nel gennaio appena trascorso è stata di 20,78°C. Si tratta del secondo valore più alto mai registrato per il mese: 0,19°C in meno rispetto al record raggiunto a gennaio dello scorso anno. 

Se sul Pacifico equatoriale centrale le temperature della superficie del mare sono state al di sotto della media, sul Pacifico equatoriale orientale erano invece vicine o superiori alla media.

I valori sono rimasti insolitamente alti anche in molti altri bacini oceanici e mari. 

I ghiacciai
Un altro tema cruciale è quello dello scioglimento dei ghiacciai. Il ghiaccio marino artico ha raggiunto la sua estensione mensile più bassa a gennaio, con un calo del 6% rispetto alla media. Nella regione artica, le anomalie nella concentrazione del ghiaccio marino sono state ben al di sotto della media nel settore canadese orientale, tra cui la baia di Hudson e il mare del Labrador, e nel mare di Barents settentrionale. 

L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata inferiore del 5% alla media: quindi relativamente vicina alla media rispetto ad altri anni recenti. Ciò contrasta con i valori record o quasi osservati nel 2023- 2024. Nella regione antartica, le concentrazioni di ghiaccio marino sono state superiori alla media nel Mare di Amundsen e generalmente miste in altri settori oceanici. 

Tutti questi dati confermano quanto il cambiamento climatico sia un’emergenza attualissima, e per questo non si può più perdere tempo. Bisogna agire prima che sia troppo tardi. Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, ha chiosato: «Tutti i dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni nel 1850. L’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi sull’evidenza. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima».