Shinobi: Art of Vengeance Anteprima V mensile
Dopo l’annuncio a sorpresa durante i The Games Awards 2023 e un pesantissimo silenzio durato più di un anno, Shinobi, la serie SEGA che con i suoi primi capitoli ha scritto la storia dei platform a scorrimento laterale, si è finalmente mostrata a quest’ultimo State of Play. Attraverso un breve ma intenso video che mescola […] L'articolo Shinobi: Art of Vengeance Anteprima V mensile proviene da Vgmag.it.


Dopo l’annuncio a sorpresa durante i The Games Awards 2023 e un pesantissimo silenzio durato più di un anno, Shinobi, la serie SEGA che con i suoi primi capitoli ha scritto la storia dei platform a scorrimento laterale, si è finalmente mostrata a quest’ultimo State of Play. Attraverso un breve ma intenso video che mescola pillole di gameplay, sequenze animate e splendidi artwork Lizardcube, ha messo in chiaro le sue intenzioni. Pur essendo uno studio relativamente giovane, questo piccolo team ha già ampiamente dimostrato di avere il tocco da Re Mida, quando si tratta di rimaneggiare la storia. Con all’attivo un buon remake di Wonder Boy e il sorprendente Streets of Rage 4, Lizardcube sembra il candidato perfetto per restituire alla storica serie di SEGA il posto che merita.
In principio, la sala giochi
Nata ormai quasi 40 anni fa su arcade, con il suo mix di platforming e combattimenti Shinobi, il primo titolo e i suoi numerosi seguiti erano diventati uno dei più importanti esponenti del genere picchiaduro a scorrimento. Ma, con il passare degli anni, l’incapacità di trovare un nuovo equilibrio tra l’innovazione e il mantenimento dell’identità che aveva reso i primi giochi della serie così amati, ne aveva praticamente segnato le sorti. La sensazione generale era che, pur cercando di adattarsi ai nuovi tempi, Shinobi non fosse riuscito a ritrovare la giusta formula per il successo, almeno fino a oggi. A differenza degli ultimi (discutibili) capitoli, Shinobi: Art of Vengeance ha suscitato molto interesse, soprattutto perché è chiara la volontà di Lizardcube di mantenere l’essenza dei giochi originali della saga, ma con una visione moderna e innovativa. Il titolo infatti abbandona totalmente le tre dimensioni, in favore di una più pulita grafica 2D che rievoca le radici retro, ma arricchendole con animazioni fluide e spettacolari. A siglare il rispetto del passato è la scelta di riesumare il mitico Joe Musashi, lo storico protagonista, anche questa volta alle prese con una storia di dolore e vendetta. Al ritorno da una missione, infatti, il nostro eroe scopre che il suo villaggio è stato raso al suolo, e che i membri del suo clan sono stati trasformati in statue di pietra. La sete di vendetta lo spinge a intraprendere una missione solitaria per distruggere coloro che sono responsabili di questo crimine orribile, una potente ma misteriosa organizzazione segreta di cui, ancora oggi, non sappiamo nulla.
Antico ma moderno
Qualche informazione ci è stata data invece dal video sulle meccaniche di gioco, come sempre caratterizzate da quel mix di salti acrobatici e botte da orbi. Con Art of Vengeance, però, Lizardcube sembra aver lavorato molto sul bilanciamento tra elementi platform e combat system, con l’obiettivo di fonderli per creare un unico, frenetico flusso interattivo, a metà strada tra lo splendido Prince of Persia The Lost Crown e il più anzianotto Guacamelee. I combattimenti sono rapidi e fluidi, con un focus su combo acrobatiche, attacchi in mischia e l’uso di armi tradizionali come katane e shuriken. Per variare ulteriormente le meccaniche, Art of Vengeance introduce (in aggiunta a quanto detto) una componente stealth più marcata. Joe Musashi può ora sfruttare l’ambiente circostante per muoversi inosservato, colpire nemici in modo furtivo e nascondersi nelle ombre per evitare confronti diretti. Le sezioni stealth si combinano con il tradizionale combattimento ad alta velocità, permettendo al giocatore di scegliere tra azione diretta e approccio più silenzioso e strategico alle missioni. Il gioco si caratterizza anche per l’esplorazione di mondi vasti e variegati, che spaziano dai templi giapponesi agli ambienti urbani distrutti. Joe può scalare muri, saltare tra edifici e usare l’ambiente a suo favore per risolvere enigmi e affrontare nemici in modo creativo. A detta degli sviluppatori ogni area è piena di dettagli che richiedono attenzione, con missioni e obiettivi secondari che offrono un’esperienza profonda e con un buon tasso di rigiocabilità.
Bello oltre che divertente
A suggellare il tutto c’è uno stile artistico unico per la saga: fumettistico, colorato e in linea con i gusti eclettici del pubblico più giovane. I livelli sono ricchi di dettagli, con sfondi che rappresentano paesaggi giapponesi classici e misteriosi, immersi in atmosfere oscure e evocative. L’utilizzo di luci e ombre è fondamentale per creare un senso di tensione durante le fasi stealth, mentre le animazioni dei combattimenti sono fluide e spettacolari. Ogni personaggio è disegnato con cura, e le animazioni di Joe Musashi sono particolarmente impressionanti, con attacchi veloci e coreografati che enfatizzano l’agilità e la potenza del ninja.
In conclusione, Shinobi: Art of Vengeance si propone come il capitolo che saprà finalmente mettere d’accordo tutti, fan di lunga data e nuovi giocatori. E se c’è qualcuno che ha le carte in regola per ottenere questo difficile risultato questo è proprio Lizardcube. A questo punto, non ci resta che aspettare fine agosto, per capire se la nostra fiducia sarà adeguatamente ripagata. Leggilo gratis in versione impaginata e sfogliabile sul numero 10 di V – il mensile di critica videoludica
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