I vertici dell’Asp di Trapani sapevano dei ritardi dei referti istologici già dal giugno del 2023. Ciò nonostante i ritardi hanno continuato ad accumularsi fino alla denuncia della professoressa di Mazara del Vallo che ha fatto esplodere il caso: ovvero più di un anno e mezzo dopo. È quel che denuncia il direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, sospeso per 3 mesi dal presidente della regione, Renato Schifani, in una relazione inviata al ministero della Salute e alla procura di Trapani.
Nel difendersi dalle responsabilità sul caso dei referti istologici in ritardo anche di 10 mesi, Croce formalizza un vero e proprio j’accuse in cui ripercorre, nota per nota, tutta la vicenda che aveva avuto inizio ben prima della sua nomina, avvenuta solo nel febbraio del 2024, come commissario, poi nominato dirigente nel luglio successivo. Fatti che sarebbero stati omessi dall’ispezione dell’assessorato regionale che ha invece “immotivatamente” avviato un’indagine ispettiva soltanto dal primo febbraio del 2024 e soltanto su di lui: una denuncia a tutti gli effetti quella di Croce che accusa, in sostanza, gli ispettori della regione di “fumus persecutionis”.
Bisogna fare attenzione alle date per capire esattamente da quanto tempo
i pazienti di Trapani sono stati sottoposti a gravi ritardi sulle refertazioni dei
sospetti tumori. La vicenda diventa nota nel febbraio del 2025, da allora si è risaliti a più di 3.300 referti ancora da elaborare. Tra questi 226 sono risultati tumori maligni. Ritardi
fino a 10 mesi e referti consegnati anche a pazienti ormai morti o troppo in ritardo per una cura efficace:
lo scorso 7 maggio è deceduto uno dei pazienti coinvolti dagli esami incriminati,
l’uomo di 87 anni ha ricevuto la diagnosi in ritardo di 10 mesi ma se preso in tempo il tumore sarebbe stato trattabile.
Dopo lo scandalo il governo regionale ha avviato un’ispezione che ha portato alla sospensione per tre mesi del direttore generale dell’Asp. Nominato in quota Fdi, ex capo gabinetto dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, Croce ha ricostruito in un dossier di quasi 100 pagine una serie di vere e proprie contro accuse. E dalle note riportate dal dg sospeso si può datare l’accumulo dei ritardi ancora più indietro nel tempo: il caso della professoressa di Mazara del Vallo ha inizio nel dicembre del 2023, quando cioè la donna viene operata di fibroma all’utero, da allora inizia un’attesa di 8 mesi per scoprire, con troppo ritardo, il carcinoma: quando cioè aveva già sviluppato le metastasi.
Una volta scoppiato lo scandalo, il dg aveva già fatto notare che i ritardi fossero frutto di una gestione precedente. Adesso, però, una nota riportata nel dossier svela che la criticità sui ritardi fosse addirittura precedente: era tutto noto ai vertici a giugno del 2023, molto prima dunque del caso della professoressa e di quelli a seguire: “la problematica in oggetto indicata è stata già discussa approfonditamente, con la direzione sanitaria aziendale, in data 13 giugno 2023, e che sono state messe subito in atto una serie di iniziative nella speranza di potere almeno in parte arginare il problema”, così si legge in una nota dell’ottobre del 2023.
Poco prima, a settembre, il direttore dell’ospedale di Mazara del Vallo, Pietro Musso, scrive: “Si porta a conoscenza della Direzione Sanitaria che pochi giorni addietro abbiamo ricevuto esiti istologici di Adenocarcinoma endometriale dopo circa 90-100 giorni dall’esecuzione della biopsia isteroscopica, nonostante in richiesta fosse stato segnalato il sospetto di carcinoma”. Si tratta dello stesso ospedale della prof, Maria Cristina Gallo, che ha denunciato tutto, scoperchiando il vaso di Pandora.
Ma bisogna tornare ancora all’ottobre del 2023, l’allora direttore sanitario Maria Grazia Furnari dà disposizione per l’accorpamento dei dipartimenti, in modo da risolvere i ritardi accumulati. Tre mesi dopo però non è successo ancora nulla e scrive una nuova nota in cui ancora dispone l’accorpamento: “Se solo vi si fosse provveduto con la tempestività richiesta – annota il dg sospeso – il ritardo nella refertazione degli esami istologici non si sarebbe ulteriormente acutizzato”.
Questo è quanto ricostruito nella relazione nella quale Croce accusa i vertici dell’Asp di avergli omesso la situazione: il commissario straordinario Vincenzo Spera nel passaggio di consegne non ne fa menzione, racconta Croce, e “sul tema vi era un’omertà conclamata da parte di tutti i clinici e i sanitari, che passava a sua volta da una vera e propria “assuefazione” a condotte a cui il direttore di Anatomia Patologica, Domenico Messina aveva abituato e catechizzato i direttori degli altri dipartimenti”. Accuse gravissime rivolte da Croce anche contro l’assessorato regionale alla Salute che addirittura rispondendo a due interrogazioni parlamentari, presentate da Rita Dalla Chiesa, Giorgio Mulè e Stefano Benigni avrebbe alterato la risposta del dg: Croce aveva scritto di 212 referti da espletare a Pantelleria, nella risposta fornita in parlamento l’assessora alla Salute, Giovanna Volo aveva esteso invece a tutta la provincia di Trapani il numero. Un j’accuse, quello di Croce, che svela una lunga catena di omissioni e ritardi: praticamente la cronaca, per quanto di parte, di un disastro.
L'articolo Referti istologici in ritardo a Trapani, la difesa del dg Croce. “Tutti sapevano già dal giugno 2023” proviene da Il Fatto Quotidiano.