Partite Iva degli autonomi in frenata Più donne e stranieri, flat tax al 69%
L’analisi dei dati. Nel 2024 calano del 2% le nuove attività avviate da persone fisiche. Stabile l’incidenza degli under 35 che pagano la denatalità. Negli ultimi due anni 472mila professionisti e imprenditori sono entrati nel regime forfettario Dietro il celebrato aumento delle nuove partite Iva nel 2024 (+1,3% annuo), c’è un segnale indicativo: la frenata […] L'articolo Partite Iva degli autonomi in frenata Più donne e stranieri, flat tax al 69% proviene da Iusletter.

L’analisi dei dati. Nel 2024 calano del 2% le nuove attività avviate da persone fisiche. Stabile l’incidenza degli under 35 che pagano la denatalità. Negli ultimi due anni 472mila professionisti e imprenditori sono entrati nel regime forfettario
Dietro il celebrato aumento delle nuove partite Iva nel 2024 (+1,3% annuo), c’è un segnale indicativo: la frenata costante delle aperture da parte delle persone fisiche. Autonomi, professionisti e imprenditori individuali l’anno scorso hanno attivato 337mila nuove posizioni Iva. Un numero in calo del 2% rispetto al 2023 e che – tolto il 2020 segnato dal Covid – rappresenta il livello più basso degli ultimi 12 anni.
Le cause sono più d’una. Innanzitutto, l’invecchiamento della popolazione (dati Istat): in confronto al 2013 il numero dei maggiorenni è rimasto invariato, ma si è perso quasi un milione di giovani nella fascia d’età tra i 18 e 34 anni, quella che avvia circa metà delle nuove partite Iva.
Inoltre, per tutte le età emerge una minore tendenza all’apertura di posizioni individuali. Il calo è infatti più marcato di quello della popolazione. E ciò potrebbe dipendere dal maggior utilizzo della forma societaria, rilevato nelle statistiche delle Finanze diffuse lunedì scorso. Ma anche dalla maggiore diffusione delle assunzioni.
In termini relativi – ogni 100 nuove partite Iva – aumenta l’incidenza delle donne (39,6% nel 2024) e dei contribuenti nati al di fuori dell’Unione europea (17,5%). Entrambe queste categorie hanno visto crescere il proprio peso di circa il 3% negli ultimi 12 anni.
La prevalenza della flat tax
La flat tax degli autonomi conferma il suo successo: il regime forfettario viene ormai scelto da sette nuove partite Iva su dieci. Mentre le altre non hanno convenienza (in genere perché sostengono costi molto alti) o incappano in cause di esclusione (ad esempio hanno quote in società di persone). A ben vedere nel 2024 l’incidenza del forfait è scesa dello 0,2%, ma tutto lascia pensare che le novità in vigore nel 2025 spingeranno ancora le adesioni (si veda Il Sole 24 Ore del 13 gennaio).
Insomma, il regime forfettario, che era nato per favorire lo sviluppo delle piccole attività economiche, comincia a essere usato da una fetta sempre più rilevante di coloro che operano in forma individuale. Nel 2013, quando c’era ancora il regime dei vecchi minimi, le dichiarazioni Iva delle persone fisiche erano state 3,2 milioni su 3,88 milioni di posizioni individuali. Nel 2022 (ultimo anno di imposta per il quale ci sono le statistiche) sono state 1,99 milioni su 3,75. Come dire: con la flat tax, tra il 2013 e il 2022 sono venute meno 1,2 milioni di dichiarazioni Iva (adempimento dal quale i forfettari e i vecchi minimi sono esonerati).
Questa cifra sembra non combaciare con il numero di nuove aperture, perché nello stesso periodo sono state avviate 1,84 milioni di nuove partite Iva con opzione per i regimi fiscali agevolati (minimi e, dal 2015, forfettario). Dove sono finite queste partite Iva agevolate? Molti dei vecchi minimi – almeno 400mila – hanno esaurito il tempo di permanenza nel regime; quanto ai forfettari, è ragionevole pensare che ci sia un certo tasso di turnover, dovuto per lo più alla cessazione dell’attività (lo sforamento dei ricavi massimi, con il limite a 85mila euro, non dovrebbe impattare sulle statistiche).
Donne al 40 per cento
Se pensiamo che nel 2023 e 2024 sono state aperte con il forfait altre 472mila partite Iva, non è difficile ipotizzare che presto più di metà degli autonomi non farà la dichiarazione Iva. Ed emetterà fatture e ricevute senza applicare l’Iva. Un vantaggio che – al debutto della flat tax – alcuni consideravano distorsivo della concorrenza, ma che negli ultimi dieci anni non è stato oggetto di particolari polemiche da parte delle sigle di categoria. Forse anche perché in alcuni settori il regime forfettario è ormai così diffuso da mettere tutti – o quasi – sullo stesso piano.
A proposito di settori, è interessante guardare il dettaglio delle nuove posizioni. Se le partite Iva aperte dalle donne nel 2024 sono circa quattro su dieci, ci sono ambiti in cui la presenza femminile supera il 60%: i servizi, la sanità e l’assistenza sociale. Le ditte individuali avviate da extracomunitari superano invece il 40% nel settore del trasporto e magazzinaggio e sono piuttosto presenti anche nelle costruzioni (37,7%) e nella piccola manifattura (32,1%).
I giovani under 35 pesano ben oltre il 50% delle nuove posizioni Iva nei campi dell’assistenza, delle attività finanziarie e assicurative, di quelle artistiche, sportive e professionali. Infine, la presenza degli over 65: logicamente marginale, tranne che nel settore agricolo (16,1%).
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