Perché Meloni non trumpeggia su Trump
La posizione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui dazi di Trump e i commenti dei vicepresidenti, Matteo Salvini e Antonio Tajani. La nota di Sacchi.

La posizione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui dazi di Trump e i commenti dei vicepresidenti, Matteo Salvini e Antonio Tajani. La nota di Sacchi
Quella degli Usa è “una scelta sbagliata”, non ha esitato a dire subito l’altra notte Giorgia Meloni sulle decisioni di Trump per i dazi, ma il premier in un’intervista di ieri sera al Tg1 osserva anche che la Ue, con le sue scelte ritenute altrettanto sbagliate come quelle sul Green Deal, il patto di stabilità, va ripensata. E il premier frena sulle contromisure della Ue. Una linea sulla quale trova la quadra con sfumature diverse il centrodestra unito su una linea di prudenza, contraria a quello che Meloni definisce “catastrofismo” e “allarmismo” da parte di un’opposizione “senza proposte”, per portare avanti una concreta trattativa con gli Usa.
Se Matteo Salvini, su una linea trumpiana della prima ora, si sente particolarmente vicino alla richiesta che questa Ue vada ripensata, l’altro vicepremier e ministro degli Esteri non può non concordare con Meloni sulla linea della prudenza. “L’interesse nazionale” è il faro guida della maggioranza. I dazi decisi dal presidente Usa sono un “problema” ma non una “catastrofe”, afferma il premier al Tg1 al termine di una giornata al lavoro sul dossier, insieme a una ‘task force’ di ministri. E il messaggio suona come una ‘frenata’ alle contromisure che sta mettendo a punto l’Unione europea.
Il premier, dopo un primo commento a caldo l’altra sera su Facebook, ha convocato a Palazzo Chigi una riunione a cui hanno partecipato i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, degli Affari europei Tommaso Foti, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, quest’ultimo collegato da Bruxelles. Il ministro degli Esteri ha riferito sull’incontro che aveva appena avuto con il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, che oggi discuterà con il proprio omologo americano, in videoconferenza, sui dazi Usa e sulla risposta dell’Ue.
Per la premier, quella degli Usa è una scelta “sbagliata” che danneggia sia l’economia europea che quella americana ma non sarà una “catastrofe” perché “non smetteremo di esportare negli Stati Uniti”. Dunque no all'”allarmismo” delle opposizioni che – accusa Meloni – “fanno il loro lavoro, però da loro attualmente non è arrivata neanche una proposta”. Il governo, spiega, farà uno “studio sull’impatto reale” delle nuove tariffe settore per settore e la prossima settimana si confronterà con le categorie produttive per “cercare le soluzioni migliori”. Poi le scelte vanno “condivise” con i partner europei (magari con un Consiglio europeo straordinario).
E per Meloni “rispondere ai dazi con altri dazi” non è “la scelta migliore” perché “l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini”. Dunque, serve un dibattito “franco” con gli Usa con l’obiettivo “di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”. Ma da parte sua l’Ue può fare anche altro ovvero “rimuovere i ‘dazi’ che si è autoimposta”.
La richiesta è che riveda un Grean Deal “ideologico” in particolare sull’automotive; procedendo con la semplificazione perché “siamo soffocati dalle regole”; agendo con “più coraggio” sull’energia e aprendo a una “revisione” del Patto di stabilità. A Bruxelles, rimarca Meloni, “il ruolo dell’Italia è portare gli interessi italiani”. Il premier è consapevole che “è possibile” che le sue proposte “non siano perfettamente sovrapponibili con i partner ma abbiamo il dovere di farlo”.
Anche per Tajani “bisogna evitare una guerra dei dazi” e “andare avanti nella trattativa con gli Stati Uniti”. Certo, ammette Tajani, “è chiaro che poi dovrà essere presa una decisione con delle scelte di imporre dazi ad alcuni prodotti americani per rispondere ai dazi che sono stati imposti”.
La Lega, come Meloni, auspica un ripensamento profondo dell’Ue. “Prima di pensare a guerre commerciali o contro-dazi che sarebbero un suicidio, l’Unione Europea tagli burocrazia, vincoli e regole europee che soffocano le imprese italiane, azzerando il Green Deal e il tutto elettrico”, afferma in una nota la Lega. Che ventila anche l’ipotesi di aprire trattative ‘separate’. Ieri mattina, Salvini ha avuto un confronto con il ‘gruppo economico’ del partito, ribadendo “che se gli Stati Uniti hanno deciso di tutelare le proprie imprese, è necessario che l’Italia continui a difendere con determinazione il proprio interesse nazionale anche alla luce dei troppi limiti dell’Europa”. Mentre Forza Italia chiede una trattativa della Ue con gli Usa.
Di dazi inevitabilmente si continuerà a parlare anche nei due appuntamenti che Lega e FI hanno nel fine settimana. Se la Lega sabato e domenica terrà il congresso a Firenze, dove sono presenti interventi di esponenti del gruppo europeo dei Patrioti, Forza Italia riunirà sabato a Roma il Consiglio nazionale in preparazione del congresso del Ppe, il cui presidente Manfred Weber sarà sabato accanto a Tajani.