“L’aggettivo ‘minorato’ è discriminatorio, va eliminato dalla Costituzione”: l’appello della Treccani. La ministra: “I tempi sono maturi”

Il linguaggio dell'articolo 38 della Carta, sostiene l'Istituto dell'Enciclopedia, "non è più coerente" con lo spirito della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità L'articolo “L’aggettivo ‘minorato’ è discriminatorio, va eliminato dalla Costituzione”: l’appello della Treccani. La ministra: “I tempi sono maturi” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 10, 2025 - 14:24
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“L’aggettivo ‘minorato’ è discriminatorio, va eliminato dalla Costituzione”: l’appello della Treccani. La ministra: “I tempi sono maturi”

L’aggettivo “minorato” è un’espressione lessicale discriminatoria e per questo andrebbe rimosso dall’articolo 38 della Costituzione, secondo cui “gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale”. Lo scrive l’Istituto Treccani nella nuova Appendice XI dell’Enciclopedia italiana, alla voce “Disabilità” curata da Elena Vivaldi, professoressa associata di Diritto costituzionale all’Università Sant’Anna di Pisa. Nella voce viene ricostruita in maniera approfondita la storia della diversità, considerata oggi come ricchezza che la società deve saper leggere e tradurre, e si sottolinea la necessità di utilizzare un linguaggio che tuteli tutte le persone con disabilità, essendo la disabilità una delle possibilità in cui la dimensione umana si esplica.

Secondo la Treccani, infatti, il linguaggio rappresenta uno strumento per attuare l’eguaglianza sostanziale ed eliminare le situazioni di svantaggio che non assicurano pari opportunità alle persone con disabilità, a partire dal mondo del lavoro. In questo senso l’Istituto invita a evitare espressioni come “handicappato” e “minorato”, perchè considerate non rispettose e offensive. Il linguaggio dell’articolo 38 della Carta, si legge nella voce, “va considerato coerente con la mentalità dell’epoca in cui la Costituzione fu scritta, ma non più conforme, oggi, allo spirito e alle finalità proprie della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.

Un punto di vista su cui concorda la ministra delle Disabilità Alessandra Locatelli (Lega): “È un’iniziativa importante che va nella direzione che abbiamo iniziato a percorrere con l’abolizione da tutte le leggi ordinarie del nostro Paese dei termini “handicappato”, “portatore di handicap”, “diversamente abile”, per sostituirli con “persone con disabilità“. Credo che i tempi siano maturi anche per modificare l’articolo 38 della nostra Costituzione, eliminando il termine “minorato”, che è superato e non più accettabile”, dice. Favorevole all’idea anche Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio e della Corte costituzionale: “La nostra è una Costituzione che si è rivelata capace di reggere al passare degli anni, ma questo è uno dei punti sui quali è più prigioniera della cultura del suo tempo. Ce ne sono altri, a volte superati in via interpretativa. Ma qui sarebbe davvero meglio togliere quel termine“.

Per Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, l’osservazione della Treccani “è indiscutibilmente vera e non si può non sottoscriverla. gnuno usa le parole del suo tempo, per forza di cose, volente o nolente. Sta di fatto”, osserva però, “che i padri costituenti, con le parole del loro tempo hanno introdotto cambiamenti radicali nella vita civile. Speriamo che i revisori di parole di oggi riescano a incidere sulla realtà almeno con la stessa efficacia, visto che i cambiamenti linguistici da soli non bastano, anzi spesso sono un modo per far bella figura a buon mercato“.

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