La storia di James Harrison, l’australiano dal sangue “speciale” che ha salvato la vita a 2,4 milioni di bambini

Il plasma di Harrison conteneva l’anticorpo Anti-D, capace di prevenire la malattia emolitica del feto.

Mar 10, 2025 - 20:12
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La storia di James Harrison, l’australiano dal sangue “speciale” che ha salvato la vita a 2,4 milioni di bambini

Era soprannominato l’uomo “dal braccio d’oro”. Negli ultimi 60 anni non ha mai mancato una donazione di plasma, raggiungendo quota 1.173 donazioni, senza aspettarsi o ricevere nulla in cambio. 
Lui era James Harrison e a far notizia è stata la sua morte, avvenuta a 88 anni in una casa di riposo nel New South Wales, in Australia, il 17 febbraio. È stato uno dei donatori di sangue più attivi che siano mai vissuti. 

L’anticorpo salvavita contro la malattia emolitica del feto

Il sangue di Harrison conteneva un raro anticorpo, l’Anti-D, utilizzato per prevenire una malattia conosciuta come “malattia emolitica del feto” o HDFN. È una condizione che si verifica durante la gravidanza, quando i globuli rossi della madre risultano incompatibili con quelli del neonato. Pertanto, il sistema immunitario materno riconosce le cellule del sangue del feto come estranee e reagisce producendo anticorpi per attaccarle e distruggerle. Tale reazione potrebbe portare a gravi conseguenze per il bambino, tra cui insufficienza cardiaca, anemia e, nel peggiore dei casi, il decesso. 

Un donatore esemplare

“James credeva che le sue donazioni non fossero più importanti di quelle di qualsiasi altro donatore e che tutti potessero essere speciali come lui”, racconta Stephen Cornelissen, amministratore delegato di Lifeblood, una divisione della Croce Rossa australiana.

Harrison cominciò a donare il suo sangue all’età di 18 anni, nel 1954, qualche anno dopo aver ricevuto un serie di trasfusioni di sangue in seguito ad un complesso intervento chirurgico per l’asportazione di un polmone. Una volta dimesso, il padre gli spiegò che il sangue ricevuto proveniva da donatori anonimi, il cui gesto aveva contribuito a salvargli la vita. Profondamente colpito da quest’azione altruistica, si promise che una volta raggiunta la maggiore età, avrebbe fatto lo stesso. Mantenne la promessa nonostante la sua avversione per gli aghi, tanto da voltarsi dall’altra parte ogni qualvolta gli veniva inserito l’ago per la donazione.  

Un esempio di altruismo senza tempo
Record di donazioni per l’uomo “dal sangue speciale” © Australian Red Cross Lifeblood

Dalla scoperta al primo trattamento Anti-D

Negli anni 60’, i medici australiani si trovavano a fronteggiare un alto tasso di mortalità infantile, aborti spontanei e nascite di bambini affetti da gravi problemi neurologici. Si scoprì che la causa di questi problemi era la malattia emolitica del neonato. Una volta identificata, si constatò che la condizione poteva essere prevenuta somministrando alla madre un trattamento a base di plasma proveniente da donatori con un particolare anticorpo, capace di bloccare l’attacco del sistema immunitario contro i globuli rossi del feto. I medici australiani si misero quindi alla ricerca di potenziali donatori per sviluppare il trattamento Anti-D. Fu durante questa ricerca, analizzando diverse banche del sangue, che finirono per imbattersi in Harrison.
La prima dose di Anti-D ricavata dal suo plasma fu somministrata nel 1967 ad una donna incinta, che riuscì a portare a termine la gravidanza con successo.
Nel corso di decenni di donazioni, sono stati prodotti milioni di dosi di Anti-D, permettendo quindi la nascita di almeno 2,4 milioni di bambini sani, come riporta la Bbc.


Nel 2005, Harrison ha stabilito il record mondiale per la maggior parte di plasma sanguigno donato, mantenendo il titolo fino al 2022, quando è stato superato da un uomo negli Stati Uniti. Ad oggi, l’Australia conta meno di 200 donatori di anticorpi anti-D, ma secondo Lifeblood, ogni anno aiutano circa 45.000 madri a dare alla luce un bambino sano.  

Un dono senza tempo

La famiglia lo ha ricordato con affetto per il suo grande lavoro umanitario:

“Nei suoi ultimi anni di vita, era immensamente orgoglioso di diventare bisnonno di due bellissimi nipotini, Trey e Addison. Essendo io stessa una beneficiaria di Anti-D, ha lasciato una famiglia che forse non sarebbe esistita senza le sue preziose donazioni”, ha affermato Tracey Mellowship, la figlia di Harrison.   

James Harrison non è stato solo un donatore. Con la sua gentilezza e il suo impegno incrollabile, ha lasciato un’eredità straordinaria che continua a scorrere nelle vene di chi ha ricevuto il suo sangue. La speranza è che il suo esempio, prezioso e senza tempo, possa essere “trasferito” ad altre persone come lui.