“Stefano Argentino infastidiva Sara da due anni”. Messina, il pm ricostruisce il femminicidio della studentessa
Il procuratore in conferenza stampa: il 27enne frequentava “lo stesso corso della vittima. La giovane aveva condiviso con le compagne il fastidio per queste attenzioni insistenti, ma non si era accorta del vero pericolo che correva”

Messina, 1° aprile 2025 – Da due anni Stefano Argentino infastidiva con attenzioni insistenti e non ricambiate Sara Campanella. E’ quanto fa emergere il procuratore di Messina D’Amato per chiarire i contorni di un nuovo, ennesimo, femminicidio, compiutosi stavolta a Messina contro una ragazza di appena 22 anni, uccisa in strada con una coltellata alla gola.
Il suo presunto assassino è uno studente che frequentava lo stesso corso universitario di Tecnico di laboratorio biomedico a Messina. E’ accusato di omicidio pluriaggravato.
"Gli studenti colleghi di corso della vittima - ha spiegato il procuratore - hanno fornito un contributo essenziale per la ricostruzione dei fatti e l'identificazione del fermato". "Importanti - ha aggiunto - anche le immagini degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati". Argentino frequentava "lo stesso corso della vittima – ha proseguito - ed emerge che c'erano state delle attenzioni di questo giovane anche in maniera insistente e reiterata nel tempo; tuttavia non essendosi mai trasformate in qualcosa di minaccioso e morboso, non avevano destato una particolare preoccupazione nella vittima che pur aveva condiviso con le compagne di corso il fastidio per queste attenzioni che si andavano ripetendo nel tempo, da circa un paio d'anni, da quando era iniziato il corso, ma tali da non determinare una preoccupazione". "Dovremo accertare la reale natura dei rapporti tra la vittima e l'aggressore anche sulla base dell'analisi dei dati del cellulare", è stato poi detto.
Il giovane avrebbe voluto qualcosa da Sara che però non era ricambiato, come sarebbe emerso da diverse testimonianze, soprattutto di un'amica della vittima, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa. Tuttavia Sara non aveva sporto denuncia, perché
"non si era accorta del vero pericolo che correva, in precedenza non aveva mai denunciato il suo assassino. Questo ci fa capire quanto difficile è prevenire questo tipo di delitti", ha specificato D'Amato. "Per fermare questi drammatici episodi ci vuole l'impegno di tutta la comunità, non basta solo l'approccio penale", ha detto.
Secondo quanto ricostruito, ieri intorno alle 17, i carabinieri, dopo una chiamata al 112, sono intervenuti in viale Gazzi, nei pressi di un distributore vicino allo stadio "Giovanni Celeste", dove la 22enne, originaria di Misilmeri, era stata accoltellata da un giovane che si era subito dato alla fuga.
Sara è stata immediatamente trasportata in codice rosso al Policlinico dove è morta poco dopo per le ferite provocate da due fendenti al collo e alla scapola. Sono subito state avviate le indagini per acquisire testimonianze, analizzare sistemi di videosorveglianza e svolgere tutti gli accertamenti necessari a individuare il 27enne il quale, dopo alcune ore di ricerca, è stato rintracciato, con il supporto dei carabinieri del Comando provinciale di Siracusa, in un'abitazione del suo paese.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l'indagato avrebbe seguito la giovane vicino al Policlinico, "un pedinamento per un percorso non breve", ha affermato il colonnello Lucio Arcidiacono, a capo del Comando provinciale dei carabinieri di Messina; poi verosimilmente una discussione lungo un breve tragitto insieme vicino al distributore di benzina, dove, dopo l'ennesimo "respingimento" di quelle attenzioni, l'avrebbe accoltellata.