Rendimento fino al 15% annuo cavalcando il risiko bancario
Quota sulla parità, con due sottostanti volati di oltre il 15% dal livello iniziale e offre un rendimento annuo del 15%. Il certificate con Isin XS2912573057 di Barclays, che ha per sottostanti le azioni di Banco BPM, MontePaschi e Unicredit, paga ogni mese un premio mensile con memoria dell’1,25%, se nessuno dei tre sottostanti, alle date di valutazione, sarà crollato del 40% dal livello iniziale. Cedole con effetto memoria, autocall da settembre. E scadenza finale nel dicembre 2027 (tre anni) con barriera al 60%.

La cosa notevole è l’attuale prezzo del certificate, quotato sul mercato EuroTlx, a 100 euro, invariato rispetto al prezzo di emissione. Nel mese che è passato dal lancio del prodotto le quotazioni delle banche sono salite allontanandosi dai livelli di barriera. Unicredit ha guadagnato il 18% e dall’attuale prezzo di 45,815 euro dovrebbe perdere non il 40%, ma il 49,1% per toccare la barriera, posta a 23,301 euro.
Banco BPM è salita in due mesi del 12,8%. Dalla sua quotazione attuale di 8,768 euro dovrebbe perdere il 46,8% per finire in barriera (a 4,663 euro).
Solo MontePaschi è rimasta sostanzialmente sulle posizioni iniziali, con la barriera lontana circa il 40%.
Quindi, chi compra oggi il certificate XS2912573057 non solo acquista uno strumento in grado di dare in tre anni un rendimento del 45% (15% all’anno), ma lo paga con uno sconto notevole rispetto alla lineare. Infatti, il prezzo rimasto sulla parità non riflette la maggiore distanza dalla barriera, vale a dire il minore rischio rispetto al momento dell’emissione.
Qui sotto una tabella con i livelli di riferimento principali del certificate.
In una vignetta che circola in rete si vede la presidente della Bce, Christine Lagarde, che affronta un gruppo di banchieri italiani dicendo: “Chi di voi è senza sofferenze lanci la prima Ops”, e un attimo dopo la stessa Lagarde è travolta dal lancio di innumerevoli faldoni contenenti i documenti delle varie Ops.
Scherzi a parte, da alcuni mesi il mercato italiano del credito è diventato un’arena per un incredibile numero di operazioni di M&A.
Dopo le offerte di Unicredit sulla tedesca Commerzbank e su Banco BPM, dopo l’offerta di Banco BPM su Anima e l’offerta di MontePaschi su Mediobanca, l’ultima novità di settimana scorsa è l’offerta di Bper sulla Banca Popolare di Sondrio. E chiediamo scusa se citiamo solo per ultima l’offerta di Banca Ifis per Illimity.
Tutto questo rende i titoli bancari molto allettanti per gli investitori, ma anche molto rischiosi. La consuetudine in Borsa è che salgono le azioni delle società target (quelle oggetto di un’offerta), mentre scendono quelle delle società “predatrici”.
Questa regola non vale per Unicredit, predatrice per eccellenza, le cui azioni continuano a salire. La market cap della banca è passata in un mese da 60 miliardi di euro a 73,2 miliardi. I dati del quarto trimestre 2024 e dell’intero anno sono stati comunicati martedì 11 febbraio e sono in linea con le attese. Per Unicredit è stato il sedicesimo trimestre consecutivo con risultati in crescita.
L’intero 2024 si è chiuso con un utile netto di 9,3 mld, +8,1% anno su anno. I ricavi netti sono ammontati a 24,2 miliardi (+4%), trainati da commissioni pari a 8,1 miliardi (+8%). La qualità degli attivi rimane solida, con un basso costo del rischio pari a 15 punti base. Il Cet 1 ratio a fine esercizio era al 15,9%, invariato rispetto al 2023 nonostante gli investimenti e le maggiori distribuzioni. Positivo il dato dei costi, risultati in calo dell’1% a 9,4 miliardi di euro, con un rapporto costi/ricavi del 37,9% che fa di Unicredit una delle banche più efficienti del panorama europeo.
Quindi Unicredit è una banca solida, con una forte redditività, che vuole crescere espandendo il suo modello di efficienza in aree geografiche di grande interesse, come la Germania e il Nord Italia.
Il rialzo delle azioni Unicredit vuole dire che il mercato apprezza il disegno strategico del Ceo Andrea Orcel, anche se alla fine, per fare andare in porto l’acquisizione di Banco BPM, dovrà pagare più dei 10,1 miliardi previsti nell’offerta iniziale, dato che anche le azioni di Banco BPM sono salite.
