Roma dichiara guerra ai key box per gli affitti brevi: sanzioni fino a 400 euro per l’intero condominio
Roma ha deciso di adottare una linea dura contro i key box, le cassette porta chiavi utilizzate soprattutto per agevolare gli affitti brevi. Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento di Polizia urbana, i condomini che nelle case di Roma non provvedono alla rimozione dei Key box (così utili per i proprietari di appartamenti sul […] L'articolo Roma dichiara guerra ai key box per gli affitti brevi: sanzioni fino a 400 euro per l’intero condominio proviene da Economy Magazine.

Roma ha deciso di adottare una linea dura contro i key box, le cassette porta chiavi utilizzate soprattutto per agevolare gli affitti brevi. Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento di Polizia urbana, i condomini che nelle case di Roma non provvedono alla rimozione dei Key box (così utili per i proprietari di appartamenti sul mercato degli affitti brevi) rischiano multe fino a 400 euro. La misura ha acceso il dibattito tra amministratori condominiali, residenti e operatori del settore turistico.
La reazione di Roma contro i key box per gli affitti brevi
Perchél l’amministrazione di Roma ha stabilito il divieto di posizione key box su suolo pubblico per gli affitti brevi? L’obiettivo è preservare il decoro urbano e garantire la sicurezza. Tuttavia, le sanzioni vengono indirizzate all’intero condominio e non solo ai proprietari o gestori che utilizzano questi dispositivi. Ciò ha sollevato dubbi sulla legittimità della misura, spingendo l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (Anaci) a suggerire di diffidare chiunque ne faccia uso e a contestare l’applicazione indiscriminata delle multe.Mentre le multe fioccano, resta, dunque, aperta la questione della loro legittimità e dell’effettiva efficacia del provvedimento.
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Il confronto con altre città
Roma non è l’unica città italiana a intervenire sulla questione. Firenze ha recentemente approvato una delibera che vieta l’uso di key box su strade pubbliche e muri di edifici storici, con la possibilità di sanzionare chi non rispetta la norma. Venezia, Milano, Bologna e altre metropoli stanno valutando regolamenti specifici per disciplinare l’utilizzo di questi strumenti, cercando un equilibrio tra esigenze turistiche e tutela del patrimonio urbano.
Il modello europeo sui Key box
Se in Italia il fenomeno è sempre più regolamentato, in altre capitali europee il key box è già oggetto di restrizioni. A Parigi e Amsterdam, per esempio, i dispositivi sono vietati in determinate zone turistiche per evitare problemi legati all’affitto breve incontrollato. In Germania e Regno Unito, invece, esistono norme che ne consentono l’uso solo previa autorizzazione delle autorità locali.
Un problema di gestione condominiale
Un altro punto critico riguarda la gestione condominiale: i key box, infatti, sono considerati proprietà privata, ma quando vengono installati su parti comuni o spazi pubblici possono rappresentare un’irregolarità. Gli amministratori sono ora chiamati a decidere se intraprendere azioni legali contro i singoli responsabili o se avviare la rimozione immediata per evitare sanzioni collettive.
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