Meta vuole far fare le faccende di casa ai robot umanoidi
Dopo il fallimento del metaverso, Meta vorrebbe ora "animare" e rendere degli ottimi casalinghi i robot umanoidi di altre aziende con la sua intelligenza artificiale. Il settore infatti potrebbe raggiungere i 38 miliardi di dollari entro il 2035, ma non senza difficoltà. Con chi farà affari l'azienda di Zuckerberg? Fatti, numeri e commenti

Dopo il fallimento del metaverso, Meta vorrebbe ora “animare” e rendere degli ottimi casalinghi i robot umanoidi di altre aziende con la sua intelligenza artificiale. Il settore infatti potrebbe raggiungere i 38 miliardi di dollari entro il 2035, ma non senza difficoltà. Con chi farà affari l’azienda di Zuckerberg? Fatti, numeri e commenti
I robot umanoidi dotati di intelligenza artificiale (IA) sono l’ultima fissa delle big tech. Amazon ha stretto accordi con Agility Robotics, Google la scorsa settimana ha investito nella texana Apptronik e Meta pare che voglia puntare sulla sua IA per poterla fornire ad aziende che li producono. L’obiettivo iniziale sarebbe quello di renderli in grado di svolgere le faccende domestiche.
Tuttavia, sebbene secondo Goldman Sachs il settore potrebbe raggiungere i 38 miliardi di dollari entro il 2035, alcuni esperti ritengono che non sarà così facile vederli girare per casa.
COSA VUOLE FARE META CON I ROBOT UMOANOIDI
Stando a quanto riferito da Bloomberg, Meta sta investendo “in modo significativo” nel settore dei robot umanoidi, ovvero dei robot in grado di comportarsi come esseri umani nello svolgimento di alcuni compiti.
Al momento la società di Mark Zuckerberg non sembrerebbe intenzionata a costruire i propri robot (e a entrare quindi in competizione, tra l’altro, con Tesla di Elon Musk), bensì intende realizzare l’intelligenza artificiale, i sensori e il software di base per i robot prodotti e venduti da altre aziende.
A QUALI AZIENDE È INTERESSATA META
I dirigenti di Meta infatti ritengono che, mentre le aziende di robotica umanoide hanno fatto passi avanti nell’hardware, i progressi di Meta nell’IA e nei dati raccolti dai dispositivi di realtà aumentata e virtuale potrebbero accelerare i progressi nel settore.
Sempre secondo le fonti citate da Bloomberg, Meta ha iniziato a discutere il suo piano con alcune aziende di robotica, tra cui Unitree Robotics e Figure AI Inc.
UN TEAM DEDICATO
Per realizzare il suo progetto, l’azienda ha già messo su un nuovo team all’interno della sua divisione hardware Reality Labs, per cui prevede di spendere 65 miliardi di dollari nel 2025 per prodotti correlati, tra cui infrastrutture di IA e il nuovo progetto. A guidarlo sarà l’ex amministratore delegato di Cruise Marc Whitten, il quale potrà assumere 100 ingegneri per l’iniziativa. Whitten si è dimesso dalla divisione auto a guida autonoma di General Motors all’inizio del mese e in precedenza è stato dirigente della società di videogiochi Unity Software e di Amazon.
“Le tecnologie di base in cui abbiamo già investito e che abbiamo costruito nei Reality Labs e nell’IA sono complementari allo sviluppo dei progressi necessari per la robotica”, ha dichiarato Andrew Bosworth, chief technology officer di Meta, in una nota visionata da Bloomberg. “Riteniamo che l’espansione del nostro portafoglio per investire in questo campo non potrà che apportare valore a Meta IA e ai nostri programmi di realtà mista e aumentata”.
DALLA FABBRICA AL SALOTTO DI CASA?
Inizialmente Meta vuole concentrarsi su robot umanoidi in grado di svolgere le faccende domestiche poiché al momento questi non sono ancora abbastanza utili per piegare i vestiti, portare un bicchiere d’acqua, sistemare i piatti nella lavastoviglie o svolgere altri lavori domestici che potrebbero renderli attraenti per un pubblico più ampio.
È quanto dichiara di voler fare anche Musk con il robot umanoide Optimus realizzato da Tesla, che lo scorso ottobre ha dato prova di cosa riesce a fare. Tuttavia, come spiegato da Bloomberg, dietro alle sue movenze così sorprendentemente “umane” e autonome c’erano delle persone. I progressi, infatti, scrive il quotidiano economico, saranno graduali perché “la sfida non è solo quella di imitare i movimenti umani, ma anche di farlo in modo sicuro” per chi è intorno. Inoltre, ci sono molte ragioni, tra cui i costi (Optimus potrebbe avere un prezzo di 30.000 dollari), la manutenzione e la sicurezza, che rendono complesso lo sviluppo dei robot domestici. E dunque, “a prescindere dalle loro capacità, attività domestiche come quelle di cui parla Musk non appariranno nel repertorio dei robot di questo decennio”.
Anche una persona a conoscenza del progetto di Meta ha dichiarato di ritenere che gli umanoidi siano ancora lontani un paio d’anni dall’essere ampiamente disponibili e che potrebbero volerci anni prima che la piattaforma dell’azienda sia pronta a sostenere prodotti di terze parti.