Oro, Goldman Sachs e UBS alzano le loro previsioni sul 2025
Le previsioni degli analisti restano ‘bullish’ sui prezzi del metallo giallo e alcuni ritengono che non abbia senso prevedere la fine della corsa al rialzo solo perché ha raggiunto un altro massimo storico ed è già salito di circa il 10% quest'anno.

Ancora acquisti sull’oro nella giornata di oggi dopo i massimi toccati nella seduta di ieri. Oggi il prezzo del future sul metallo giallo con scadenza aprile quota 2.938 dollari l’oncia (+1%) dopo essere arrivati ieri a 2.960 dollari, mentre il prezzo spot sale a 2.922 dollari l’oncia.
La crescita di oggi del prezzo dell’oro prosegue sul trend rialzista riscontrato dai prezzi nelle ultime sette settimane consecutive quest’anno dopo una crescita ottenuta anche nel 2024.
Il mercato attribuisce l'aumento dei prezzi dell'oro all'aumento degli acquisti da parte delle banche centrali, ai possibili tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense e alle crescenti preoccupazioni degli investitori dovute alle recenti politiche tariffarie del presidente Donald Trump.
Ieri gli analisti di Goldman Sachs hanno rafforzato la loro view ‘bullish’ sull’oro, alzando le loro previsioni di prezzo a 3.100 dollari per la fine del 2025 rispetto alla precedente di 2.890 dollari, sulla base di una maggiore domanda da parte delle banche centrali
“Stimiamo che questa domanda strutturalmente più elevata da parte delle banche centrali aggiungerà un 9% al prezzo dell'oro entro la fine dell'anno”, scrivono dalla banca in un rapporto.
Goldman ha aumentato la sua ipotesi di domanda da parte degli istituti centrali a 50 tonnellate al mese dalla precedente stima di 41 tonnellate. Se gli acquisti saranno in media di 70 tonnellate al mese, i prezzi dell'oro potrebbero salire a 3.200 l'oncia entro la fine del 2025, supponendo che il posizionamento si normalizzi, ha affermato Goldman.
“Questo effetto, combinato con un graduale aumento delle partecipazioni negli Etf dovuto al calo dei tassi d'interesse (+2% di aumento del prezzo), dovrebbe più che compensare l'impatto negativo della normalizzazione delle posizioni di mercato (-4%), supponendo che l'incertezza diminuisca", prevedono da GS.
Tuttavia, “se l'incertezza sulle politiche economiche-incluse le preoccupazioni sui dazi-rimanesse elevata, un posizionamento speculativo prolungato potrebbe spingere i prezzi dell'oro fino a 3.300 all'oncia entro la fine dell'anno”.
Al contrario, se la Federal Reserve mantiene stabili i tassi di interesse, la banca prevede che l'oro raggiungerà 3.060 dollari nello stesso periodo.
Anche UBS resta rialzista sull’oro nonostante i recenti rialzi. “È sempre difficile inseguire il mercato ed è spiacevole quando tutti sembrano essere dalla stessa parte della negoziazione”, spiega l’analista Joni Teves, che aggiunge: “non ha senso prevedere la fine della corsa al rialzo dell'oro solo perché ha raggiunto un altro massimo storico ed è già salito di circa il 10% quest'anno". Teves ha aumentato il suo obiettivo di fine anno da 2.800 a 2.900 dollari e quello di fine 2026 da 2.850 a 2.900 dollari.
Tra le ragioni che lo spingono a essere ‘bullish’ ci sono “il forte sentiment positivo degli investitori, dati gli elevati livelli di incertezza macroeconomica, unito alla continua mancanza di posizionamento, e questo significa che c'è ampio spazio per un aumento delle riserve auree. Ciò, a sua volta, dovrebbe far salire i prezzi", ha spiegato.
“Gli acquisti ufficiali manterranno il mercato ben supportato”, aggiunge l’analista, “e i problemi di liquidità amplificheranno l'andamento dei prezzi, come evidenziato dalla mancanza di liquidità a Londra”.
Le nuove previsioni indicano che l'oro si attesterà sui 2.500 dollari nella seconda parte di un quinquennio, tenendo conto che i costi di produzione e le spese in conto capitale restano elevati.
"Per gli investitori preoccupati per questioni a lungo termine come la svalutazione della moneta fiat, un ulteriore deterioramento del deficit fiscale degli Stati Uniti e rischi geopolitici e di sanzioni, l'oro dovrebbe continuare ad attrarre interesse come asset alternativo da includere nel mix” e "riteniamo che il profilo dei prezzi previsto appaia ragionevole, dati i risultati passati dell'oro, che ha effettivamente raggiunto un livello più alto dopo ogni fase rialzista pluriennale", ha concluso Teves.