Oggi l’a.d. di Unicredit, Andrea Orcel, durante la presentazione dei risultati ha dichiarato di non aver mai escluso un rilancio su Bpm. Gli analisti si aspettano che Unicredit possa aggiungere una componente cash all’Ops.
Ma non sembra il prezzo l’elemento di rischio nell’operazione, quanto piuttosto l’irritazione del governo italiano, che puntava sul Banco BPM per creare il fatidico terzo polo bancario italiano, mettendo insieme la ex popolare milanese con il MontePaschi. Unicredit ha fatto saltare questo disegno, ma ha già trovato il modo per offrire al governo una succosa contropartita in cambio del via libera all’acquisizione di Banco BPM.
Non c’è dubbio, infatti, che il pacchetto del 4,1% di Generali che Unicredit ha recentemente acquistato, possa essere messo con forza sul tavolo delle trattative con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e con la premier Giorgia Meloni.
In questo momento i beniamini del governo sono il gruppo Caltagirone e la Delfin degli eredi di Leonardo Del Vecchio. Insieme hanno acquisito una posizione di forza in MontePaschi, insieme hanno approvato il lancio dell’offerta di MontePaschi su Mediobanca, la quale Mediobanca è il principale azionista di Generali, l’oggetto finale del desiderio della coppia Caltagirone – Delfin.
In questo scenario, il 4,1% di Generali posseduto da Unicredit può essere il pacchetto decisivo per fare prevalere nelle prossime assemblee della compagnia di assicurazioni la coppia Caltagirone – Delfin o l’attuale management, sostenuto da Mediobanca. E tutto, si sa, ha un prezzo.
Lo scenario è avvincente, si mescolano finanza, politica e speculazione, ma proprio per questo non è valutabile con le consuete metriche degli investitori. Il ruolo importante del governo, che utilizzando la Golden Share può bloccare i disegni di Unicredit, diventa un elemento di difficile valutazione.
A rendere il quadro ancora più complesso c’è il ruolo del Crédit Agricole. La seconda banca di Francia è il primo azionista di Banco BPM con una quota del 15%. Anche qui, è difficile che l’offerta di Unicredit abbia successo se non conquista il consenso dei francesi. Negoziati fra le due parti sono in corso.
In sintesi, quella in atto è un’autentica rivoluzione del sistema bancario italiano. Le operazioni proposte verranno giudicate dal mercato. Di sicuro, il consolidamento dovrebbe permettere di raggiungere più efficienza, con effetti positivi di lungo periodo sulle quotazioni delle società protagoniste.
In questo scenario il certificate studiato da Barclays con Isin XS2912573057 che aggiunge di una protezione profonda sul capitale, sia lo strumento interessante per investire in questo momento sul settore bancario italiano, perché offre un mix di rendimento e protezione. Il 15% di massimo guadagno punta a raddoppiare il dividendo offerto in media dal settore bancario.
Può succedere che il certificate non arrivi alla scadenza finale, perché tra 8 mesi potrà essere rimborsato in anticipo (autocall). A partire dalla data di osservazione del 10 settembre 2025, e poi in una qualsiasi delle date successive, se i tre sottostanti quoteranno al di sopra dello strike (Valore iniziale), o allo stesso livello, il prodotto verrà rimborsato in anticipo al valore nominale (100 euro), più il pagamento dell’ultima cedola e delle cedole eventualmente non pagate e mantenute in memoria.
Se il certificate non verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza finale si potranno verificare due scenari:
- Se tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra la barriera, o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 100 euro. L’investitore riceverà l’ultima cedola e le cedole eventualmente non pagate e trattenute nella memoria.
- Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore accusi un ribasso del 70% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 30 euro (30% del Valore iniziale).
Market Screener censisce 18 analisti che coprono Unicredit. Di questi, 13 raccomandano di comprare le azioni e cinque suggeriscono di tenerle in portafoglio (Hold). La media dei target price è 46,5 euro, in linea con l’attuale quotazione.
Anche per Banco BPM non ci sono analisti con raccomandazioni negative. Su 15 esperti che coprono il titolo, nove raccomandano di comprare le azioni e sei hanno un giudizio Hold. La media dei target price è 8,17 euro, più bassa del 9% rispetto al prezzo attuale.
Su MontePaschi otto analisti raccomandano di comprare le azioni (Buy o Outperform) e due hanno giudizio Hold. Nessuna raccomandazione negativa. La media dei target price è 7,4 euro (+16% sul prezzo attuale).