Poste Italiane e Aruba: l’autenticazione a pagamento potrebbe creare dei malumori tra gli utenti
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L’introduzione di costi per il rinnovo dello SPID da parte di Aruba riaccende il dibattito sull’autenticazione digitale.
Negli ultimi anni, accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione è diventato molto più semplice grazie allo SPID. Questo sistema di identificazione digitale ha semplificato la vita a milioni di italiani, permettendo loro di autenticarsi velocemente senza doversi recare fisicamente agli sportelli.
Uno dei motivi del suo successo? Per tanto tempo, ottenerlo è stato completamente gratuito. Proprio questa gratuità ha contribuito alla sua diffusione, spingendo oltre 40 milioni di persone ad attivarlo. Tuttavia, col passare del tempo, alcuni gestori hanno iniziato a rivedere le proprie politiche, introducendo costi per determinate modalità di riconoscimento.
Poste Italiane, ad esempio, nel 2021 fece discutere per aver reso a pagamento la registrazione in ufficio, scelta che non passò inosservata. Queste mosse hanno sollevato più di qualche perplessità. Lo SPID è nato come strumento democratico, accessibile a tutti, e vederlo diventare a pagamento, anche solo in parte, non è stato accolto benissimo dagli utenti.
C’è chi teme che questo sia solo l’inizio e che, piano piano, sempre più provider possano seguire la stessa strada, rendendo l’autenticazione digitale meno conveniente rispetto ad altre soluzioni come la Carta d’Identità Elettronica (CIE), che alcuni vorrebbero come unico metodo di accesso ai servizi pubblici online.
Aruba fa pagare il rinnovo dello SPID dal secondo anno
Dal punto di vista dei gestori, però, la questione è chiara: mantenere attivo un sistema come lo SPID ha dei costi, e per garantire un servizio sempre aggiornato è necessario trovare un equilibrio economico. Ma come reagiranno gli utenti a questi cambiamenti? L’introduzione di nuove tariffe potrebbe spingerli a cercare alternative, oppure accetteranno il compromesso senza troppe proteste?
La novità arriva da Aruba, che ha deciso di rendere a pagamento il rinnovo dello SPID. La prima attivazione resta gratuita, ma dal secondo anno in poi gli utenti dovranno sborsare 6 euro all’anno, ovvero 4,90 euro più IVA. La conferma è arrivata direttamente dall’azienda, che ha aggiornato il proprio sito e inviato notifiche via email agli utenti.
Utenti divisi: tra polemiche e voglia di cambiare gestore
Aruba ha motivato questa scelta parlando di sostenibilità economica: per mantenere attivo il servizio e migliorarlo nel tempo, era necessario introdurre un piccolo costo di rinnovo. Ma questa spiegazione basterà a convincere gli utenti? Qualcuno potrebbe non farci troppo caso, ma chi ha scelto Aruba pensando di non dover mai pagare nulla potrebbe sentirsi tradito.
Per chi non è d’accordo, comunque, una soluzione c’è: cambiare provider. Lo SPID può essere trasferito da un gestore all’altro senza particolari problemi, ma non tutti hanno voglia di affrontare l’ennesima procedura burocratica. Intanto, questa mossa potrebbe rafforzare l’idea che il futuro dell’autenticazione digitale sia nella CIE, anziché nello SPID. Vedremo se anche altri provider seguiranno l’esempio di Aruba, o se questa resterà un’iniziativa isolata.
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